Lo stalinismo (Parte 1) | Geopolitica della Russia #5

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Aldo Giannuli

Aldo Giannuli

Күн бұрын

Пікірлер: 50
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
26:50 nel Testamento di Lenin, sul quale si nutrono comunque dubbi di originalità, le accuse a Stalin riguardano il suo carattere mentre non fanno nessun riferimento a un contrasto ideologico tra Stalin e Lenin, al contrario Trosky viene accusato di non essere un bolscevico. Questo è decisamente più grave del carattere "rozzo" di Stalin. A metà del maggio 1917, in preparazione a una conferenza, Lenin scrive l’introduzione di un rapporto in cui sottolinea la necessità di “essere duri come la pietra nel perseguire la linea proletaria contro i tentennamenti piccolo-borghesi” e aggiunge questa frase significativa: "i tentennamenti dei piccoli borghesi: Trockij" (Lenin, “Settima conferenza panrussa del POSDR(b)”, Opere complete, vol. XXIV, p. 227)
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
LA REPLICA DI STALIN Nel 1927, Stalin si espresse chiaramente in sede di Partito sul “Testamento di Lenin”: “Veniamo al 'testamento' di Lenin. Qui gli oppositori hanno gridato - li avete sentiti - che il Comitato centrale del partito ha 'nascosto' il 'testamento' di Lenin. La questione è stata discussa più volte nella sessione plenaria del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo, come voi ben sapete. È stato dimostrato e ridimostrato che nessuno nasconde nulla, che il 'testamento' di Lenin era indirizzato al XIII Congresso del partito, che questo documento è stato reso pubblico al congresso, che il congresso ha deciso all'unanimità di non pubblicarlo, tra l'altro perché lo stesso Lenin non voleva e non chiedeva che fosse pubblicato. Tutto ciò l'opposizione lo sa non meno di tutti noi. Ciò nonostante l'opposizione ha l'ardire di dichiarare che il CC 'nasconde’ il 'testamento'. La questione del 'testamento' di Lenin risale - se non mi sbaglio - al 1924. Esiste un certo Eastman, un ex comunista americano, che in seguito è stato espulso dal partito. Questo signore dopo aver bazzicato a Mosca nell'ambiente dei trockijsti e aver raccolto alcune voci e pettegolezzi circa il 'testamento' di Lenin, se n'è andato all'estero dove ha pubblicato un libro intitolato “Dopo la morte di Lenin”, in cui non si fa risparmio di colore per denigrare il partito, il Comitato centrale e il potere sovietico, e tutto è costruito sulla supposizione che il CC del nostro partito 'nasconda' il 'testamento' di Lenin. Poiché questo Eastman una volta aveva avuto rapporti con Trockij, noi, membri dell'Ufficio politico, abbiamo proposto a Trockij di scindere le sue responsabilità da Eastman il quale, aggrappandosi a Trockij e citando l'opposizione, rendeva Trockij responsabile delle calunnie lanciate contro il nostro partito circa il 'testamento'. Data l'evidenza della cosa, Trockij effettivamente scisse le sue responsabilità da Eastman in una dichiarazione sulla stampa, pubblicata nel settembre del 1925 sul n. 16 del Bolševik. Permettetemi di leggere il passo dell'articolo in cui Trockij tratta la questione relativa al fatto se il partito e il suo CC nascondono o meno il 'testamento' di Lenin. Cito l'articolo di Trockij: 'In alcuni passi del libercolo di Eastman si dice che il CC ha 'nascosto' al partito una serie di importantissimi documenti scritti da Lenin nell'ultimo periodo della sua vita (si tratta di lettere sulla questione nazionale, del cosiddetto 'testamento', ecc.); questa affermazione non si può chiamare altro che calunnia contro il CC del nostro partito. Dalle parole di Eastman si può dedurre che Vladimir Il’ič avesse destinato alla stampa queste lettere, che avevano il carattere di consigli organizzativi interni. In realtà ciò è assolutamente falso. Vladimir Il’ič fin da quando cadde ammalato inviò più volte proposte, lettere ecc. alle istanze del partito e al suo congresso. Va da sé che tutte queste