Ripetere senza ripetere. Il significato della ripetizione nell'apprendimento

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Biella Cresce

Biella Cresce

Күн бұрын

In questo episodio dell'Approfondimento, il ventesimo, capiremo meglio qual è il significato della ripetizione nell'apprendimento e come costruire dei percorsi didattici che privilegino la strategia e il problem solving.
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In questo episodio:
00:00 Introduzione
05:15 Differenze tra approccio prescrittivo ed euristico
09:37 L'approccio prescrittivo (o cognitivo)
24:58 Critiche all'approccio prescrittivo
29:25 L'approccio euristico (o ecologico-dinamico)
39:46 La danza tra i due approcci
48:34 Come scegliere l'approccio giusto nel momento giusto
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Link utili:
C. Pesce, «Insegnamento prescrittivo o apprendimento euristico?», SdS - Rivista di cultura sportiva, n. 55 (2002): 10-18. www.unife.it/medicina/scienzem...
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Quando è meglio spiegare (approccio prescrittivo) e quando è meglio lasciare che i ragazzi arrivino da soli a una soluzione (approccio euristico)? Per rispondere abbiamo ripreso in mano un articolo del 2002 di Caterina Pesce, oggi professoressa associata dell’Università di Roma Foro Italico e una degli ospiti del nostro Coschooling Forum 2021. L'articolo si intitola Insegnamento prescrittivo o apprendimento euristico? ed è apparso su SdS - Rivista di cultura sportiva
Nel campo dell'apprendimento motorio, chi applica pedissequamente alcune teorie scientifiche di riferimento finisce per scomporre i movimenti degli atleti in piccoli pezzi e allenare ognuno di questi pezzi separatamente. Dopodiché passa ad allenare le variazioni di quel movimento in contesti diversi. Questo approccio, però, quando è spinto troppo oltre finisce col separare movimenti che in un contesto naturale e spontaneo sono in continuità oppure in sincronia, finendo col generare più danni che benefici. Un altro esempio è l'allenamento di un movimento "a secco", ovvero senza la palla o la pallina negli sport che la prevedono: separare il gesto atletico dal tracciamento della traiettoria della palla e dalla reazione all'oggetto in movimento non offre la garanzia che quel gesto risulterà migliorato anche in contesti reali, nei quali la palla è presente.
La vita è fatta molto più di domande aperte che di domande che hanno già una risposta. Per questo l'approccio prescrittivo che punta a mostrare una soluzione fissa per un dato problema è da usare con cautela nel contesto dell'apprendimento. Vale a scuola, dove sperimentare soluzioni diverse a un problema è spesso più importante che memorizzare una soluzione imparata meccanicamente. Vale a casa, dove è importante lasciare ai bambini l'autonomia di scoprire, esplorare e applicare il gioco libero invece che dedicarsi solamente a giochi in cui le regole sono già fissate in precedenza. E vale anche nello sport, dove esistono spesso innumerevoli modi di eseguire un gesto atletico ed è limitante prescriverne uno in particolare.
L'approccio euristico, o ecologico-dinamico, è stato proposto da Nikolai Bernstein e James Gibson. Bernstein in particolare ha sollevato un problema che è divenuto famoso come "il problema di Bernstain" ed è la variabilità: anche se una persona è istruita ad eseguire un movimento più volte in maniera identica non lo esegue mai esattamente allo stesso modo, rimane una variabilità intrinseca. Ne è nato questo approccio euristico in cui la ripetizione non è della soluzione, ma del processo che porta alla soluzione. Dunque si allenano gli atleti (o gli studenti) a far emergere soluzioni spontanee.
L'uso di un approccio euristico non esclude del tutto quello prescrittivo. I due approccio possono essere usati insieme, a seconda della circastanza e degli obiettivi dell'apprendimento. La conclusione che possiamo trarre è imparare a danzare tra queste due prospettive.
Ma come si svolge questa danza? Innanzitutto non pensando che c'è uno schema fisso dove prima arriva l'approccio prescrittivo, di insegnamento delle basi, e poi quello euristico. Molte basi sono più solide e interiorizzate se apprese attraverso esperienze libere (dunque euristiche).
Se non c'è una prevalenza teorica dell'uno sull'altro, c'è però una mancanza di uno dei due approcci. Siccome l'apprendimento è più spesso visto con l'atteggiamento prescrittivo, l'appello è ad aumentare la componente euristica perché in questo momento c'è più bisogno di questo approccio.
Una linea guida per gestire il processo di apprendimento è sentirsi sempre dentro il percorso insieme all'atleta o allo studente. Questo atteggiamento è d'aiuto nel riconoscere quando è meglio l'atteggiamento prescrittivo e quando quello euristico.

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