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Lo stress, questo sconosciuto... già, perchè al di là dell'uso comune che si fa della parola saper riconoscere davvero i segnali di uno stress negativo prolungato nel tempo non è facile, ma è anche il primo passo per poter imparare a gestire quel malessere generalizzato che spesso accompagna chi, per ragioni di lavoro, economiche o familiari, è sottoposto ad una pressione psicologica che si trasforma talvolta in malessere fisico. E per conoscere meglio cosa sia lo stress e come interagisca con la nostra psiche e sul nostro corpo arrivando anche a modificare la risposta immunitaria, abbiamo incontrato il Prof. Massimo Biondi Professore Ordinario di Psichiatria a La Sapienza Università di Roma e Direttore dell'Unità di Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica al Policlinico Umberto I di Roma che ci ha spiegato che per stress si intende la risposta fisiologica di un organismo sottoposto ad una sollecitazione, lo sforzo necessario ad adattarsi, ed è importante distinguere fra eventi che provocano stress ma sono di breve durata (un colloquio di lavoro, un esame universitario, anche un evento sportivo o un appuntamento romantico) e condizioni che portano invece ad una condizione di stress prolungato nel tempo (l'assistenza di un familiare malato, problemi in ambito lavorativo od economico...) Il Professore ci spiega poi la differenza fra eustress (stress positivo) e distress (stresss negativo) e quali sono i segnali che il nostro corpo ci manda e che spesso vengono gestiti singolarmente (dal mal di testa ai disturbi del sonno o disturbi gastrointestinali...) senza comprendere che l'origine dei disturbi è comune ed è legata all'incapacità di gestire lo stress che si è accumulato. Ma come si impara a gestire lo stress, quindi a mettere in campo quello che viene chiamato Coping, cioè una risposta positiva ad un evento stressante? La prima cosa da fare, ci spiega il Professor Biondi, è controbilanciare con attività positive gli aspetti negativi del nostro quotidiano, cercare quindi di non cedere alle emozioni negative. E poi si possono apprendere delle abilità - grazie ad nuove forme di psicoterapia breve che si ispira alla psicologia positiva - che aiutino a focalizzarsi su dei pensieri terapeutici in grado di allentare la tensione e farci concentrare su ciò che ci fa star bene. E per capire i livelli di stress cui siamo sottoposti si possono effettuare degli esami psicometrici, ma anche degli esami ematochimici per valutare ad esempio il livello di cortisolo o di prolattina ed eventualmente integrare la psicoterapia con farmaci che siano in grado di riequilibrare i neurotrasmettitori come la noradrenalina o la serotonina che vengono "spesi" grandemente quando si è sotto stress. E da ultimo affrontiamo con il Professore il grande capitolo dello stress in ambito lavorativo (e recenti casi di cronaca hanno portato alla ribalta l'importanza di intercettare precocemente quando lo stress supera i livelli di guardia) per capire come sia possibile ridurre i livelli di stress anche quando le condizioni di lavoro pongono di fronte a situazioni che difficilmente possono essere manifestate (come nel caso del mobbing) o risolte (come nel caso di un gruppo di lavoro ostile o di un superiore non empatico). Perchè se è vero che lo stress è una componente difficilmente eliminabile dalla quotidianità di molti di noi è altrettanto vero che se si riesce a riconoscere il problema si può imparare a gestirlo con consapevolezza e atteggiamenti positivi.