When the Listening Becames a Fatigue: Overcoming the Fatigue on Fi-Hi [ ENG SUBS ]

Hello "AUDIOPHILE" friends!
In our latest video, we will explore together the hidden causes of listening fatigue in Hi-Fi systems and how to address them for a more satisfying sound experience.
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[@andandoandando]

Video davvero illuminante.. e tu sei tra i pochi a dire le cose come stanno… 👏🏻 Per fortuna ascolto musica con Cantico, Fezz, Audio Exklusiv e la fatica d’ascolto… beh 🤷🏻‍♂️

[@andreaabbondante4153]

Ciao Germano, video molto chiaro e chiarificatore. Io proporrei di cominciare a parlare di Lux-Fi e di Smart-fi... Intendendo con la prima categoria la ricerca del "bel suono" (ma in realtà si cerca altro) attraverso la spesa di molto denaro, secondo la regola "se costa tanto è roba buona". Con la seconda categoria si fa l'opposto, ovvero, si è coscienti che un determinato livello qualitativo va pagato, ma che non è quello il parametro dirimente, quanto piuttosto la qualità intrinseca e l'intelligente (da qui smart) selezione e accoppiamento delle varie componenti. Poi certo ci può essere un impianto Lux-fi da 10.000 euro e un impianto Smart-fi da 50.000, quello che conta è la filosofia che c'è stata dietro

[@adrianoamatucci989]

La fatica l'ho provata nelle dimostrazioni delle mostre di hifi che ho visitato qualche mese fa organizzate a Roma. Mostravano impianti da decine di migliaia di euro. Non ne ho apprezzato nessuno. Tornato a casa ho acceso il mio impiantino da 100 euro. Musicalità a volontà. Alta fedeltà? Non saprei. Grandissima soddisfazione nel pensare che con poco (casualmente) ho ottenuto tanto. Buongiorno da Roma.

[@andreagiannecchini]

Metto like a prescindere perché è sempre un piacere ascoltarti 🙂

[@maurozonca4702]

sono d'accordovado anche io di Like 🙂

[@rainman6797]

Buongiorno sig.Ricci, il discorso della fatica d'ascolto termine utilizzato in questi ultimi anni,l'ho notato anch'io,soprattutto quando si parla di impianti "radiografanti" o comunque con suono iperdettagliato, come dice lei al giorno d'oggi se l'impianto non fa sentire "il respiro" del violinista e non il violino non si è contenti, evidentemente,queste persone non hanno mai sentito un violino dal vivo.....

[@giovanninoventa6354]

Bravo Germano ! C'è chi dice che per sentire bene è necessario sentire il respiro del violinista . Chi , invece , dice che il suono deve essere il più aperto possibile dimenticando che l'equilibrio vuole che ci sia armonia , altrimenti non c'è piacere d'ascolto . Insomma ; la diatriba mi sembra incentrata su transistor e valvole .... e se provassimo a valorizzare il nostro impianto facendo la tara sul nostro ambiente d'ascolto ? Probabilmente il nostro gusto si sposterebbe sulla capacità di resa sonora del nostro ambiente più che del nostro impianto .no ?! . PS : a cosa si riferisce l'alta fedeltà dal momento che il suono riproduce una registrazione e non una riproduzione diretta di una musica suonata live ?

[@ruggerogemmo484]

@giovanninoventa6354. Con alta fedeltà si intende la riproduzione più fedele possibile dell'evento reale. Alta fedeltà è ovviamente un concetto relativo; se fosse possibile riprodurre l'evento reale a casa esattamente come era dal vivo dovremmo definirla: "fedeltà assoluta". Con alta fedeltà diciamo quindi che riproduciamo in casa l'evento reale con la fedeltà più alta possibile con gli strumenti attualmente in nostro possesso. Il che vuol dire che se arriviamo al 30-40% di quello che sentiamo dal vivo è già tanto.

[@lorex78]

Da un lato qualcuno convinto che spendere 100k sia l unico modo per ascoltare bene la musica (e poi questi impianti ascoltati in fiera nei negozi o lasciano spesso perplessi) dall' altro qualcuno che dice sia sufficiente un amplificare in classe d da 100 euro, un cavo da elettricista e due diffusori da 50 euro per ascoltare bene... E poi c'è chi dice le cose come stanno. Grande Ricci!

[@andreavinciguerra8844]

infatti RICCI vende un Dac di sua costruzione a 15 mila euro....