lettere e proposte arrivarono sempre a destinazione, furono portate a conoscenza dei delegati al XII e al XIII Congresso del partito, e sempre, s'intende, esercitarono la dovuta influenza sulle decisioni del partito; se tutte queste lettere non sono state pubblicate, è perché il loro autore non le aveva destinate alla stampa. Vladimir Il’ič non ha lasciato nessun 'testamento', e lo stesso carattere dei suoi rapporti col partito, come il carattere del partito stesso, escludevano la possibilità di un tale 'testamento'. La stampa dell'emigrazione, la stampa estera borghese e quella menscevica di solito ricordano come 'testamento' una lettera di Vladimir Il’ič (tanto alterata da essere irriconoscibile) contenente consigli di carattere organizzativo. Il XIII Congresso ha esaminato con grande attenzione anche questa lettera, come tutte le altre, e ne ha tratto le conclusioni conformi alle condizioni e alle circostanze del momento. Qualsiasi chiacchiera sull'occultamento o sulla violazione del 'testamento' è una maligna invenzione ed è interamente diretta contro l'effettiva volontà di Vladimir Il’ič e gli interessi del partito da lui creato' (vedi l'articolo di Trockij: A proposito del libro di Eastman 'Dopo la morte di Lenin', Bolševik, n.16, 1° settembre 1925, p. 68). Chiaro, mi sembra. Questo lo scrive Trockij, e non qualcun altro. Su che base ora Trockij, Zinov’ev e Kamenev blaterano che il partito e il suo CC 'nascondono' il 'testamento' di Lenin? Blaterare 'si può', ma occorre avere il senso della misura. Si dice che in questo 'testamento' il compagno Lenin proponesse al congresso che, data la 'rudezza' di Stalin, si dovesse pensare a sostituirlo con un altro compagno nella carica di segretario generale. È assolutamente vero; sì, io sono rude, compagni nei riguardi di coloro che in modo rude e perfido distruggono e scindono il partito. Questo non l'ho nascosto, né lo nascondo. Forse ci vorrebbe una certa dolcezza nei riguardi degli scissionisti, ma non da me la otterrete. Alla prima seduta dell'assemblea plenaria del CC dopo il XIII Congresso ho chiesto all'assemblea plenaria del CC di esimermi dalla carica di segretario generale. Il congresso stesso ha discusso la questione. Ogni delegazione l'ha discussa, e tutte le delegazioni, all'unanimità, compresi Trockij, Kamenev e Zinov’ev, hanno imposto al compagno Stalin di restare al suo posto. Che cosa potevo dunque fare? Fuggire dal mio posto? Non è nel mio carattere; non sono mai fuggito da nessun posto e non ho il diritto di farlo, poiché questa sarebbe una diserzione. Come ho già detto prima, non sono libero di disporre di me; quando il partito impone una cosa devo sottomettermi. Un anno dopo ho di nuovo chiesto all'assemblea plenaria di essere esonerato dalla carica, ma di nuovo mi è stato imposto di restare. Che cosa dunque potevo fare? Quanto alla pubblicazione del 'testamento', il congresso ha deciso di non pubblicarlo, perché era indirizzato al congresso e non era destinato alla stampa... L'opposizione punta tutte le sue carte sul 'testamento' di Lenin. Ma basta solo leggerlo questo 'testamento' per comprendere che le loro carte valgono nulla. Al contrario, il 'testamento' di Lenin è fatale per gli attuali capi dell'opposizione. È un fatto, invero, che Lenin nel suo 'testamento' accusa Trockij di 'non bolscevismo', e degli errori di Kamenev e Zinov’ev al tempo dell'Ottobre dice che non si tratta di errori 'casuali'. Che cosa significa ciò? Significa che politicamente non si può aver fiducia né in Trockij, che è malato di 'non bolscevismo', né in Kamenev e Zinov’ev, i cui errori non sono 'casuali' e possono ripetersi e si ripeteranno. È caratteristico il fatto che nel 'testamento' non vi sia né una parola, né un accenno agli errori di Stalin. Si parla solo della rudezza di Stalin. Ma la rudezza non è né può essere un difetto della linea o della posizione politica di Stalin”. (Iosif Stalin, dalla Sessione Plenaria del Comitato Centrale dell'ottobre 1927, disponibile in Opere complete, vol. X, pp. 185-189)
