L'uomo fra realtà ed illusione

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Amico Colaianni

Amico Colaianni

Күн бұрын

Пікірлер: 18
@anlugano923
@anlugano923 10 жыл бұрын
Grande Colaianni, è sempre illuminante
@shivayogatempleresearchtherapy
@shivayogatempleresearchtherapy 4 жыл бұрын
Carissimo le faccio i miei più cordiali complimenti per il suo operato e per come spiega certi argomenti. Ma potrebbe a questo punto della sua carriera, prendere in considerazione l'aspetto orientale dellaa conoscenza mentale. Là fuori non c'è né realtà ne irrealtà. È semplice conoscenza di una o dell'altra cosa, ma il conoscitore è inconoscibile.
@arcobaleno738
@arcobaleno738 7 жыл бұрын
bravo Professore...
@marcobuonomo5100
@marcobuonomo5100 7 жыл бұрын
Minuto 3.40... l'interpretazione che faceva Gesu della Bibbia???
@ymorimac
@ymorimac 2 жыл бұрын
Vorrei prendere alcune frasi del Vangelo e svelare il presupposto o il background culturale da cui nasce quella frase. Se il Vangelo lo interpretiamo e se usiamo questa chiave di andare a trovare il presupposto da cui parte una frase. Perché cerco un presupposto? Perché qualunque cosa noi diciamo e facciamo parte da un presupposto. La nostra lingua si muove e dice le cose non perché noi siamo liberi di dire una cosa piuttosto che un'altra ma perché partiamo da quello che in psicologia si chiama schema di riferimento di base. Oppure gli antichi lo chiamavano idolo che ti guida. Ebbene seguiamo questa chiave, si legge una frase del Vangelo e poi cerchiamo di arrivare allo schema di riferimento di base che riguarda l'idea di uomo che può aver ispirato quella frase. Cioè che concetto di uomo, che cosa pensa Gesù dell'uomo per cui dalla bocca di Gesù esce quella frase. Ed ecco la prima frase che è molto interessante e allo stesso tempo è alla base della mia teoria dell'uomo e soprattutto della mia teoria dell'ipnosi. Un giorno i farisei incontrarono Gesù ed i suoi discepoli stavano mangiando e nel mangiare i farisei notarono che i discepoli non si erano lavate le mani per cui dato che per la legge di Mosè bisognava lavarsi le mani prima di mangiare, fecero notare a Gesù che i suoi discepoli trasgredivano questo insegnamento. E Gesù risponde "Non è ciò che entra nell'uomo che inquina l'uomo ma quello che esce dall'uomo inquina l'uomo". Possiamo dire che quasi tutto il Vangelo è una dialettica fra l'interpretazione che i dottori della legge o i farisei facevano delle leggi di Mosè e della Bibbia e l'interpretazione invece che faceva Gesù delle leggi di Mosè e della Bibbia. Dove il presupposto dei farisei che riguardava l'uomo era un certo tipo di presupposto, quello di Gesù era un altro presupposto. Cosa voleva dire Gesù? E' come se avesse detto ai farisei Ho capito quello che volete, ma guardate che la legge che Mosè ha posto o l'insegnamento che Mosè ha posto di lavarsi le mani prima di mangiare si riferisce al fatto che per Mosè uno dei problemi dell'uomo è che l'uomo può velare i sensi. Quindi l'abitudine prima di far entrare dentro di noi qualcosa è come un modo indiretto, un modo rituale, una rappresentazione per dire alla mente Guardate che prima di cominciare a far entrare percezioni che vengono dall'esterno l'uomo ha bisogno di pulire i propri sensi. Ma i sensi dell'uomo sta dicendo Gesù ai farisei si inquinano dall'interno non dall'esterno. Quindi la pulizia sulle mani è in modo metaforico e simbolico un invito a pulire prima di tutto i nostri sensi, a renderli aperti, passivi per poter accogliere nuove informazioni. E perché i farisei si mostrano sorpresi e quasi rimproverano Gesù? Perché stranamente anche i farisei hanno un presupposto di base da cui parte la loro osservazione. E il presupposto di base è che i farisei ritengono e danno per scontato che noi abbiamo una mente capace di rispecchiare fedelmente la realtà. Partendo da questo presupposto è chiaro che il significato, il senso o come dicevano anticamente lo spirito della legge di Mosè non lo coglievano e quindi osservavano perfettamente la regola. Ed era il significato di quella regola che dovevano cogliere. Mosè non aveva posto regole vessatorie oppure regole di buona condotta tanto per fare. Aveva posto delle regole che aiutassero l'uomo o meglio la mente dell'uomo a poter vedere, cioè che fosse messa nella condizione migliore per poter interagire correttamente col mondo esterno. Quindi era un modo indiretto per travasare un concetto difficile che riguarda noi. Cioè il capire che noi abbiamo una mente difettosa e cioè può essere un videoregistratore e quando siamo piccini è soprattutto un videoregistratore ma l'accumulo delle esperienze e delle percezioni in memoria fa sì che appena desideriamo qualcosa il nostro