Stop Rigidità: scopri come combattere la grande nemica dell’armonia.

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Күн бұрын

Più siamo rigidi, più siamo infelici.
Vediamo come esprimiamo la nostra rigidità:
•Quando diciamo a nostro figlio: non è possibile che hai fatto così.
Per esempio ha tirato un pugno al suo amichetto. Mi arrabbio, non accetto che mio figlio abbia fatto una cosa cosi, mi fa fare una figura di mamma incapace, mi fa fare la figura di un papà assente: “no, no, bello mio, non si fa”. •È inaccettabile: ha nascosto dei compiti ed è arrivato impreparato a scuola: “cosa hai fatto?”, “come ti sei permesso? è inaccettabile che tu abbia detto una bugia del genere”. •In questa casa non lo permetto. Anche questo è un atteggiamento di rigidità. •Finché vivi qui fai come dico io. Si è arrabbiata e ha sbattuto la porta. “In questa casa non si sbattono le porte, perché comando io e te lo dico io”. •Non ho parole per il tuo comportamento. Condanna, cioè hai sbagliato, mi fa schifo quello che hai fatto, per me è inaccettabile, non lo tollero.
Muro contro muro. Stiamo insegnando la rigidità. Stiamo manifestando rigidità e facendo assorbire rigidità. Fermati, respira, e dopo che tuo figlio ha fatto qualcosa di sbagliato, fatti due semplici domande, che sono queste: •Qual è il motivo dietro a quel comportamento?•Cosa ha pensato o provato quando ha vissuto quella cosa, e quindi prima di scegliere quel comportamento?
Tuo figlio mi ha nascosto un compito, perché? Qual era la sua intenzione? Cosa c’è dietro all’azione che ha fatto? C’è un motivo, e c’è quasi sempre un motivo positivo: è stanco, non ne può più, i compiti sono troppi? È plausibile? Certo che lo è!
Ha tirato un pugno al suo amichetto; magari quell’amichetto gli aveva rotto le scatole tutto il giorno, e lui gli aveva detto mille volte “smettila, smettila, guarda che ti tiro un pugno. Non dico ha fatto bene, ma posso capire con lui cosa fare: “chiama la maestra e dì alla maestra che ti sta rompendo le scatole da mezz’ora, intervieni tu”. Chiedilo a tuo figlio! L’errore che noi facciamo è pensare che i nostri pensieri siano la realtà assoluta. Quindi, strategia: prenditi del tempo per capire, se non ce l’hai in quel momento non fa niente, non siamo superman, non siamo wonder woman, “amore, adesso non ho tempo, devo andare al lavoro, devo scappare. Ti promette la mamma che stasera ne parleremo. Ti voglio veramente ascoltare”. Schizzo via poi torno la sera, dedico 15 minuti a questa cosa.
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