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Pare che nel XIII secolo qui vivesse un castellano che aveva una unica figlia, bellissima, di nome Angelina. La ragazza era talmente bella che il padre, per gelosia, le affiancava sempre una servetta di nome Franca.
Un giorno, ospite del castello, il principe di Francia in persona si innamorò della bella Angelina. Le nozze si sarebbero potute celebrare senza problemi se non fossero scoppiati, nel frattempo, i Vespri Siciliani. Di colpo, i francesi divennero nemici della gente dell’isola … il matrimonio venne cancellato … il principe costretto a fuggire. Ma prima di scappare promise alla sua bella che sarebbe tornato a riprenderla per scappare insieme. “Quando vedrai tre fuochi accesi sul monte preparati, perchè starò per arrivare”, le disse.
Per mesi e mesi la ragazza attese il ritorno del suo principe. E una sera d’agosto, sentì la gente parlare di “uno strano personaggio che lassù, sul monte, raccontava a tutti di essere tornato per portare via una cerva”. Angelina capì che il suo amato le stava inviando un messaggio in codice e si preparò, guardando la montagna ogni sera. Quando il sonno le chiudeva gli occhi, affidava alla sua servetta il compito di vigilare: “Franca, veglia per me! Franca, veglia! Veglia!”
Fu proprio Franca ad avvistare, una notte, i tre fuochi. Fu lei ad aiutare la sua padrona a fuggire. E una volta giunta in Francia, Angelina sposò il principe divenuto re e fu la sua regina. Per ringraziare il coraggio e la complicità della servetta, la regina le regalò il suo castello siciliano e la città intera. In suo onore fu ribattezzata Francavilla (da “Franca Veglia” oppure da “Franca Ville“, la città di Franca).