Bello sentirlo - finalmente - dire. A mio personale parere la narrazione freudiana ha avuto senz'altro i suoi buoni motivi per essere stata concepita in un certo modo, un po' ideologici senz'altro, e mi sta venendo in mente la concezione dello yetzer ha ra ebraico, che già sarebbe un lungo discorso, nonchè il caso giuridico ebraico del ben sorè umorè, da cui sembra aver pescato a piene mani tutta la sua tecnica comunicativa verso l'esterno, la narrazione, appunto; poi però bisogna sempre considerare cosa c'è nascosto dietro questa facciata; quindi non sempre e non soltanto ideologici (quantunque un bel po' si), dato che in qualche modo funziona per ciò per cui deve e laddove deve; certo, anche con una certa serie di effetti collaterali indesiderati, un po' a pioggia. Altre culture, diverse da quella ebraica, lavorano molto di più sulle naturali "protezioni della mente", che virgoletto perchè è il significato della parola man-tra. Non credo che Freud credesse nel peccato originale perchè non è la lettura ebraica di quell'episodio biblico; lo yetzer ha ra, inclinazione al male è l'istinto, reputato necessario per la sopravvivenza e pertanto insopprimibile, compensato dallo yetzer ha tov, l'inclinazione al buono ed al bene, e questi sono i due elementi della natura umana; ahimè la compensanzione dello yetzer ha tov giunge solo con la maggiore età quando viene ricevuto il matàn torah (dono della legge). Certamente non è una visione troppo positiva dell'uomo, che sicuramente non viene visto come una natura di buddha sin dal principio.
@felice.perussia2 жыл бұрын
👍
@gattafuffa43546 жыл бұрын
Chi abbia osservato i meccanismi di difesa "in azione" ha potuto constatare quanto siano disfunzionali. Credo fosse scontato per gli psicoanalisti che li hanno osservati e classificati (ed inevitabilmente teorizzati) che non si trattasse della semplice applicazione di risorse di problem solving possedute da tutti gli esseri umani, delle quali sono una distorsione patologica (distorsione da un punto di vista quantitativo e qualitativo). Tale distorsione nasce dall'enormità del "problema" che li attiva. E' certo vero che trattasi di tentativi di soluzione (e la loro assenza sarebbe disastrosa) ma ben presto diventano parte integrante del "problema" stesso e le relazioni di causa-effetto si fanno difficili da districare (come se il "problema" fosse un buco nero ed inglobasse qualsiasi cosa si affacci nel suo orizzonte...). La psicoanalisi non è "vecchiume" da mettere in soffitta (o nello scantinato...), le sue acquisizioni sono tutt'ora valide ma la sua applicazione clinica richiede del talento personale e soprattutto è antieconomica.
@felice.perussia6 жыл бұрын
Giusto. Parlare di meccanismi di difesa per indicare il nostro rapporto con il mondo è un modo per catalogare come naturalmente disfunzionali e quindi malate le nostre strategie cognitive in generale. Si tratta di un’ottima strategia per poter definire la condizione umana come nevrotica e biologicamente malata per definizione. Risulta molto efficace per promuovere la professione psichiatrica (siete tutti “enormemente” nevrotici, anche se non lo sapete, e quindi per definizione siete miei potenziali pazienti, se non altro come profilassi o vaccino preventivo) ché altrimenti il prendersi cura delle persone diventa una questione filosofica, psicologica, di formazione personale ma non certo di competenza bio-medica. Del resto: Freud si è sempre correttamente proposto come un medico che si occupa di malati nevrotici e non s’è mai sognato di presentarsi come uno psicologo in vita sua. Ottima strategia, visto che il curriculum medico è (quasi sempre) privo di formazione psicologica e non offrirebbe alcun titolo per occuparsi di consulenza psicologica. La psicoanalisi ottocentesca è un’interessante filosofia come altre, per le quali la categorie del “vecchio” ha un senso molto relativo (Platone è vecchio? E in tal caso: viva il vecchio!).
@gattafuffa43546 жыл бұрын
Certo, quello che Lei descrive è un utilizzo distorto delle acquisizioni della psicoanalisi messo in atto da una parte della psichiatria (esistono anche ottimi psichiatri psicoterapeuti che mai mai si cimenterebbero in simili generalizzazioni). Il modo migliore per arginare le pretese totalitarie di certa psichiatria (spesso asservita a gruppi di potere che nulla hanno a che vedere con la salute pubblica) è quello di dare alla psicologia una valenza clinica e far proprie le "conquiste" degli psicoanalisti "classici" (Anna Freud non è ottocentesca, come non lo è Melanie Klein...) senza relegarle all'ambito filosofico da un lato e senza estenderle al di fuori dell'ambito clinico dall'altro. Un passo avanti è stato fatto a livello universitario con l'inclusione delle facoltà di Psicologia all'area medica. Un'auspicabile sinergia tra prospettive dinamica, cognitiva (e neuroscienze) e una "sana" psichiatria (perché in alcuni casi gli psicofarmaci sono indispensabili, con un utilizzo ben delimitato) è secondo me possibile in questo momento storico, per "coprire" tutte le problematiche e ridurre il raggio d'azione della psichiatria "totalitaria". A mio parere promuovere gli approcci cognitivi da soli lascerebbe campo libero agli psichiatri totalitari, come pure sostenere che Freud (e Jung) con tutta la psicologia dinamica che ne è seguita siano "filosofia"...
@felice.perussia6 жыл бұрын
Sviluppare una coscienza critica su quello che si fa nella pratica professionale è un gran fatto. Speriamo che siano sempre di più a indagare analiticamente quello che stiamo facendo in ambito filosofico. Sarebbe un passo avanti per tutti.