[@adrianoamatucci989]

Buongiorno. A me è capitata una cosa stranissima. Premetto che il mio udito non è quello di un ventenne. Non scrivo tutti i casuali passaggi che mi hanno portato ad assemblare un impiantino che potrebbe valere, forse 100/200 euro, ma non saprei giudicare se hi-fi. Posso dire che le persone che lo hanno ascoltato più o meno hanno la mia età. Tutti sorpresi dal suono che riproduce. Strano, come è possibile mi chiedono. Non me lo spiego, rispondo. Forse è la magia di cui parlava Mark Levinson provando le AR M1 con i suoi amplificatori. Potrebbe essere che è proprio questa la mia fortuna. Mi è stata regalata una coppia di M1 che era destinata alla discarica. Accoppiandole a un economicissimo amplificatore in classe D emettono suoni bellissimi. Saluti da Roma.

[@mauriziomiorini5390]

Gentile Silvio Germano, non posso che approvare le sue riflessioni. Come tutti, credo, sono passato dalle fasi legate all' estetica degli oggetti o della marca prestigiosa: oggi, con elettroniche buone ma non trascendentali - alcune valvolari altre a stato solido (accoppiate a diffusori adatti all' ambiente di ascolto) - posso dire di aver raggiunto lo scopo di ascoltare musica in modo "piacevole" e "coinvolgente", quasi sempre a livelli consoni alla quiete familiare e del vicinato! Credo sia molto piu importante prestare attenzione alla "bonifica" dell' ambiente d' ascolto ed al corretto posizionamento degli altoparlanti. Tendenzialmente incline al suono delle valvole, ho però trovato grande soddisfazione utilizzando anche elettroniche a stato solido, magari accoppiandole in varie modalità.🙂

[@cesareduro9899]

Si, la fatica d'ascolto è distorsione della gamma medio alta, ma basta posizionare correttamente i diffusori in ambiente, e si elimina.

[@pietrorudas3290]

Non proprio: se il tweeter lavora 10db sopra il woofer (cough cough Klipsch cough cough) posiziona i diffusori come vuoi ma continuerà ad essere sempre di 10db sopra

[@giordanoperale9410]

E invece pensa che ho visto il video con piacere, si, quello che si dice è condivisibile in toto. Questa fatica d'ascolto mi ha fatto scappare da diversi locali, credo però che molti miei coetanei abbiano le orecchie fritte dalle discoteche e certe cose non siano in grado di apprezzarle... Oltretutto prediligo il silenzio al "sentir male" o al suono affaticante.

[@stefanovailati]

Grazie per avermi confermato una cosa che avevo intuito da molti anni. Addirittura dagli anni '70 quando frequentavo le discoteche con grande sofferenza acustica ( ma c'erano altri elementi fonte di attrazione). Già da allora cominciai la ricerca di un ampli "musicale" ma abbordabile. Fu il Naim Nait...

[@demetrio2.075]

meglio “ampli” su…😊

[@stefanovailati]

​@@demetrio2.075 Grazie, mi era sfuggito😊

[@patrizioribechini6230]

Ha perfettamente ragione! Io provengo da ampli a transistor quali Technics SU-V4A che, bell'impianto, con tanti zeri dopo la virgola per descrivere ka THD, che a suo tempo mi pilotava due diffusori ugualmente Technics con woofer e mid.range in struttura honeycomb. Ora questi drivers "sparavano" un suono potentissimo anche muovendosi poco, quasi inavvertibilmente al tatto, ma era fastidiosissimo, dati i tweeter a nastro, che a detta del costruttore potevano arrivare a 125 KHz in acuto. La sensazione che davano, era costantemente come se il suono fosse pervaso da un che di "metallico" in senso ovviamente brutto, che alla fine mi ha costretto a virare verso le AR915, che arrivavano a 32 KHz, ma la fastidiosa sensazione di metallico e di microdettaglio così alto non si avvertiva. Infatti, la fatica d'ascolto era completamente (o quasi) sparita. Quindi conosco piuttosto bene il problema.

[@belverdemotorsports2410]

Il suono “metallico” é più che altro dato da un’esaltazione (e spesso come detto nel video distorsione) delle frequenze medioalte, fra gli 8 e i 10 khz. Tutto ciò che accade oltre i 20khz é inaudibile e va considerato psicoacustica. Sicuramente non é l’estensione a 32 o 125khz a fare la differenza.

[@Falcone-en4wl]

Oltre alle giuste considerazioni relative alla distorsione in gamma medio-alta, credo vi sia anche un ulteriore elemento nella genesi della fatica d'ascolto. Paradossalmente è proprio la povertà armonica perché il cervello deve lavorare moltissimo per ricostruire elementi come le fondamentali mancanti. ll video sulle misure dell'amplificatorino SS da 30 euro è assolutamente esemplificativo circa le malintese convinzioni sui tassi di distorsione da 0. seguito da nmila altri zeri vantati sulle specifiche.

