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Cinquant’anni fa, il 28 maggio 1974, a Brescia alle ore 10.12, la strage di piazza della Loggia. Otto morti e 102 feriti Strage neofascista, per dare una spallata alla Repubblica costituzionale nata dalla Resistenza.
Ci sono due colpevoli, la Cassazione lo ha decretato nel 2017: Carlo Maria Maggi, ex capo nell’area del Triveneto dell’organizzazione neofascista Ordine nuovo fondata da Pino Rauti, morto l’anno dopo; e Maurizio Tramonte, una fonte del servizio segreto militare che allora si chiamava Sid. Ma l’inchiesta non si è fermata.
"Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Brescia in occasione della commemorazione del 50° anniversario della strage di piazza della Loggia.
Quella che va falla strage di Piazza Fontana del 1969, fino a quella di Bologna del 1980, "la più grande strage del terrorismo neofascista", e ancora, "nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro", fu "una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall'unico filo dell'eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze. Ma il desiderio di verità e giustizia non si è fermato".
"Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l'Italia. Hanno tramato nell'ombra contro il loro popolo e il loro Paese", ha detto Mattarella. "Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi - nero e rosso - che - in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali - provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori"
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