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
“Tra i miti che sono legati alla vita e all'opera di V. I. Lenin, il più subdolo, raffinato e al tempo stesso il più distruttivo nelle sue conseguenze politiche ed ideologiche è il mito del cosiddetto "Testamento Politico" di V. I. Lenin, che raccoglie un certo numero di documenti, conosciuti anche come "Ultimi articoli e lettere". Il problema scientifico che ci troviamo di fronte consiste nell'accertare che ciascuno di questi documenti sia effettivamente opera di V. I. Lenin. Quindi l'esame di tutti questi documenti è una questione di verifica. Queste lettere sono dattilografate. V. I. Lenin non ha firmato nessuno di questi documenti o lettere, ed essi non possono essere verificati come tali. La firma sotto il testo battuto a macchina è "AM. V." o "L.F." Queste iniziali non possono sostituire un documento autografo o una copia firmata da Lenin. È un fatto che la paternità di Lenin riguardo questi documenti, resa pubblica fin dall'inizio, malauguratamente non è mai stata messa in dubbio. Vi è stato il riconoscimento del fatto che essi sono stati scritti da V. I. Lenin. Ciò è stato accettato persino dallo stesso Stalin. […] Tuttavia, un'analisi scientifica esige che tali documenti siano esaminati dal punto di vista storico. Le analisi storiche non devono essere concepite per mostrare o provare che questo o quel documento non appartengono a V. I. Lenin. Piuttosto l'onere della prova deve pesare nell'altro senso: l'analisi deve provare che queste lettere appartengono effettivamente all'insieme delle opere che ricadono sotto la paternità di V. I. Lenin. L'autore ha studiato i documenti ed ogni possibile archivio disponibile di tutti i materiali, ed è giunto alla seguente conclusione. Parlando concretamente, nell'analisi del cosiddetto "Testamento" si applica la seguente logica: voi potete dividere i documenti in due parti: 1) quelli in cui la paternità di Lenin è dimostrata completamente e senza alcun problema attraverso metodi differenti, 2) quelli in cui la paternità di Lenin non può essere provata tramite alcun mezzo scientifico. A questo proposito dobbiamo dichiarare con forza che in nessuno dei testi di Lenin inconfutabilmente riconosciuti, e nella loro forma originale, è presente alcun pensiero o un'espressione contro Stalin. Tuttavia, in questa parte del controverso "Testamento" di V. I. Lenin (vale a dire ciò che noi riteniamo non appartenere alla mano di Lenin) avviene esattamente l'opposto: essa è piena di antistalinismo ed è politicamente motivata a questo fine.”
@AldoGiannuli_didattica
@AldoGiannuli_didattica 2 жыл бұрын
Non diciamo sciocchezze: Il testamento di Lenin fu riconosciuto dalal Krupskaja e comunque mai smentito da Stali, i dubbi furono proposti dai tardi epigoni dello stalinosmo. Nel testamento Lenin dice eslicitamente che il "giovanile menscevismo" non doveva essere imputato a Trotzkji che dopo essere entrato nel partito era diventato uno dei migliori bolscevichi. Quando si citano i documenti occorre averli letti.
@caroluscitra
@caroluscitra Жыл бұрын
​​@@AldoGiannuli_didatticaStepehn Kotkin, nella sua opera su Stalin, sostiene in maniera convincente che il testamento è tutta farina del sacco della moglie, il bollettino medico corrobora la salute di un Lenin incapace di parlare, a stento biascicava, figuriamoci dettare tutta quella pappardella di accuse. Certo, le mogli sanno sempre quello che pensano i mariti, qualche volta anche prima che i mariti pensino, ma qui siamo alla telepatia. Inoltre la moglie e il segretario litigarono violentemente dopo il secondo attacco di cuore di Lenin. Stalin offrì più volte le sue dimissioni, anche a ridosso del testamento, ma non furono mai accolte.
@Koba..
@Koba.. 11 ай бұрын
Grazie di cuore prof 🙏
@mauruccino
@mauruccino 2 жыл бұрын
Caro professore, che libro ci consiglia per una esaustiva e corretta storia dell'urss?