[@Melkitzedeq]

Se sono mancanti è perchè c'erano nella traccia originale. Ma se non ci sono, e ad introdurle è la catena di riproduzione, di che stiamo parlando?

[@matteo5128]

❤❤

[@salvosavastra2014]

Io ho fatica di ascolto quando invece il basso è scollato dal resto o è troppo presente

[@alessandrobonfatti7727]

Con i titoli nuovi, e nel formato che vogliamo, più che fatica d'ascolto io direi che abbiamo "schifezza di ascolto". Credo non ci si possa far niente. Ne farai un video Germano?

[@fabiospagnuolo4442]

Bel video, sorprendente! Mi chiedo, si può avere fatica d'ascolto pur avendo un amplificatore molto raffinato a valvole (un Mira Ceti 2A3, per intenderci 😀), ma usarlo con sorgenti digitali?

[@belverdemotorsports2410]

Certo, anche la sorgente deve essere di qualitá. Un mediocre stadio di conversione digitale-analogico può rendere vano qualsiasi investimento a valle dello stesso.

[@fabiospagnuolo4442]

@@belverdemotorsports2410 sicuramente l'ho omesso, ma intendevo considerare anche la linea di conversione dac di ottima fattura. Mi chiedevo se in sé era proprio la sorgente digitale a creare fatica di ascolto a prescindere dalla quantità.

[@belverdemotorsports2410]

@@fabiospagnuolo4442 fondamentalmente no.

[@SilvioGermanoRicci]

no, se il digitale funziona non affatica.

[@TheRoby1kenobi]

Giusto

[@paolo60333]

Se si avverte fatica d'ascolto, la spiegazione è una e una sola: l'impianto in toto o qualche suo componente suona male ed è giocoforza passare ad un altro che suoni bene e cioè senza affaticare le orecchie. Conclusione lapalissiana 😉

[@oraziosebastianozappala9608]

Sono daccordo su i tuoi discorsi. Aggiungo che l'impianto hifi si compra con il denaro, ma quello che conta è sapere dove si vuole arrivare e come, principalmente con la testa e nn con il portafoglio. Come fanno tanti appassionati. Purtroppo.

[@andreavinciguerra8844]

si ma testa e portafoglio insieme......

[@carlolarena9391]

Mai ...mi martello le orecchie col metal da 40 anni quasi 😮😮😮e vorrei di più 😮😮ma in condominio

[@Fabrillo]

Scusa ma; twiter a cupola cavi d'argento e fi e a transistor, non è la migliore cosa esistente? Cosa c'è di meglio? Chiedo interessato, grazie

[@andandoandando]

Il meglio per far sanguinare le orecchie… senza dubbio 😊

[@Fabrillo]

@@andandoandando che so io, da oltre 40 anni il Twitter a cupola è il top, ma Suggeriscimi cosa c'è di meglio, ma non parlarmi di trombe quelle si che fanno sanguinare

[@andandoandando]

@@Fabrillo ma he trombacce hai mai sentito 🤷🏻‍♂️

[@ruggerogemmo484]

Non si può decontestualizzare: per esperienza diretta dico che un Tweeter a cupola di buona qualità inserito al meglio possibile in un diffusore fatto come si deve e pilotato da un impianto di livello adeguato suonerà sempre peggio di un Driver a compressione di buona qualità utilizzato a pari condizioni.

[@Fabrillo]

@@ruggerogemmo484 in ambiente domestico le trombe ti ammazzano, te li dico perché le ho provate, la naturalezza di riproduzione di un twiter a cupola secondo me non è raggiungibile da nessun sistema in ambito domestico, vedi che tutte le case in commercio al 90% hanno questi driver

[@firstnamelastname943]

Verssimo!!! L' hi fi o l' hi end di oggi e' puro marketing e non ha niente a che vedere con la musica. E' un ammasso di giocattoli costosi utili solo ad arredare casa. E' sufficiente sentire un qualsiasi impianto professionale, tarato con un certo criterio, per rendersi conto che dopo ore di ascolto a 120db di pressione sonora le orecchie neppure fischiano. Magia? Boh! In passato non c' era differenza tra hi fi e pro audio. Voglio portare un esempio: gli amplificatori Mcintosh sono stati usati per amplificare il festival di Woodstock del 1969. Penso che nessuno oggi si sognerebbe di amplificare un concerto con amplificatori dai sublimi vu meter blu.

[@sirioventura2448]

Beh...a parte tutto forse come inizio 'basta' affidarsi a professionisti seri...ascoltare e provare vari abbinamenti e trovando un punto di partenza provare a sperimentare successivamente...poi boh...bel video comunque.

[@SilvioGermanoRicci]

già, il problema è trovare i professionisti seri.

