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Traduzione testo:
Era già da un po' che non passavo sulla piazza,
a Campomorone di mattina c'è quell'odore buono di focaccia,
la gente che passa si ferma a comprare,
esce, mangia, va in giù a lavorare.
Prendi la macchina o lo scooter, il treno o l'autobus,
c'è sempre pieno di giovani a Pontedecimo in stazione,
c'è sempre quello pelandrone che poi dorme sui banchi,
ci sono tanti senza lavoro che faticano ad andare avanti.
Ragazzi siamo stanchi e di soldi non ce ne sono qui
c'è da fare i conti anche con l'aumento dell'A.M.T,
di tasse siamo pieni, non siamo molto avari,
a volte un po' orsi, di sicuro straordinari...
E non importa se non sei nato sotto alle sue porte,
la lanterna ti illumina anche se ha le luci spente,
e si sente quando sei lontano dalla tua città:
i suoi colori, i suoi odori ti restano per l'eternità.
A volte voglia di andare lontano, io qui non ci posso stare,
mi sento stretto così tanto che mi sento male,
non ci vado a casa, qui sono tutti vecchi e giovani vanno
a cercare fortuna a largo, come le navi prendono il mare,
ma nei caruggi, corri e scivoli, le riviere con i loro scogli,
i monti, i forti come luci nei miei occhi,
i racconti di mio zio, le sere tutti arzilli
che se vanno un po' di bicchieri cominciamo a cantare i trilli.
Sono stornelli di quelli in genovese che ti tirano su il cuore,
sono stornelli di un giovane di paese, non è solo tradizione, ma c'è molto di più.
Genova sei come una sirena che esce dal mare e si siede sulla riva,
puoi amarla, puoi odiarla, ma ti resterà sempre vicina.
Storie di marinai, di "camalli" e di denaro,
gente partita per mare che non è più tornata indietro,
gente che vive lontano e io canto ancora più forte
per arrivare con la voce a Calasetta e a Carloforte;
la radice che resta non la puoi tagliare,
sotto la scorza dura, ti piace ricordarla:
Genova, non va via, se la lasci prima o poi
ti verrà la nostalgia...
Odore di basilico, di vino buono e di pinoli,
viene fame se ripenso a mia nonna e ai suoi ravioli
e i "frixieu"...odore di stoccafisso e baccalà,
ora per strada la gente mangia anche il kebab.
C'è movimento nei "caruggi" quand'è venerdì,
giri senza una meta alle due...di mattina...
incontri qualcuno, si beve ancora un po',
a volte vuoi dormire..."Aspirare e soffiare non si può".
Genova non ti lascia stare, ti costringe anche a pensare,
a volte ti stufi e cominci a litigare, ma in realtà lei lo sa
che è la normalità...
i genovesi sono buoni a lavorare e a lamentarsi...
Ma ti hanno sempre voluto bene, buona e cattiva sorte,
quando eri in disgrazia e quando eri ancora più forte,
quando ti hanno salutata con grande sentimento,
ci sarà un perché ti han dedicato "Ma se ghe pensu"...
Sono stornelli di quelli in genovese che ti tirano su il cuore,
sono stornelli di un giovane di paese, non è solo tradizione, ma c'è molto di più.
Genova sei come una sirena che esce dal mare e si siede sulla riva,
puoi amarla, puoi odiarla, ma ti resterà sempre vicina.
Mike from Campo