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La storia dell'isola
L'isola dell'Asinara si trova al limite occidentale dell'omonimo Golfo, ha una larghezza di circa 17 km e si estende su una superficie terrestre di oltre 5000 ettari.
Il suo nome non ha un'origine certa, secondo i romani potrebbe derivare da "Sinuaria" per la sua particolare forma sinuosa. Le coste sono molto frastagliate e il territorio è prevalentemente montuoso. La punta più alta, Punta della Scomunica, misura 408 metri.
L'ambiente marino dell'Asinara si presenta estremamente ricco da un punto di vista biologico e fortemente diversificato nei due versanti più importanti. Quello occidentale caratterizzato da ripidi pendii rocciosi con numerose frane ricche di anfratti, canaloni e spaccature; mentre quello orientale è composto prevalentemente da sabbie grossolane con ampi affioramenti rocciosi. Per la sua importanza è stata inclusa nella proposta di tutela biologica dell'ecosistema pelagico del Mediterraneo occidentale denominato "Santuario dei Cetacei".
Per quanto riguarda i rinvenimenti di epoca romana sono piuttosto numerosi, soprattutto le scoperte sottomarine. Nel XII secolo i monaci camaldonesi costruirono un monastero nella zona di Sant'Andrea e fu la prima vera e propria colonizzazione.
Verso la metà del XVIII secolo all'Asinara si stabilirono famiglie di pescatori e pastori di origine ligure, piemontese e greca. Nel 1842 l'isola divenne parte integrante del nuovo Comune di Porto Torres e quando nel 1885 lo Stato Italiano decise di insediare il Lazzaretto del Regno d'Italia e la colonia penale agricola, la stessa venne espropriata. Gli abitanti, furono costretti a trasferirsi nella parte nord occidentale della Sardegna: la maggior parte delle famiglie dei pastori raggiunsero Porto Torres e le campagne limitrofe, mentre le famiglie dei pescatori fondarono il paese di Stintino.
Tratto dal sito: www.comune.port...