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"Brano tratto dalla seconda opera del 1975 degli Opus Avantra, Lord Cromwell (Plays Suite For The Seven Vices). Totalmente non-convenzionale, l’album si srotola tra citazioni classiche e free, con ampi riferimenti a Haydn, Chopin, poliritmie, barocchismi e politonalità. Intimo fino al midollo, l'opera sospesa tra tonale e modale, si pone in una fascia a se della musica contemporanea anni ’70, confermando gli Opus Avantra come una delle bands italiane più esclusive di quegli anni. Le tastiere sono le dominatrici assolute dell'album da cui si deduce che la maggior parte delle sensazioni andrà ricercata nel sofisticato pianismo di Alfredo Tisocco il quale, di volta in volta, dipinge ambienti emotivi differenti sul tema dei sette vizi capitali (orgoglio, desiderio, avarizia, invidia, accidia, ingordigia, pigrizia) aggiungendone anche uno suo personale. (“My vice”). Certamente però, considerando che il 1975 era l’anno in cui ogni artista e ogni attore sociale era alla frenetica ricerca di nuove forme dialettiche, diventava davvero difficile considerare il progetto di Tisocco come una proposta Controculturale. Di fatto, anche se il linguaggio della musica superò effettivamente il suo tempo evidenziandone le contraddizioni, finì praticamente, col diventare una proposta isolata. Gli Opus Avantra si ritagliarono così definitivamente una nicchia esclusiva nel Pop Italiano e, anche vendendo poco, non si sarebbero più mossi da quell’immagine sino ai giorni nostri.
Musicalmente quindi, anche “Lord Cromwell” è da considerarsi un album per nulla "popolare", le cui intenzioni vengono restituite da una volitiva compenetrazione di note che a tratti, esplodono o si nascondono a seconda dei casi. L’invidia rode, l’orgoglio tuona, la lussuria seduce e consuma e infine l’ozio consola e ripara."