Seapower: la strategia per dominare i mari

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In Geopolitica Veritas

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Күн бұрын

Il termine supremazia marittima - o 'seapower' in inglese, viene spesso utilizzato per descrivere il potere che alcuni Stati esercitano sul mare. Che cosa si intende peró effettivamente con questa espressione? La supremazia marittima equivale a quella navale? Scopritelo insieme a noi in questo video!
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Bibliografia:
Seapower: A Guide for the Twenty-First Century: amzn.to/3CEx73h
Principles of Maritime Strategy: amzn.to/3nV0Dxr
Consigli di lettura:
Limes, Gerarchia delle onde: amzn.to/3o3xNea

Пікірлер: 9
@longhisnaipa5823
@longhisnaipa5823 2 жыл бұрын
Un consiglio: alzare un pochino il volume del video, perché da cellulare senza cuffie è molto basso, e pure con le casse che ho io se faccio un po' di rumore già mi perdo delle parole
@HERCULES-im1sq
@HERCULES-im1sq 3 жыл бұрын
Bellissimo video, volevo chiederti anche se ci sono strategie politiche e commerciali sulle acque dei fiumi... Mi sembra che stanno aumentando le dighe o sbaglio? Bellissimo video comunque🙏😊
@InGeopoliticaVeritas
@InGeopoliticaVeritas 3 жыл бұрын
Ciao! Bella domanda, in effetti non ho parlato di questo tipo di acque! I fiumi sono particolari perchè, come il mare, possono diventare facilemente tanto una risorsa che un ostacolo per il mantenimento di uno Stato. Sto parlando in questo caso della connessione geografica fra diverse parti del Paese. Un esempio di questo sono i numerosi fiumi che attraversano l'East Coast degli USA. Scorrendo da Ovest verso Est, dividono piú che connettere i vari Stati di quella zona. Questo ha ripercussioni sul commercio interno, sul trasporto di uomini e mezzi e limita indirettamente anche il sentimento di appartementza alla nazione. Un altro aspetto interessante è quello militare. Un fiume si puó trasformare presto da asse di sviluppo politico ed economico ad un'arteria esposta quando non difeso sufficentemente. È il caso del fiume Missisipi, la cui valle è uno dei fulcri della vita economica degli Stati Uniti, ma che rimane molto esposto, fatto per il quale gli USA preferiscono mantenerlo ben sorvegliato posizionandosi in nodi strategici per tenere eventuali scontri lontani da questa zona, nel Golfo del Messico vicino al Messico, tenuto sempre d'occhio dagli statunitensi come un possibile fonte di pericolo, memori di quando New Messico e Texas erano messicani. Un altro esempio famoso è il Tevere, risalito da truppe arabe nell'VIII secolo che saccheggiarono Roma, o la risalita del Tamigi da parte di un esercito vichingo nel IX secolo.
@pescerosso8915
@pescerosso8915 3 жыл бұрын
Ho riascoltato a distanza di qualche settimana questa bell'analisi perché avevo la sensazione mi fosse sfuggito qualcosa durante il primo ascolto ed in effetti è stato così. Non avevo colto a pieno quelle che devono essere le priorità tattiche per una corretta strategia marittima. Se ho ben compreso l'intero discorso la tattica principe della strategia navale è cercare di prevenire lo scontro anziché vincolo.
@InGeopoliticaVeritas
@InGeopoliticaVeritas 3 жыл бұрын
Grazie per la domanda :) L'obbiettivo della strategia marittima è lo stesso di quella terrestre, ossia la persecuzione degli obbettivi dello Stato con mezzi differenti. In questo senso il controllo del mare (cosi come la deterrenza ed il controllo dello spazio marittimo) puó passare attraverso tattiche differenti. Corbett pone l'accento sulla deterrenza ed il controllo (blocco dei porti, difesa del proprio commercio, capacità di far temere al nemico di mettere navi in mare). Ciò riflette la grande espansione dell'impero britannico ai tempi di Corbett. Non si può essere ovunque contemporaneamente, quindi è meglio essere dove si sa che il nemico cercherà di muovere le sue truppe (ad esempio il blocco del porto di Brest da parte inglese durante le varie