videoregistratore rischia di essere un videoproiettore. Ed ecco la regola di Mosè. La regola è come un invito a fare qualcosa di isomorfico con quello che dobbiamo fare con la nostra mente. Dato che Mosè parte dal presupposto che è complicato passare un concetto che riguarda noi, che riguarda i nostro processi cognitivi, che riguarda i parametri dei processi cognitivi della nostra mente, passarlo ad un altro. Perché il conoscere i miei parametri cognitivi è una specie di dono e di causalità che io ho avuto. Perché ho fatto delle esperienze casuali, molto accostate che mi hanno fatto arrivare al concetto che la mia mente è uno strumento potente ma difettoso. Che appena desidero proietto e velo i miei sensi. Se io ho capito questo, se in effetti vedo questo come un dono fortuito della vita. E voglio che altri siano partecipi di questo dono che la vita mi ha dato, che ritengo terribilmente importante per la vita delle persone nel senso che tutti noi vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, tutti noi vogliamo interagire correttamente con la realtà esterna. Ma se partiamo dal presupposto che i nostri occhi vedono in modo corretto, che la nostra mente fa da specchio correttamente al mondo esterno, noi ci ritroviamo in un mare di guai. Perché la nostra mente non vede correttamente. E che appena si desidera si rischia di appannare i sensi e quindi vedere fischi per fiaschi. Di cadere in quella che è la sindrome dell'anoressica. La quale che cosa vede guardandosi allo specchio? Vede quello che aveva registrato precedentemente di avere un corpo grasso e sgradevole. E voleva un corpo non grasso e non sgradevole. Si riguarda allo specchio col desiderio di vedere un corpo non grasso e non sgradevole. Ma questo desiderio affonda le sue radici da quello che io non volevo, cioè un corpo non sgradevole e non grasso. Non sgradevole non grasso sono una serie di percezioni che sono in memoria. Se tocco le percezioni che sono in memoria, le percezioni tornano sui recettori sensoriali periferici e velano il rapporto con la realtà. Quindi l'anoressica rimane incastrata in un mondo di fantasmi e di sogni. E non ne possiamo uscire perché la nostra mente confondendo le percezioni che vengono dall'interno con le percezioni che vengono dall'esterno, non può fare altro che reagire a quello che percepisce. Quindi se si sta percependo proiettando o non proiettando che il mio corpo è grasso, agirò di conseguenza.
@striref
@striref 9 жыл бұрын
anoressica con una n non annorressica con 2 n e 2 r , grandissimo prof.! non sarà un lapsus freudiano...? ;-) anno meglio che ano...? :-) :-) :-)
@listo888
@listo888 8 жыл бұрын
Ecco un perfetto esempio di inutile stucchevole fariseo.
@amicocolaianni5355
@amicocolaianni5355 8 жыл бұрын
come mai parli a caso'
@mistressb7844
@mistressb7844 4 жыл бұрын
@@amicocolaianni5355 ​@@amicocolaianni5355 Nonostante la sua conoscenza della psicologia e il suo teorico equilibrio interiore dato da ingenuità serpenti e colombe, glielo leggo negli occhi il bisogno della sua anima......
@ymorimac
@ymorimac 2 жыл бұрын
Quindi è molto interessante questa dialettica fra i farisei e Gesù. Perché è molto interessante mettere a fuoco il presupposto dei farisei dal presupposto di Gesù circa i processi cognitivi dell'uomo. E in questo caso abbiamo una divergenza di opinione su un parametro cognitivo che è quello della percezione del mondo esterno, del rapporto con la realtà fra la nostra mente e la realtà. Gesù mette in dubbio che la nostra mente possa vedere correttamente, i farisei non mettono assolutamente in dubbio questo. Questa è la loro divergenza, da questo nasce la loro dialettica e la polemica reciproca. Gesù tenta in tutti i modi di far capire ai farisei che Mosè aveva posto delle regole partendo da un presupposto simile a quello che lui aveva intuito e cioè che il processo cognitivo della percezione del mondo esterno è un processo precario per l'uomo. E' vero che noi possiamo registrare la realtà esterna ma dato che abbiamo una memoria e la memoria è un deposito di percezioni, appena desideriamo rischiamo di perdere questo contatto. Questa dialettica fra i farisei e Gesù in effetti è molto interessante anche su altri punti. Se infatti andiamo a guardare la storia del Sabato. Anche lì ci ritroviamo diciamo con una visione diversa. Che parte da due presupposti diversi ancora una volta. I farisei, era sabato scoprono che discepoli di Gesù stavano raccogliendo spighe. E sorpresi perché il sabato era sacro per gli ebrei, manco l'asino poteva lavorare. E vedono questo quindi lavoravano. E vanno da Gesù e gli dicono Maestro i tuoi discepoli stanno spigolando. E' sabato. E Gesù gli risponde "Il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato". Attenzione questa frase ci indica come Gesù interpreta le regole di Mosè. E dice che lo spirito con cui Gesù ha messo questa regola ha una finalità che è l'uomo. E che cosa vuole insegnare? Se io venerdì alle 24 sto facendo una firma su un contratto, mi scocca la mezzanotte e sono a metà firma dovrei fermarmi. E se sono rigoroso con questa legge mi fermo. Cosa succederà tra 24 ore? Che probabilmente quell'altro ci ripensa e l'atto non viene più firmato. Mettiamoci in questa posizione. Quindi il sabato mi costringe a non essere attaccato. A fare un esercizio di non attaccamento, di essere disposto a prendere ciò che viene. Cioè io faccio e poi sono disposto a prendere ciò che viene. Quindi il presupposto da cui parte Gesù che le regole servono per mettere l'uomo in una condizione di apprendere, la cosa forse più importante per l'uomo a non essere attaccato a nulla. E perché bisogna esercitarsi a non essere attaccato a nulla? Perché il futuro è incerto e se appena appena desideriamo qualcosa e la vogliamo per forza. Questo voler per forza qualcosa a cui siamo attaccati ha un effetto boomerang va a finire che noi otteniamo esattamente il contrario. Perché i farisei invece polemizzano con Gesù? Perché i farisei partono dal presupposto come abbiamo detto prima che l'uomo vede correttamente. Quindi la regole è semplicemente la regola che Mosè ha posto perché così ci si doveva comportare. Che quello era bene. Ma non vedevano la finalità di quella regola. Anche perché se io penso che l'uomo riesce a vedere tutto ciò che il mondo mi presenta, che bisogno ho io di imparare qualcosa di nuovo? Che bisogno ho io di non essere attaccato? Vedo correttamente, questo è bianco, questo è nero e mi comporto di conseguenza. Quindi questo presupposto di partire dal fatto che la nostra mente possa vedere correttamente in qualche modo ci guida in tutte le nostre azioni, in tutti i nostri pensieri, in tutto quello che ci esce di bocca. E porta quasi quasi ad avere due visioni del mondo e della vita e che riguardano l'uomo stranamente opposte ma perché sono opposti i presupposti. Se parte dal presupposto che l'uomo ha il difetto e la mente dell'uomo ha il difetto di proiettare e quindi di non vedere è chiaro che le indicazioni che do, i consigli che do ad una persona, saranno i consigli a rendere quella persona capace di ripulire i sensi, di avere i sensi puliti in modo da percepire ed andare in rapporto corretto con la realtà. E' un po' quello che faceva Socrate. Socrate riuscì a far dimostrare a uno schiavo il teorema di Pitagora. Come fece? Orientò con le sue domande i sensi dello schiavo in modo che lo schiavo vedesse i rapporti fra una cosa e un'altra e nel momento in cui aveva visto i rapporti tra una cosa ed un'altra. E' chiaro che la deduzione fra ciò che è e ciò che è che sono vicini arriva naturalmente. Questa cosa sorprese talmente Platone, Platone disse che "La conoscenza era reminescienza". E per dare senso a questa frase inventò il mito della biga alata che viaggia nel mondo delle idee.
@marcoterranova3679
@marcoterranova3679 10 жыл бұрын
Ho fermato la visualizzazione nel momento , dove viene detto che i farisei facevano interpretazione della Bibbia , falso! In quell'epoca la Bibbia non esisteva , esistevano i vari libri sacri ebraici . Quando fate i video fateli molto bene se volete ingannare le persone .
@EmanuelaVacca
@EmanuelaVacca 10 жыл бұрын
vabbè...se uno vuole per forza trovare qualcosa che non va la trova sempre
@satine13satine
@satine13satine 10 жыл бұрын
Se posso permettermi di darti un consiglio, Marco, non ti precludere l'ascolto di quello che dice Colaianni per le sue imprecisioni. A volte segue un concetto, un concetto importante, ed è impreciso sul contorno. Sta andando a braccio e non è un divulgatore. Può succedere. Nel parlare capita a tutti, soprattutto se si è focalizzati su un punto preciso. Comunque in questo caso specifico è assurdo cercare il pelo nell'uovo, ha chiaramente usato Bibbia nel senso di leggi di Mosé, lo ha detto un secondo dopo.
@EmanuelaVacca
@EmanuelaVacca 10 жыл бұрын
concordo con Brughiera, Colaianni va preso nella sua totalità..e comunque ciò che dice è illuminante, almeno per me; mi ha aperto il pensiero su una dimensione che non conoscevo... mi è stato davvero utile per capire tante cose..come ad esempio chi era realmente Gesù..
@amicocolaianni5355
@amicocolaianni5355 9 жыл бұрын
Marco Terranova marco, bibbia e vari libri sacri, sono nomi e non cambiano la sostanza del messaggio.....per qualunque libro sacro non vale la storia o la cronologia vale il messaggio
@mister-ia9999
@mister-ia9999 8 жыл бұрын
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