Gil per sempre. Ma cmq cheever nn aveva poi tutti i torti.
@silsevenoneАй бұрын
In piccolissimo particolare, Eddie chever era un pilotino normale, Gilles era gilles !!♥️
@Formula_ZetaАй бұрын
Gilles aveva una componente di follia che intimoriva gli altri piloti più "mansueti": i timori di Eddie Cheever erano giustificati dalle mille funamboliche imprese del Ferrarista sempre ai limiti dell'impossibile e della sicurezza!
@corradobernasconi7323Ай бұрын
No e diceva tutt'altro che un pilotino normale se Enzo Ferrari lo ha voluto per fargli provare la monoposto è perché era tutt'altro che un pilotino dimostratosi nelle categorie propedeutiche che uno che andava davvero forte era un pilota che quando arrivava sui circuiti cittadini avesse avuto una carriola riusciva a stare davanti o perlomeno nelle posizioni in avanti poi siccome siamo in Italia è come dire qualcosa di Valentino Rossi nessuno può o deve permettersi di dire qualcosa quindi il suo è un discorso che non conta senza offe sa
@silsevenoneАй бұрын
@@corradobernasconi7323 rispetto la tua opinione. Quello che volevo intendere era che Gilles rispetto a tutti gli altri era di un livello superiore, precisione di guida sensazionale, velocità pura come pochi e coraggio, un coraggio che faceva emozionare
@gabrielematta751824 күн бұрын
Intanto cheever ha vinto la 500 miglia di Indianapolis......un signor pilota......uno dei pochi piloti italiani che ha corso ovunque dai kart a i prototipi
@2mmarcelorj21 күн бұрын
Villeneuve e Senna muito parecidos, parecidos inclusive no fim tragico nas pistas
@PrimianoPanunzio17 күн бұрын
Un pilota non può aver paura. Ecco perchè Gilles è diventato leggenda mentre Cheever forse te lo ricordi quando sfogli Autosprint o Rombo di quegli anni. L'alettone come una Katana? Ma dai, per favore! Piola il mago dell'iperbole.
@Formula_Zeta17 күн бұрын
@@PrimianoPanunzio Niki Lauda è passato alla storia per aver "disertato" le gare a suo rischio più pericolose, cercando di convincere gli altri piloti a fare altrettanto (senza successo). Eppure non lo ricordiamo certo come un fifone. Massa ha rischiato la vita per una molla impazzita che gli ha perforato l'elmetto, Senna è morto a causa di un semplice tirante che ha trapassato la visiera del casco, numerosi spettatori sono deceduti a causa di pneumatici che hanno valicato le reti di sicurezza. Diciamo che un alettone di quel tipo, in un epoca in cui la componentistica non si sbriciolava al minimo contatto come la fibra di carbonio attuale, se ricevuta in pieno volto a 200 km/h, non avrebbe sortito gli effetti di una carezza. È lecito apprezzare la temerarietà e la follia di alcuni piloti (anche correre su tre ruote può rappresentare un rischio non solo per se stessi ma per tutto il parco piloti) ma è anche ragionevole temere di morire per un errore o una imprudenza altrui. Giorgio Piola ha di recente ritirato il premio come colui che ha presenziato più gran premi di sempre, 900 (più di chiunque altro tra giornalisti, piloti o costruttori). Ha disegnato i volanti per i principali produttori della golden age della F1, ha interagito con tutti i più grandi della storia e buona parte delle cose che racconta sono trasposizioni di quello che testualmente gli hanno riferito. Non solo è un patrimonio di coscienza storica vivente, ma è anche un narratore avvincente e attendibile. Noi appassionati dobbiamo ritenerci fortunati di poterlo ascoltare e ringraziarlo per essersi prestato, gratuitamente, a condividere i suoi aneddoti in questo podcast.