guerre con la Francia). Mahan per contro ha una prospettiva piú votata all'offesa, basata sulla distruzione della flotta avversaria. L'idea è quella di costituire una forza capace di andare testa a testa con le principali marine europee, forzando queste ultime a rispettare la sfera di influenza americana. Apparentemente sembrano due tattiche inconciliabili, ma credo che le due prospettive non si escludano affatto. Piuttosto, si tratta di modi diversi per espandere un'influenza sulle acque. L' Inghilterra di Corbett puó ancora permettersi di prevenire lo scontro, gli USA di Mahan sono una potenza con una capacità navale contenuta, che quindi deve espandersi dotandosi della capacità di affrontare possibili rivali sul mare. Ma anche nel caso di Mahan si tratta di acquisire la capacità di fronteggiare le flotte piú potenti, lasciando nell'incertezza e nel dubbio alleati e nemici di taglia minore. C'è in questo una grande lucidità nel riconoscere l'aspetto dipomatico del potere marittimo. In entrambi gli autori ritroviamo quindi la flotta come mezzo, non come fine, della politica, anche se di una politica intesa come policy dettata dalle condizioni geografiche nelle quali si trova uno Stato e non "fatta a tavolino" da un partito politico o da un leader.
@pescerosso8915
@pescerosso8915 3 жыл бұрын
@@InGeopoliticaVeritas ti ringrazio per la risposta, davvero interessante. La voglia di recuperare entrambe le opere degli autori è sempre maggiore. Credi si possa ravvisare una certa similitudine tra i due approcci descritti, quello più aggressivo di Mahan e quello più contenitivo di Corbett, con l'attuale scontro Cina - Stati Uniti?
@gianluca5244
@gianluca5244 3 жыл бұрын
Gran bel video, concordo che il potere marittimo sia ancora quello più importante rispetto agli altri (terrestre, aereo, cyberspazio, spazio) anche se deve ovviamente essere integrato con gli altri. Detto ciò, i miglioramenti nej missili supersonici e ipersonici potrebbe rendere molte navi (portaerei, fregate, cacciatorpedinieri etc) obsolete in quanto non potrebbe avvicinarsi molto al bersaglio. Pensi che le Nazioni che svilupperanno queste armj (Russia gia ce l’ha) potrebbero erodere il poterete marittimo Americano (almeno in potenza)?
@InGeopoliticaVeritas
@InGeopoliticaVeritas 3 жыл бұрын
Ciao Gianluca e grazie per la domanda! Sicuramente l'utilizzo di missili a lungo raggio puó essere un problema per marine sottoaviluppate. Tuttavia questo genere di discorso veniva fatto anche alla fine del XIX secolo, quando la capacità offensiva della flottiglia stava aumentando grazie ai primi missili e alle mine acquatiche, al punto da spingere alcuni strateghi militari a proporre di sostituire le navi piú grandi con navigli piú piccoli armati di missili e siluri. Non indifferente era l'impatto dei sommergibili. Per rispondere alla tua domanda, nonostante lo sviluppo di nuove armi che mettevano piú in difficoltà le imbarcazioni piú grandi, il XX secolo divenne l'era delle portaerei e si assistette all'aumento di dimensioni delle fregate. Le navi piú grandi presentano tuttora numerosi vantaggi, anche se esposte ad attacchi missilistici: - possono ospitare sistemi di difesa piú completi e complessi rispetto agli anni precedenti - le portarei sono in grado di neutralizzare attacchi missilistici grazie ad artiglieria e caccia - navi cosi grandi servono da vere e proprie basi mobili, piú vantaggiose per spostare truppe e meno vessanti sulle popolazioni locali Inoltre, utilizzare solamente missili non fa vincere le guerre, che si basano essenzialmente sul controllo del territorio, non sulla capacità missilistica, che semmai serve da difesa delle postazioni o da supporto alle operazioni di terra. Imbarcazioni e forza missilistica servono scopi tattici diversi, non vedo un futuro nel quale la marina venga sostituita dai primi.
@gianluca5244
@gianluca5244 3 жыл бұрын
@@InGeopoliticaVeritas Grazie mille per l’esaustiva risposta!
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