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VERONA - Il progetto Bi.Vi.Si. (Biodiversità Viticola Siciliana) si misura con gli addetti ai lavori - in occasione del Vinitaly 2024 - con le prime microvinificazioni all’assaggio. 22 prove che mostrano l’originalità di ognuno dei vitigni reliquia selezionati. A parlarne ai microfoni di Virtù Quotidiane è Maurizio Gily, agronomo e studioso del progetto.
“Le microvinificazioni sono state fatte in strutture specializzate a Marsala con la direzione dell’Università di Palermo", spiega. "I risultati ottenuti sono interessanti perché dimostrano quanto ogni varietà mantenga la sua originalità. Il nostro obiettivo è individuare la migliore tecnica per ognuna di questa in modo da esaltarne le caratteristiche”.
Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia, ha aggiunto che 3.000 anni di storia non vanno messi nel cassetto, ma bisogna agire con attenzione: “Dobbiamo essere certi di saper selezionare il meglio della biodiversità isolana. Nel primo anno di vinificazione riusciremo ad avere risultati concreti in modo da canalizzare al meglio l’impiego di queste varietà”.
Le voci dei produttori non mancano e uno di questi è Mario Di Lorenzo. Il partner sottoscrive l’importanza della biodiversità siciliana e racconta della sua personale esperienza. Infatti in futuro il produttore non esclude un vino completamente prodotto con una varietà reliquia.
Il progetto Bi.Vi.Si. terminerà nel 2025 e sulla base dei risultati raccolti si procederà a tirare le somme.