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Un team di archeologi ha portato alla luce a Saqqara una tomba risalente a circa 4.100 anni fa, appartenente a un importante medico di corte chiamato Tetinebefou. La scoperta, riportata da Live Science, potrebbe risalire al regno del faraone Pepi II, che governò tra il 2246 e il 2152 a.C., sebbene Tetinebefou potrebbe aver servito anche uno o due successori del sovrano.
Gli affreschi e le iscrizioni ritrovati sulle pareti della tomba raffigurano diversi contenitori e attribuiscono a Tetinebefou il titolo di “incantatore della dea Serqet”, una divinità associata alla protezione contro le punture di scorpione e i morsi velenosi. Secondo il responsabile degli scavi, Philippe Collombert dell’Università di Ginevra, questo titolo suggerisce che il medico fosse uno specialista nel trattamento delle ferite provocate da creature velenose, una competenza rara e molto apprezzata nell’antico Egitto.
Le iscrizioni menzionano inoltre altri titoli di rilievo: “direttore delle piante medicinali” e “capo dentista”, ruoli che, secondo Collombert, sono estremamente rari nei testi egizi. “Era certamente il principale medico della corte reale, il che implica che curasse direttamente il faraone,” ha spiegato lo studioso.
Purtroppo, la camera funeraria è stata violata da ignoti ladri in tempi antichi, che hanno sottratto sia i manufatti che i resti umani del defunto. Nonostante ciò, le iscrizioni e le decorazioni superstiti offrono una preziosa testimonianza sulla vita e le competenze del medico.
La figura di Tetinebefou si inserisce in un contesto storico caratterizzato da un alto grado di specializzazione medica. Durante l’Antico Regno, i medici di corte godevano di grande prestigio e svolgevano funzioni vitali non solo per la famiglia reale, ma anche per la gestione delle risorse mediche, come dimostra il titolo di “direttore delle piante medicinali”. Le piante erano infatti fondamentali nella farmacopea egizia, utilizzate per preparare un’ampia gamma di rimedi contro malattie e ferite.