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La riserva con i suoi 2300 ettari si sviluppa lungo i 15 chilometri conclusivi del corso del fiume Isonzo. Si tratta di una delle zone umide più ampie del nord Adriatico, paradiso per gli uccelli acquatici. L'area, coltivata in passato, è stata a partire dagli anni Settanta in parte rinaturalizzata, richiamando così al suo interno migliaia di uccelli, appartenenti ad oltre 300 specie diverse.
All’ingresso dell’Isola della Cona è presente un accogliente Centro visite, dove trovano spazio un museo ed una foresteria con 20 posti letto e a poca distanza un punto ristoro. Il Centro visite è il punto di partenza ideale per scoprire la riserva, grazie ai sentieri attrezzati ed agli osservatori.
Su prenotazione si possono fare visite guidate a piedi, a cavallo e in canoa. Le svariate attività e possibilità offerte dalla riserva possono soddisfare tutti gli amanti della natura, non solo i birdwatchers!
La Riserva ha già vinto numerosi premi, tra i quali il "Best wetland restoration project" e il riconoscimento come "Miglior oasi italiana per il birdwatching".
VISITARE LA RISERVA
Due sono i principali percorsi attraverso i quali il visitatore può scoprire la Riserva naturale. Il principale (2 km totali) e più frequentato è relativamente breve e circolare (percorso ad anello), mentre il secondo (9 km totali), decisamente più impegnativo, arriva fino alla foce e richiede maggior tempo. Entrambi iniziano e si concludono presso il Centro Visite.
All’interno di questa struttura, tra diorami, plastici e cartelli esplicativi, il visitatore si prepara alla visita sul campo. La prima tappa “obbligata”, comune ai due percorsi, è il “Museo della Papera”, che permette di osservare dalle sue vetrate il ripristino d’acqua dolce, dove spesso pascolano i cavalli Camargue. Negli anni queste zone, fino a poco tempo fa (2002) intensivamente coltivate, hanno subito notevoli cambiamenti ad opera dell’uomo, trasformandosi inizialmente da ambienti palustri in pascoli quindi in campi coltivati a seguito delle bonifiche agrarie (nel periodo tra le due guerre mondiali). L’intervento di ripristino ambientale che si può ammirare e che caratterizza l’Isola della Cona (una piccola parte della Riserva naturale Foce dell’Isonzo), è stato realizzato mediante tecniche di ingegneria naturalistica: sono stati chiuse le scoline artificiali e rimodellate zone più o meno profonde ed isole. Questo ha permesso di limitare il deflusso delle acque dai campi, creando un ambiente di prato umido e di palude d’acqua dolce, con ampi specchi d’acqua poco profondi. L’alimentazione del ripristino è garantita da acqua dolce proveniente dalla pioggia e grazie all’esistenza di pozzi artesiani. In questi ambienti rinaturalizzati si applica un’attenta gestione e un rigoroso controllo dei livelli dell’acqua e della vegetazione; in particolare nel ripristino la vegetazione viene tenuta sotto controllo con il pascolo e lo sfalcio, per garantire la presenza di ampi spazi aperti e prati, creando un ambiente ideale per specie come le oche grigie (Anser anser), i cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus), le pavoncelle (Vanellus vanellus), i “limicoli” in genere e tantissime altre specie che sono qui presenti a seconda delle stagioni. Al piano terreno del Museo c’è il punto di ristoro Al Pettirosso, mentre al piano superiore si trova l’Osservatorio della Sarsegna (Alzavola in veneto), la cui posizione elevata garantisce una vista spettacolare. Aironi, gabbiani, rallidi e, specialmente, oche e anatre sono di norma presenti qui con centinaia di individui, non di rado alla portata di una buona macchina fotografica (meglio se munita di teleobiettivo).