Da laureato in storia dell'arte, il non aver colto il collegamento grafico con il quadro di Segantini mi infastidisce abbastanza. A parte questo, il romanzo mi è parso assimilabile a quel filone della fantascienza, caro agli scrittori britannici negli anni '80, connotato da filosofia invadente, estremo ermetismo e complessità insensata, in cui l'unico a capirci qualcosa è, forse, l'autore. Probabilmente il mio giudizio è viziato dal fatto di aver visto e apprezzato (molto) prima il film, ma il libro lo ritengo una cagata pazzesca.