Рет қаралды 44
Che il cibo racconti di noi è ormai un dato di fatto. Di certo ne racconta la storia, a cui si uniscono il territorio in si vive o si ha vissuto, il lato romantico e anche i desideri.
Semplificando “dimmi che piatto sei” e “ti dirò chi sei” non è un’affermazione sciocca. Perché il cibo è cultura, ma è anche mezzo per affermare chi si vuol essere.
Sarà per questo che trovo affascinante scoprire le ricette tipiche che fanno grandi e variegate le cucine regionali italiane, tanto che in questa puntata di Pane e Rosmarino vi porterò a San Severo, città dell’Alta Daunia, in Puglia.
In onda settimanalmente su Radio MPA, questo podcast che si muove (liquido) tra territori e cibi, curiosità e riflessioni, puoi trovarlo ogni volta che vuoi sull’omonimo canale di Spotify e sul canale You Tube di Rosmarinonews.it
Di recente, in un goliardico evento dedicato esclusivamente a questo piatto tipico, ho scoperto la zuppetta di San Severo.
Una città nota per le sue produzioni agroalimentari, in particolare per il vino (c’è la DOP San Severo) e per l’olio (siamo nella DOP Dauno, in cui rientra anche la varietà che ultimamente sta conquistando la scena: la Peranzana), dove c’è anche un importante patrimonio storico, tra antichi palazzi, musei e chiese.
E se non c’è Natale senza zuppetta e non c’è zuppetta senza Natale, l’evento organizzato da Antonio Barbone non solo ha acceso i riflettori su questa eccellenza gastronomica, ma ha anche cominciato a costruire un nuovo percorso per questa pietanza.
L’obiettivo è che diventi ambasciatrice golosa della città, facendo da apripista ad un rinnovato turismo esperienziale, e che possa rinnovarsi - grazie all’estro e al talento degli chef locali - entrando nei menù dei ristoranti.
In una società che cucina sempre meno, considerato che fino ad oggi è stato un piatto tramandato (e realizzato) in famiglia, è tempo di far diventare la zuppetta di San Severo un patrimonio collettivo.
Ma come si prepara? Innanzitutto, bisognerà realizzare un brodo di tacchino, meglio se abbastanza denso. A parte, tagliare del pane casereccio e poi abbrustolirlo un po’. In una ciotola tagliuzzare della scamorza abbastanza asciutta e del caciocavallo podolico, tenendo a disposizione anche un po’ di formaggio grattugiato.
La zuppetta è un interessante mix tra una lasagna e il pancotto, ma ha una sua identità ben precisa. La si vuole abbastanza asciutta, dunque attenzione alla composizione. In una teglia da forno adagiare il pane bagnato con il brodo, aggiungere come secondo strato la carne ben sfilacciata di tacchino, continuare con i formaggi e poi ancora pane, carne e formaggi. Infornare, infine, per circa 20 minuti a 180 gradi.
Un modo per mangiare storia e identità, quella di una comunità che - costi quel che costi e nonostante tutto - ha una certezza: la zuppetta il giorno di Natale. Glielo vogliamo raccontare a chi pensa che il cibo sia soltanto cibo?
Ci sentiamo presto con una nuova puntata di Pane e Rosmarino, nel frattempo seguimi sui social, mi trovi cercando Antonella Petitti foodtrotter, e non dimenticare di leggere quotidianamente Rosmarinonews.it
Alla prossima!
Seguici subito, dove vuoi!
𝐅𝐀𝐂𝐄𝐁𝐎𝐎𝐊: / rosmarinonews.it
𝐈𝐍𝐒𝐓𝐀𝐆𝐑𝐀𝐌: / rosmarinonews.it
𝐏𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐄𝐒𝐓: www.pinterest....
𝐓𝐖𝐈𝐓𝐓𝐄𝐑: / rosmarinonews
𝐈𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐍𝐞𝐰𝐬𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫: rosmarinonews....