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Sindrome dell’impostore: ti capita mai di pensare che il successo che hai raggiunto non sia merito del tuo duro lavoro ma della fortuna o della fatica altrui?
La sindrome dell’impostore è una condizione in cui l’impostore, o presunto tale, teme che le persone intorno a lui prima o poi si renderanno conto che i risultati che ha raggiunto o il posto che occupa non siano, in realtà, merito suo.
A questo proposito, condivido con te 2 riflessioni pratiche da mettere in atto quando ti trovi in mezzo a questi pensieri:
3:07 1) Se non stai cercando di imbrogliare qualcuno, non sei un impostore
3:36 2) Concentrati sulle azioni che puoi mettere in campo per sostanziare i tuoi titoli e risultati
Questi i miei due spunti per te. Fammi sapere cosa ne pensi o quali strategie tu stesso utilizzi per scendere a patti con la sindrome dell'impostore. Ti aspetto nei commenti ;-)
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#sindromeimpostore #successo #psicologia
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“Cari amici, capita solo a me o capita anche voi che ogni tanto arrivi quella vocina interiore che dice che non siete abbastanza, che non ce la fate, che siete degli impostori? Questa voce interiore viene da alcuni definita come sindrome: "la sindrome dell'impostore". Ed è abbastanza diffusa. Io, a periodi alterni, ne sono affetto; e quando do troppa corda a questa voce è un vero problema. L'impostore è convinto di essere un ciarlatano che occupa un posto che non merita. Pensa che gli altri, prima o poi, si sveglieranno e se ne accorgeranno. Per giunta, di fronte a nuovi successi e a nuove conferme, non è che si tranquillizzi. Anzi, si agita sempre di più.
Quando, ad esempio, io dissi pubblicamente che entro qualche mese avrei partecipato al TEDx, ricevetti un sacco di complimenti. Ma più complimenti ricevevo e più mi ripetevo: - porca miseria, Luca, non hai niente di intelligente da andare a dire a quella platea. Come farai? Non ce la farai. -
Oppure: quando ho scritto il mio libro "Fattore 1%", ho pensato che la gente l'avrebbe trovato banale o difficilmente declinabile nella propria quotidianità. E più succede che il mio speech ai TED viene visto e che il mio libro viene venduto, più mi rassereno e mi tranquillizzo da un lato, ma dall'altro, ogni tanto, viene fuori quella vocina interiore che mi dice: - ma come fa la gente, Luca, a darti ancora tutta questa credibilità? -
Allora, partendo da queste premesse e dal fatto che ogni tanto io sono colpito dalla sindrome dell'impostore, vorrei condividere oggi con voi due riflessioni pratiche che metto in atto quando sono in mezzo a questi pensieri, nella speranza che magari possano tornare utili anche a voi, qualora aveste anche voi la sindrome dell'impostore.
1) Se tu fossi un impostore, non avresti la sindrome dell'impostore. Cioè: gli impostori veri sono bugiardi, sono inclini a raggirare gli altri. Tu stai cercando di truffare qualcuno? Se la risposta è no, puoi stare sereno. Perché sono gli stupidi ad essere iper-sicuri; al contrario, gli intelligenti coltivano il dubbio. Se tendi a dubitare di te stesso, la categoria alla quale tu appartieni è corretta.
2) Concentrati sul lavoro. Quando mi prendono questi pensieri, questi dubbi, per me funziona concentrarmi sul lavoro, ritornare a immergermi nella dimensione del fare. La sindrome, a me arriva quando inizio a preoccuparmi di quello che gli altri potranno pensare di me. Ed è qui che, invece di concentrarmi su questo fronte, mi è di grande aiuto il fatto di tornare a scrivere nuovi articoli, a progettare nuovi video.
Cioè mi aiuta l'idea di dimostrare con i fatti che so dove mettere le mani; mi aiuta studiare e concentrarmi per sostanziare i miei risultati e i miei titoli. Converto, cioè, tutta quella che è la negatività in azione concreta e focalizzata su quello che è il mio obiettivo.
Bene amici, per oggi è tutto. Ora non vorrei che qualcuno di voi potesse pensare che ho fatto un video più breve del solito, troppo breve. Magari avevi delle altre aspettative. Magari pensi che ti ho rubato del tempo? Che non ti ho dato valore a sufficienza rispetto a quello che immaginavi? E se fossi davvero un impostore?"