Рет қаралды 17,230
La Sardegna è la seconda isola più grande del Mar Mediterraneo dopo la Sicilia. A Nord, è separata dalla Corsica (Francia) dallo stretto di mare delle Bocche di Bonifacio. A est e a sud è bagnata dal Mar Tirreno, mentre a ovest è bagnata dal Mar di Sardegna.
Il suo territorio è prevalentemente collinare. I rilievi, di origine molto antica, hanno le cime arrotondate a causa degli agenti atmosferici. Il massiccio più importante è quello del Gennargentu, mentre la pianura più vasta è il Campidano. I fiumi hanno tutti carattere torrentizio e nella regione si trovano molti laghi artificiali e alcuni stagni costieri.
Le coste sono prevalentemente alte, rocciose e frastagliate, ma nella parte occidentale e meridionale se ne trovano di basse e sabbiose.
Numerosi sono i golfi e le isole: tra questi ricordiamo l’Asinara e quelle dell’arcipelago della Maddalena, tra cui menzioniamo in particolare Spargi, Budelli, famosa per la sua sabbia rosata e Caprera, l’isola di Garibaldi, dove è possibile visitare la casa in cui visse gli ultimi anni della sua vita.
Il clima è mediterraneo, caratterizzato dal forte vento di maestrale che soffia in tutte le stagioni.
Il capoluogo di regione è Cagliari.
L'istituzione delle province sarde è stata molto travagliata ed è avvenuta con numerosi passaggi, mediante leggi regionali, referendum e pronunce della corte Costituzionale. dal 16 aprile 2021 le province sarde sono sei: Medio Campidano, Gallura Nord-Est, Nuoro, Ogliastra, Oristano, Sulcis Iglesiente; a esse si affiancano le due città metropolitane di Cagliari e Sassari.
L’isola è scarsamente popolata e la popolazione si concentra nelle zone costiere, dove sorgono i principali centri abitati e portuali.
L’attività tradizionale della Sardegna è la pastorizia, legata non tanto alla produzione di carne e di lana, ma a quella del latte, da cui si ricava il famoso pecorino sardo. Sulle coste si pratica anche la pesca, soprattutto quella del tonno.
L’agricoltura si è sviluppata in anni recenti, dopo la bonifica delle zone paludose; si coltivano ortaggi, frutta, viti e ulivi. Tipica dell’isola è la pianta del mirto, che cresce spontaneamente: macerando le sue bacche si ottiene un liquore molto apprezzato.
Tra le specialità culinarie sarde menzioniamo il pane carasau, la fregola con le arselle; i malloreddus, più noti sul continente come gnocchetti sardi; gli spaghetti alla bottarga, il porceddu e, duclis in fundo, le seadas, dolcetti fritti tipici della cucina sarda a base di semola, formaggio pecorino e miele.
Nella regione abbondano le aree boschive con le caratteristiche querce da sughero: dalle loro cortecce si ricava un materiale, il sughero appunto, largamente impiegato nell’industria e nell’artigianato.
Oltre all’artigianato del sughero, è molto fiorente anche quello del corallo, dei cesti e dei tappeti.
Le industrie più sviluppate, invece, sono quelle alimentari e manifatturiere.
Il sottosuolo, ricco di minerali come il carbone, il piombo, l’argento e lo zinco, ha alimentato per anni l’industria mineraria ed estrattiva, oggi in crisi per gli alti costi di estrazione.
Il turismo ha un ruolo economico fondamentale nella regione: vi si trovano, infatti, bellissime località balneari, come la Costa Smeralda, così chiamata per il colore verde smeraldo del mare. Anche il turismo archeologico non è da meno, potendo contare sulla presenza di importanti testimonianze del passato, come i nuraghe, costruzioni circolari a forma di tronco di cono, realizzati con grandi blocchi di pietra sovrapposti. Il villaggio nuragico di Barùmini, in particolare, è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
Sull’isola, infine, non mancano gli itinerari naturalistici: nel Parco nazionale del Gennargentu, ad esempio, si trovano animali rari come il muflone, una pecora selvatica con grandi corna, e il cervo sardo. Inoltre, nella fascia costiera, lontano dalle rotte turistiche, si trovano spiagge bianchissime dove si possono vedere le foche monache.
Tra le innumerevoli tradizioni popolari sarde, ricordiamo in particolare il carnevale, animato dai Mamuthones e dagli Issohadores. I primi indossano una maschera nera, sono vestiti con pelli e pellicce di pecora scura, procedono affiancati e fanno risuonare i loro campanacci, mentre gli Issohadores indossano una maschera bianca e vestono in modo colorato. L’Issoadore riveste un ruolo di dominanza rispetto a quello del Mamuthone che rappresenta invece l’animale da addomesticare.
Queste e molte altre maschere sarde risalgono ad antichi riti sacri e propiziatori, legati al mondo contadino e al ciclo della vita e delle stagioni.
FONTI:
/ @sardegnaimpresa
/ @regioneautonomasardeg...
🎂🍰 Seguici anche su Facebook! / pasticciotti.it
e su Instagram: i_pasticciotti_it