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Visioni (im)possibili: Comunicazione, utopia, progetto nelle collezioni CSAC a cura di CSAC 21 gennaio - 21 aprile 2024
Dalla radio “cubo” di Brionvega alla libreria Glifo, dal faretto Ventosa ai servizi per la tavola di Sambonet questi oggetti d’uso comune, diventati vere e proprie icone del design, raccontano perfettamente lo spirito e le idee degli anni Sessanta.
Lasciati alle spalle gli anni bui e devastanti dei conflitti mondiali e della ricostruzione post-bellica, gli anni Sessanta si aprono con una ventata di spensieratezza e ottimismo dovuta al boom economico che determina un arricchimento e un benessere diffuso. È in questo quadro che si inserisce perfettamente il design italiano di questi anni. Lo spirito di cambiamento che soffia impetuoso porta i brillanti designer dell’epoca a ricercare ad ogni costo il nuovo, l’originale.
Tutto viene messo in discussione, niente deve essere scontato, la carica di innovazione del background culturale, artistico, musicale e sociale si riflette anche all’interno delle case.
Si da spazio a colori forti e pattern psichedelici, si propongono forme insolite e si sperimentano nuovi materiali, in primis la plastica in tutte le sue varianti. Queste diventano il materiale di riferimento di gran parte del design italiano grazie sì ai vantaggi tecnici che offrono ma anche per il forte messaggio innovativo che sono in grado di trasmettere: “materiali nuovi per oggetti nuovi; materiali artificiali per l’uomo moderno”.