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Una ricca biblioteca vissuta come officina di lavoro, parte integrante delle carte del suo archivio privato, la Biblioteca personale di Giovanni Paolo I, originariamente costituita da circa 5 mila volumi, ha attraversato tutte le sedi nelle quali egli ha esercitato il suo ministero. Secondo l’assetto originario, carte e biblioteca, costituivano, infatti, un corpus in unica collocazione e funzione e unite giunsero in Vaticano l’indomani della sua elezione.
Dopo la sua morte, la biblioteca è stata in parte dispersa. La parte più consistente è oggi rinvenuta presso la Biblioteca Diocesana “Benedetto XVI” di Venezia. Promosso dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, il convegno intende presentare il lavoro di ricostituzione, tutela e valorizzazione del Fondo librario appartenuto a Albino Luciani e approfondire il suo magistero alla luce della sua biblioteca in occasione della pubblicazione dell’edizione critica dell’opera Illustrissimi, la fortunata silloge di quaranta lettere immaginarie edita nel 1976.
Emblema della vasta formazione di Albino Luciani e dello stretto legame tra le carte e i libri della sua biblioteca, l’opera porta a riflettere anche sulla particolare familiarità con la dimensione letteraria quale canone connotativo caratterizzante l’intera sua produzione orale e scritta. Non esortazioni apostoliche né encicliche sono state il lascito di Giovanni Paolo I, ma un testo squisitamente letterario, Illustrissimi, la cui quarta edizione esce, per le edizioni Messaggero di sant’Antonio, con l’imprimatur papale siglato pochi giorni prima della morte.