Questa Live alla “traditora” mentre sono ancora in ufficio…🤦🏽♂️😂 me la ascolterò andando a casa in macchina. Grazie 💪🏽
@giuseppearleo6324 Жыл бұрын
Peccato che Fabbri non accetterà mai un confronto col prof. Boldrin. In quel caso il noto geopolitico de noartri non potrebbe sparare sentenze senza base fattuale come fa praticamente sempre.
@anonimous__user Жыл бұрын
Immenso rispetto
@renzonimis8102 Жыл бұрын
algo, que ritmo!
@HairBilly Жыл бұрын
👍
@francescodarin8100 Жыл бұрын
Concordo ma.. Spezzo una lancia a favore di Eco. Lui fa una proposta, ne tratta il metodo - la famigliarità dei concetti sulla base del tentativo di Wittgenstein di definire cosa sia "gioco" Come molte cose tra loro diverse poi possono essere definite gioco - e quindi tenta di definirne delle qualità che se non sono sempre tutte presenti poi alcune, un certo numero, devono esserci. Ma soprattutto si oppone a chi come gli storici tra cui De Felice tende a farlo diventare un fatto puntuale ed irripetibile perchè appunto conficcato in un momento irreplicabile della storia: la storia quindi non si ripete. Il suo "gioco", quello di Eco - come vedi il fatto del gioco sarebbe una ricorsività - può essere ampliato modificato ecc. ecc. A lui serviva per poterlo estrarre dalla storia. Evitare che il facista contemporaneo potesse affermare l'impossibilità del ritorno. Esistono certamente altre possibilità. Per uscire dalla storia vi è l'antropologia (l'uomo come sempre uguale, fisso, ontologico) - il mescolamento tra storia e antropologia (il tentativo di portare dentro la storia le strutture di Lévi-Strauss che per un certo periodo sono culturalmente dominanti) sono le mentalità di lunga durata - il lungo medioevo di Le Goff arriva fino al 700 ovvero l'inizio della secolarizzazione teologica ma altri separano dentro il medioevo il Rinascimento - non entro nel merito delle artificialità delle periodizzazioni oltre a dover definire la sincronicità per cui territori diversi abbiano anche tempi diversi (il così detto Rinascimento non è la cultura del mondo ma di sue alcune, poche, porzioni). Ipotesi quella delle mentalità proposta dagli autori degli Annales. Una mentalità che perdurando produca fatti storici sempre diversi. Tutte questioni su cui costantemente ci interroghiamo. Se la causa è una mentalità poi ci vuole l'innesco. Io propongo la nascita del PCI con la scissione di Livorno, che mira alla rivoluzione e non più al riformismo di natura fabiana ( i temporeggiatori che Marx odiava), e il ritorno dei reduci di guerra. Gente per cui la violenza era un fatto quotidiano. L'Italia vince ma è un paese distrutto. Non c'è posto per gli eroi. Quindi basta soffiare sul fuoco della vittoria mutilata. In Germania succede qualcosa di simile con la Dolchstoßlegende. La leggenda della pugnalata alle spalle. Sulla vicenda del reduce disconosciuto c'è il testo di Brecht : Trommeln in der Nacht - Tamburi nella notte. La sua seconda opera del 19. Che lui poi rigetterà pur essendo realistica proprio perchè alimentava e quasi giustificava il nazismo. Ma è vera. Io l'unica cosa che veramente penso è quella di non essere vissuto allora. Perchè allora non si sapeva proprio dove certe pulsioni portassero. Trovo intelligentissimo Calvino che spiegò già allora al suo compagno di banco Scalfari che trafficava coi fascisti per costruirsi una carriera dove stesse andando a parare. Ma lui vide prima. Fu Prometeo e non Epimeteo - colui che vede dopo. Questo per Boldrin e Schmitt che si definì l'Epimeteo cristiano dopo la sconfitta.
@MicheleBoldrin Жыл бұрын
Ottimo commento, condivido buona parte ma decisamente non vedo nella nascita del PCI (1921) l'innesco. Il fascismo anche nella sua forma di esplicito movimento fascista era gia' nato allora (se vuoi cercargli un innesco casuale: il socialismo massimalista, o forse il socialismo e basta, Turati incluso) e avrebbe continuato anche senza Livorno. Invece di menare ANCHE quelli del PCd'I avrebbero menato e ucciso "solo" i socialisti, come infatti fecero con Matteotti. Che sarebbe esistito anche senza PCd'I ed ucciso o esiliato comunque. D'altro canto il punto mio, da lungo tempo, e' che quello che giustamente attribuisci a De Felice (il fascismo fu unico ed irrepetibile "caso storico", in un certo senso alieno al complesso della storia italiana prima e dopo lui) non regge all'analisi attenta del prima e del dopo. De Felice ommise fatti e documenti, precedenti al fascismo (che lo incubarono e gli offrirono materiale) che successivi (che mantennero vivo il tronco pur potando parecchi rami tanto da quasi cambiargli la forma, se vista da lontano). Tra il fascismo di De F (unicum limitato nel tempo, iniziato nel 1919 e finito a Piazzale Loreto) e quello di Eco (eterno e presente in mille altri luoghi altri dall'Italia) io cerco di vedere il fascismo italiano, incubato prima del 1919 e vivo anche dopo Piazzale Loreto ed ancora fra di noi quasi 80 anni dopo.
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@MicheleBoldrin Forse in Germania è più chiaro. Saranno i socialdemocratici a dover reprimere gli spartachisti e per farlo useranno anche i freikorps. I social democratici venivano chiamati sozialfaschisten dai comunisti ed erano il loro vero nemico più dei nazisti [Il termine socialfascismo fu creato da Grigory Zinoviev nel 1924 e propagato dall'Internazionale Comunista fino al 1935. Secondo la tesi del socialfascismo (meno spesso anche la teoria del socialfascismo), la socialdemocrazia rappresentava "l'ala sinistra del fascismo" e doveva quindi essere combattuta con priorità]. Per il resto concordo. C'è qualcosa che va colto nella nostra specificità visto che sempre "ritorna". Riemerge costantemente. Io valuto anche quello che viene chiamato populismo gesuitico. I modi sudamericani del populismo. Che le nostre vicende abbiano qualcosa di sudamericano nel concetto di popolo e nella visione dell'uguaglianza al costante ribasso può essere un punto. Sul tema sudamericano ci sono gli scritti di Loris Zanatta. Molto interessanti. Poi ci sarebbe il Re sciaboletta. Il vero trait d'union tra il Risorgimento e il fascismo. Da lui dipese fondamentalmente l'entrata in guerra e il fascismo.