[@lucadavidecervelione3194]

Come dicono gli anglofoni: garbage in (loudspeakers) garbage out :-)

[@user-oq5dj6ij3o]

E quando ho un'amplificatore con poca controreazione diciamo e ascolto una registrazione che so essere buona e si sente benissimo e senza fatica di ascolto, poi ascolto una registrazione di qualità inferiore e questa si sente da schifo... poi magari ascolto un'amplificatore diciamo zero feedback e la registrazione "brutta" sembra più piacevole però la registrazione buona mi sembra essere stata totalmente rovinata la colpa di chi è? della registrazione o dell'amplificatore? Oppure la "fedeltà" di certi apparecchi che usano la controreazione potrebbe mettere in evidenza la "bruttosità" di certe registrazioni, come la distorsioni di uno zerofeedback potrebbero edulcorare certe registrazioni scadenti ma alterare troppo poi quelle di buona qualità? escludendo da questo discorso certi apparecchi che suonano come lamiere a prescindere... Ma io non sarei così categorico su quale soluzione sia meglio.

[@belverdemotorsports2410]

La mia esperienza é completamente opposta, più alta é la controreazione più la musica suona tutta uguale. Invece con amplificatori a zero feedback il buono suona e il grammo resta grammo.

[@user-oq5dj6ij3o]

@@belverdemotorsports2410 ma ti sei mai domandato se il problema invece di essere a controreazione non fossero la registrazioni? visto che durante la registrazione tutti gli strumenti usati sono controretroazionati, così comè controretroazionato lo strumento che incide la lacca del master possibile che solo la controreazione del tuo amplificatore a casa tua sia un problema? che l'amplificatore zero feedback non ti riproduce in modo più naturale ma semplicemente edulcora il suono per rendertelo più piacevole rispetto a com'è? io ho ascoltato sul mio impianto delle registrazioni sinfoniche russe che erano qualcosa di pazzescamente fatto bene, finale valvolare con moderata controreazione ed eri li seduto davanti all'orchestra, io spegnevo anche la luce nella stanza e mi ci addormetavo quasi e mi dispiace quando provato con cose zerofeedback quelle registrazioni li si sconfusionavano tutte, rovinate semplicemente. Ma ti pongo un'altro quesito mai sentito un violino o una tromba dal vivo, da vicino... sono strumenti estremamente acidi, quindi se intendessi un finale che riproduce le cose come sono dovrebbe ancora suonare acido, ma invece senti la gente che parla del suo amplificatore dicendo "ah la dolcezza dei violini"... allora stai facendo myfi...

[@user-oq5dj6ij3o]

@@belverdemotorsports2410 e cmq amplificatori con troppa controreazione suonano male, ma quando è troppo poca o niente suonano male ma in un modo diverso.

[@belverdemotorsports2410]

@@user-oq5dj6ij3o conosco bene il suono degli strumenti in acustico, sono da 15 anni fonico in studio e teatro. Assolutamente si, appena ne ho ascoltato uno, la mia prima impressione é stata che finalmente la tromba e il violino “rompono le balle” nel zero feedback tanto quanto nella realtá, cosa che invece non posso dire dei controreazionati ascoltati fin’ora. D’altronde come sappiamo il feedback riduce si la distorsione, ma si mangia via anche parte del segnale che cade al di sotto del livello della stessa. É un buon sistema se ben disegnato ma non é la soluzione finale, è solo una delle tante filosofie. La controreazione di un pre microfonico professionale come quello di un tornio incisore (entrambi strumenti da diverse migliaia di euro, spesso decine di migliaia) godono di tutt’altro budget produttivo, sicuramente superiori a quello di un amplificatore boutique o quasi, da poche migliaia di euro. Ti dirò di più, avendo riascoltato registrazioni fatte da me dell'orchestra toscanini su entrambe le tipologie, lo zero feedback mi é ripetutamente sembrato il più coerente con la scena, il dettaglio e la dinamica di cui ho potuto godere nel registrare la filarmonica dal vivo in teatro regio. Detto questo non escludo non avendoli sentiti tutti che con amplificatori leggermente controreazionati si possa ottenere di più, ma lo zero feedback in questione per ora é al vertice nella mia esperienza.

[@miticoltore]

​@@user-oq5dj6ij3oIn realtà quasi tutti gli strumenti da vicino non hanno un suono molto dolce. E lì sta alla sensibilità del tecnico di turno saper posizionare intelligentemente i microfoni. In moltissime registrazioni anche con pochi strumenti si predilige incollare il microfono allo strumento... mah ci saranno comunque ottime ragioni, ciò non toglie che all'atto pratico poi l'ascolto risulta, nel migliore dei casi, non naturale.