@renzogasperini3046
@renzogasperini3046 2 жыл бұрын
Tommaso Zaccheo nessuno dei più importanti storici ha mai affermato di una presenza in Italia di Stalin. Vedi: Andrea Graziosi Storia dell'Unione sovietica 1917/1991, il volume di Ulam dedicato interamente a Stalin. Ecc.
@AlbertoAvella
@AlbertoAvella 7 ай бұрын
Buonasera professore.
@giovannimaddaloni2845
@giovannimaddaloni2845 8 ай бұрын
relazione di una profondità incredibile
@veronicafrattini928
@veronicafrattini928 2 жыл бұрын
Grazie
@eugeniocamporato8427
@eugeniocamporato8427 2 жыл бұрын
Me la devo recuperare tutta questa serie. Grazie prof
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
27:50 Trotsky non fu neppure bolscevico in origine, con riferimento al 1905 "Durante l’intero periodo della sua attività, il Soviet di Pietroburgo ebbe alla sua testa un menscevico molto intelligente e scaltro, esperto nell’arte di combinare la sostanza menscevica con una fraseologia rivoluzionaria. Il nome di quel menscevico era Troskij. Era un menscevico genuino e autentico che non aveva alcun desiderio di un’insurrezione armata ed era totalmente avverso all’idea di portare la Rivoluzione al suo completamento, cioè di rovesciare lo zarismo." (M. N. Pokrovskij, Brief History of Russia, vol. II, p. 320)
@AldoGiannuli_didattica
@AldoGiannuli_didattica 2 жыл бұрын
ci sono tanti errori in quel che scrivi che non ho il tempo di correggere. Solo un consiglio; leggi la storia di Carr che forse impari qualcosa
@nicolorocca3228
@nicolorocca3228 2 жыл бұрын
Bellissima seria prof!❤
@antoniopandolfo5406
@antoniopandolfo5406 2 жыл бұрын
Professore le segnalo che il libro di Plechanov sulla personalità è attualmente reperibile, è pubblicato dall'editore Pgreco.
@AldoGiannuli_didattica
@AldoGiannuli_didattica 2 жыл бұрын
qyesta è una buona notizia, grazie
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
40:00 «La vittoria del socialismo in un solo paese non è fine a se stessa. La rivoluzione vittoriosa in un paese deve considerarsi non come un’entità a sé stante, ma come un contributo, come mezzo per affrettare la vittoria del proletariato in tutti i paesi. Poiché la vittoria della rivoluzione in un solo paese, in Russia nel nostro caso, non è soltanto il risultato dello sviluppo ineguale e della disgregazione progressiva dell’imperialismo. Essa è in pari tempo l’inizio e la premessa della rivoluzione mondiale» (Opere complete, vol. VI, Edizioni Rinascita, 1952, p. 471). Il dissidio tra Stalin e Trockij non verteva infatti sull’espansione internazionale della rivoluzione, sulla cui necessità tutti concordavano, bensì sulla possibilità di edificare il socialismo, cioè di instaurare rapporti di produzione socialisti, in un solo paese, la Russia nello specifico. E come si poneva Lenin al riguardo? Ecco il prosieguo della sua citazione: «Il proletariato vittorioso di questo paese, espropriati i capitalisti e organizzata nel proprio paese la produzione socialista, si solleverebbe contro il resto del mondo capitalista, attirando a sé le classi oppresse degli altri paesi, spingendole ad insorgere contro i capitalisti, intervenendo, in caso di necessità, anche con la forza armata contro le classi sfruttatrici ed i loro Stati» (Opere complete, vol. XXI, Editori Riuniti, 1966, p. 314). Attenzione ai participi passati, “espropriati i capitalisti e organizzata nel proprio paese la produzione socialista”: questo è esattamente ciò che Stalin intende per vittoria dell’edificazione del socialismo in un solo paese. E secondo Lenin questi processi possono precedere l’espansione internazionale della rivoluzione, dunque tra i due non c’è nessuna contraddizione al riguardo. Altrimenti non si capirebbe come Lenin potesse parlare (negli articoli Sull’infantilismo «di sinistra» e sullo spirito piccolo-borghese, Sull’imposta in natura, Sulla cooperazione, ecc.) di elementi socialisti nella struttura economica russa. Ecco perché in una prospettiva coerente con la teoria del capitalismo di Stato bisognerebbe negare fin dall’inizio la natura socialista delle trasformazioni sociali innescate in Russia, perché non si andò mai oltre l’industria statale e anzi l’epoca staliniana segnò un progresso in materia rispetto alla Nep di Lenin. L’industria statale non può essere socialista sotto Lenin e poi diventare, per qualche oscura ragione, capitalistica di Stato sotto Stalin.
