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Alcuni interessanti reperti di archeologia elettrica sono al centro della nostra attenzione nell'esplorazione di oggi. Sono vecchi impianti idroelettrici in disuso che hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo delle prime attività industriali della zona, già a partire dal 1898. In quell'anno infatti è stata inaugurata la prima centrale per fornire l'energia elettrica alla cartiera, appartenente ad un noto imprenditore della zona, il quale è stato tra i primi a credere in questa grande innovazione tecnologica che era ancora agli albori.
La prima centrale sembra molto vecchia, probabilmente risale all'inizio degli anni '50. Non abbiamo molte informazioni su questo impianto, sappiamo solo che è stata ricostruita dopo la guerra, sulle macerie della sua antenata, andata distrutta dai bombardamenti tedeschi del 1944.
Nella sala macchine erano installati 2 gruppi, di cui ne è sopravvissuto solo uno, quasi intatto. Questi erano composti da una turbina Pelton con accoppiato un alternatore ad asse orizzontale, il quale potrebbe essere di produzione Tecnomasio-Brown Boveri. A giudicare dal tipo di avvolgimenti e isolamento dei fili, la potenza poteva arrivare a qualche centinaio di KW per ciascuna macchina. Attualmente l'edificio è adibito a deposito materiali.
L'esplorazione continua nella seconda centrale, la quale è decisamente più moderna: si tratta di una mini hydro risalente agli anni '60, dotata di 2 turbine Francis con alternatori da 170 KW ciascuno.
Ci mettiamo nuovamente in cammino, per raggiungere la diga, ma poiché il sentiero che risale il fondo valle non è per nulla agevole, siamo costretti a tornare indietro e risalire lungo l'unica strada rotabile di 4 km che raggiunge lo sbarramento.
La diga è stata costruita nei primi anni '50, è a doppia curvatura, alta 45 m, con scarico a stramazzo sul lato destro. L'acqua del suo invaso serve ad alimentare, mediante condotte in galleria, le centrali attualmente attive nella zona.
All'estremità superiore del lago artificiale c'è la terza centrale, disattivata negli anni '90. Essa è stata danneggiata da una frana, e attualmente risulta completamente allagata. La configurazione è simile a quella vista nella seconda centrale a valle, ma qui le macchine sono più grosse, in particolare gli alternatori, da cui si intuisce che la potenza installata era superiore.
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