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L’allevamento intensivo non è un affollamento di animali tutti ammassati l’uno sull’altro. Le cose sono cambiate in Italia e in Europa negli allevamenti a norma. “Intensivo” è sinonimo di “efficienza”, cioè produrre tanto con pochissime risorse, quindi anche sinonimo di “sostenibilità”. Gli allevamenti moderni sono ad alta tecnologia, sono “protetti”, “confinati” e “di precisione”. Sono allevamenti all’avanguardia dove c’è il rispetto di alti standard di benessere animale. Ad ogni soggetto viene garantito ciò di cui ha bisogno. Ci sono addirittura dei dispositivi molto sofisticati e computerizzati che permettono agli animali di interagire con dei sistemi cognitivamente stimolanti e di esprimere il loro comportamento che avrebbero in natura. Questo aumenta significativamente il loro benessere.
Gli allevamenti sono detti anche “di precisione”, perché ad ogni animale viene dato solo l’alimento di cui ha bisogno per coprire i suoi fabbisogni nutrizionali, con una riduzione degli sprechi, una massimizzazione dell’efficienza, del profitto e riduzione dell’impatto ambientale. Ogni animale ha il suo spazio e sistemi computerizzati controllano la temperatura, la ventilazione, la qualità dell’aria, tutti i parametri di salute dell’animale per garantire il massimo benessere. Gli allevamenti protetti diminuiscono anche il rischio di pandemie, perché sono una barriera protettiva contro la diffusione dei virus, grazie ad un maggior controllo sugli animali, senza contatto con i selvatici e le interazioni con l’uomo sono ridotte al minimo. Inoltre si opera in economia circolare, dove lo scarto diventa risorsa. Ad esempio, tutte le deiezioni e i liquami vengono usati per produrre biogas, energia rinnovabile per l’allevamento stesso e il fertilizzante naturale per i terreni dell’azienda. C’è dunque una indiscutibile maggior cura dell’animale e una migliore efficienza nell’utilizzo delle risorse.