@midas12522
@midas12522 2 жыл бұрын
Ganzo
@viadipre5471
@viadipre5471 2 жыл бұрын
Professore però faccia attenzione, Lei sa meglio di me che Trotsky si rifiutò di prendere il potere perchè testualmente "sarei stato io lo Stalin bonapartista distruttore della rivoluzione"
@cirrosiphdrone3182
@cirrosiphdrone3182 2 жыл бұрын
Grazie prof 😊
@eugeniorossi1384
@eugeniorossi1384 2 жыл бұрын
Molto interessante. Comunque secondo me il problema di fondo è che il comunismo così come delineato da Marx era semplicemente un'utopia. Anzi non era neanche delineato, nelle sue opere mancano dei riferimenti concreti a come costruirlo. Quindi i leader bolscevichi, dopo la rivoluzione si trovarono di fronte a problemi che non erano stati neanche immaginati. E chiedersi chi avesse ragione tra questo e quello non ha senso, perché la centralizzazione del potere sempre più spinta è stata una caratteristica del socialismo in tutti i paesi in cui è stato realizzato. Alla fine con Stalin si passa semplicemente da un'oligarchia in cui tutto il potere è in mano a cinque o sei persone ad una monarchia in cui tutto il potere è in mano ad una sola persona. E questa è una soluzione che è stata adottata anche da altri paesi, basti pensare alla Cina di Mao o alla Corea del Nord.
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
8:40 ci sono i bei documentari di RAI Storia l'esoterismo del comunismo
@mala19297
@mala19297 2 жыл бұрын
10:40 anche Stalin andò a Vienna per poco tempo con Lenin
@alessandroagrati6651
@alessandroagrati6651 2 жыл бұрын
A mio parere la Russia attuale non ha molto a che vedere con l'Unione sovietica, se non per quanto riguarda gli interessi geostrategici. Il "putinismo" non ha una vera e propria connotazione ideologica. Si tratta di una "dittatura 2.0": contrariamente alle dittature degli anni 30, che apertamente osteggiavano la democrazia e il parlamentarismo, giudicati come "il male", sostenendo invece la necessità di un capo supremo, qui si mantengono le forme di un governo rappresentativo, rispondendo a tutte le accuse di essere poco democratici con il fatto che neppure chi critica è davvero democratico... Gli americani discriminano i neri, gli ucraini sono fascisti, ecc. La coalizione che sostiene Putin ha idee che vanno dal nostalgismo sovietico ( della grandezza e potenza, non tanto del socialismo in se) all'ultra nazionalismo panslavo. Paradossalmente i liberaldemocratici filo occidentaliche si oppongono a Putin sono accusati di essere "estremisti"...
@viadipre5471
@viadipre5471 2 жыл бұрын
Putin è un antinazionalista russo (Solzenicyn e Vecchi Credenti) essendo eurasista e legato alla Chiesa che non ha nulla a che vedere con Vecchi Credenti
@alessandroagrati6651
@alessandroagrati6651 2 жыл бұрын
@@viadipre5471 antinazionalista non direi. Il discorso religioso non lo tocco ma mi sembra anche quello una forzatura
@viadipre5471
@viadipre5471 2 жыл бұрын
@@alessandroagrati6651 I Vecchi Credenti erano nazionalisti furono sterminati dall'alleanza trono altare! Putin ripropone in chiave neostalinista e neomarxista l'alleanza trono/altare, d'altronde già Lenin e Trotsky una parte di cristiani li sterminarono un'altra li ricicciarono quali "innovatori religiosi", nulla di nuovo, bolscevismo clericale. Azov casomai è destra nazionale no Putin
@zodiaco5526
@zodiaco5526 2 жыл бұрын
"Qui si varrà la tua nobilitade!"
@zodiaco5526
@zodiaco5526 2 жыл бұрын
"Facesti come quel che va di notte e porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte." Grazie.
