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Vocabolario mantovano-italiano di Cherubini Francesco (1789-1851)
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Il dialetto mantovano (dialét mantuàn o dialét mantfàn) è un dialetto di tipo gallo-italico della lingua emiliano-romagnola.
La sua classificazione non è controversa anche se, come altre parlate della zona quali il piacentino e il cremonese, ha caratteristiche proprie anche della lingua lombarda. Ciononostante la sua natura è marcatamente emiliana. Oggi viene indubbiamente classificato come dialetto emiliano dai linguisti moderni. Inoltre già Bernardino Biondelli, nell'opera "Saggio sui dialetti gallo-italici" del 1853, scriveva che il mantovano era un dialetto emiliano appartenente al sottogruppo ferrarese insieme al mirandolese e al ferrarese stesso.
Il dialetto mantovano è nato dal latino volgare, innestatosi sulla lingua celtica parlata dai Galli popolanti allora la Pianura padana.
Come gli altri dialetti gallo-italici, nella storia ha subito diverse influenze, tra cui quella longobarda e emiliana (sotto i Canossa di Reggio Emilia).
È comunque da sottolineare, la differenza fonetica e di pronuncia, che differenzia questo dialetto dai dialetti di zone adiacenti. Caratteristica del dialetto mantovano sia parlato che scritto (a differenza dei dialetti emiliani), è la mancanza della lettera "z", sostituita con "s" (es.: calsét = calza) o con "sz" (suono espresso con la notazione "S maiuscola", es.: raSor = rasoio) che rendono la parlata più dolce. Nella maggior parte della provincia inoltre, risalta l'abbondanza di suoni come Ö e Ü, quasi assenti nei vicini dialetti emiliani, accentuando la differenza di pronuncia con questi ultimi.
Esempio:
Italiano: mi ha punto una zanzara.
Dialetto mantovano: am à pià / musgà 'na sansàla.
La provincia di Mantova è divisa in tre grossi gruppi dialettali: il dialetto mantovano puro (parlato a Mantova e nella fascia centrale della provincia (dove la parlata emiliana subisce l'influenza di elementi di transizione con il dialetto veronese ed il dialetto alto mantovano), il dialetto alto mantovano (di natura prevalentemente lombardo orientale ma con evidenti influssi del mantovano cittadino), parlato nell'Alto Mantovano, ossia la zona settentrionale della provincia di Mantova), ed il dialetto basso mantovano (di natura emiliana pura, di transizione con il ferrarese, il mirandolese ed il guastallese, parlato nella zona meridionale della provincia, per l'appunto nell'Oltrepò mantovano). In ogni caso, il livello di comprensione tra le varie parti della provincia risulta discreto, anche confrontando le parti opposte del territorio, come quelle influenzate dal dialetto ferrarese e bresciano.
Nei comuni del Basso Mantovano e dell'Oltrepò, si parla il dialetto basso mantovano, un dialetto mantovano fondamentalmente diverso e indiscutibilmente di tipo emiliano: nei comuni sul confine modenese (Poggio Rusco in primis) si può notare una lieve influenza della provincia vicina e un lieve rafforzamento dei tipici suoni chiusi "Ö" e "Ü"; A Sermide e soprattutto Felonica, il mantovano tende a scomparire in favore di una parlata più marcatamente ferrarese perdendo i suoi caratteristici suoni chiusi (Ö e Ü). Fa parte dell'area dialettale basso mantovana anche quella della Bassa Reggiana (Guastalla, Luzzara e Reggiolo), con una parlata pressoché simile a quello della bassa mantovana.
Vicino al confine veronese (Castel d'Ario, Villimpenta, Roverbella) è percepibile la commistione col dialetto veronese (Monzambano, Roverbella, Castelbelforte, Casteldario ecc.). Abbastanza evidente è l'influenza del dialetto ferrarese sui comuni confinanti con tale provincia.
Il dialetto mantovano non è invece parlato nella fascia che comprende i comuni posti nell'Alto Mantovano. I più importanti sono Asola, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, nei quali si parla il dialetto alto mantovano, fortemente influenzato dal vernacolo bresciano e, nelle zone orientali, per esempio a Monzambano, anche dal vernacolo veronese. Per ovvi motivi geografici, il dialetto parlato a Castiglione delle Stiviere è fortemente vicino al bresciano.
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