@eugeniocamporato8427
@eugeniocamporato8427 2 жыл бұрын
Sarebbe una citazione o cosa? Sono molto curioso. Grazie
@zodiaco5526
@zodiaco5526 2 жыл бұрын
@@eugeniocamporato8427 Salve. È tratto dal XXII Canto del Purgatorio di Dante. È l'elogio che il poeta Latino, Stazio, rivolge a Virgilio. E che io ho "girato" al professor Giannuli. Buona giornata.
@eugeniocamporato8427
@eugeniocamporato8427 2 жыл бұрын
@@zodiaco5526 dopo le mille e passa pagine del don quichotte dovrei iniziare sseriamente la divina commedia. Grazie e buona serata a lei
@zodiaco5526
@zodiaco5526 2 жыл бұрын
@@eugeniocamporato8427 Ecco, il "Don Quixote" del buon Cervantes mi manca. E sì che ho letto "Il dottor Zivago" di Pasternak. Dovrò rimediare. Grazie del suggerimento. Buona serata.
@eugeniocamporato8427
@eugeniocamporato8427 2 жыл бұрын
@@zodiaco5526 si io l'ho scritto italianizzato. Non ho mai riso tanto in vita mia leggendo un libro. Lo legga presto. Una buona serata a lei
@Boney1992
@Boney1992 2 жыл бұрын
Non sono d'accordo sulla caratterizzazione di Trotsky come un teorico. Era un ottimo funzionario e organizzatore anche nella pratica. Si pensi solo all'ottimo lavoro fatto nella costruzione dell'Armata Rossa (dove insisté per inserire gli specialisti, che furono decisivi per la vittoria, proprio contro il parere di Stalin). Comunque in prospettiva Stalin potrebbe essere visto come una edizione marxista del panslavismo (quindi della Russia come "altro" rispetto all'Europa) mentre Lenin e Trotsky come l'edizione marxista dell'attrazione verso l'Occidente inaugurata da Pietro il Grande.
@giovannicolpani3345
@giovannicolpani3345 Жыл бұрын
Gnoooo non era vero comunismo! Gnooo è colpa del seminario di Tbilisi!
@lupettoversilia
@lupettoversilia Жыл бұрын
😃😃😃😃😃
@edoardobarsotti902
@edoardobarsotti902 2 жыл бұрын
La capitale del Kazakistan è Nur Sultan: roba da Corea del Nord
@jerckmeoff7762
@jerckmeoff7762 2 жыл бұрын
Stalin era un gran figlio dibuttana
@tommasozaccheo8764
@tommasozaccheo8764 2 жыл бұрын
MA... mi perdoni professore. Lei dice che Stalin non è mai stato all'estero. Ma quindi chi parla di un soggiorno di Stalin in Italia, ad Ancona, nel 1907 facendo il portiere di notte, mente, dà adito ad una leggenda mai provata ? Ci sono prove schiaccianti contro questa ricostruzione ?
@AldoGiannuli_didattica
@AldoGiannuli_didattica 2 жыл бұрын
Non mi risulta questo soggiorno che comunque dovrebbe essere stato di breve durata, direi brevissima perchè i vari biografi non ne parlano. Peraltro non mi pare che ad Ancona ci sia alcuna lapide che lo ricordi (come ad esempio c'è aa Milano per il soggiorno di Ho Chi Min). Però mi ha messo una pulce nell'orecchio e indagherò
@AldoGiannuli_didattica
@AldoGiannuli_didattica 2 жыл бұрын
c alcoliamo anche le gite fuori porta ed i week end?
@tommasozaccheo8764
@tommasozaccheo8764 2 жыл бұрын
@@AldoGiannuli_didattica Giustissimo. La ringrazio per la risposta e concordo anche con chi, come @RenzoGasperini, ricorda che i massimi esperti di storia russa, Graziosi in primo luogo, non ne parlano. Tuttavia qualche anno fa usci' un libro che a quanto pare documentava, ma temo per lo più tramite testimoni, non credo tramite documenti, questa sua permanenza italiana, prima, per poi ragiungere il centro Europa. Più in generale, mi chiedo come nasca questo mito, probabilmente falso.
@gianclaudiocalderara8288
@gianclaudiocalderara8288 Жыл бұрын
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