Andy Warhol: La pubblicità della Forma - La Pop Art

Dopo anni in cui, in seguito alla seconda guerra mondiale, l'arte sembrava essersi arroccata in ricerche esistenziali complesse e di difficile comprensione da parte del grande pubblico, Andy Warhol dà spazio a una società trasformata, quella del boom economico degli anni '60, della nascita del consumismo, delle merci sovrabbondanti esposte nei supermercati, nati, non a caso, proprio in quegli anni. E così realizza opere con soggetti di facile identificazione: lattine di zuppa Cambpell, volti di star o di politici già molto celebri, giocando con le loro immagini e trasformandole in vere e proprie icone da adorare. Creerà, in una parola, quello che noi identifichiamo con la Pop Art. Ho approfittato della mostra in corso alla Fabbrica del vapore di Milano per raccontare qualcosa dell'operato di Andy Warhol e dei temi che ha saputo proporre come vero e proprio specchio di un'epoca che forse non si è ancora conclusa.
00:00 Introduzione
00:52 L'industria dell'arte e l'artista macchina di produzione
02:20 Pittsburgh 1928 New York 1987 (famiglia Lemchi)
04:50 Le icone e la Pop Art (iconografia del quotidiano)
07:23 L'espressionismo astratto e la "lontananza dal pubblico"
08:26 Straniamento, ripetizione, ridimensionamento (mercificazione)
09:35 Divi, politici di ideologie opposte (appiattimento)
10:10 Le lattine di zuppa Campbell (1962, Ferus Gallery, L.A.)
10:44 Il boom economico e la società del consumo
11:38 Dissacrazione o sacralizzazione? (Lavoro sulle immagini)
12:16 Il consumo delle immagini (di ogni tipo)
13:38 Tecniche di produzione industriale (arte come merce, artista macchina)
14:26 Factory (serializzazione, fotografia, serigrafia)
16:16 La sicurezza del conosciuto (approvazione del pubblico)
17:24 Soggetti e tecnica non piacevano al mondo dell'arte
18:20 Abbassamento dell'arte, o innalzamento del quotidiano?
19:18 14 Ladies and Gentlemen (identità sessuale)
20:29 Nascondersi sotto un'immagine gioiosa di superficie
21:21 Bob Colacello, Ronnie Cutrone e Corey Grant Tippin
22:29 Sbarazzarsi del mito del macho
23:30 Icone "ai margini" immortalate come pop star
25:30 Gli anni da grafico pubblicitario (immagini per il mercato)
25:59 Andy Warhol in versione femminile
29:49 Politicamente corretto o scorretto? (Lenin)
27:50 Ritratti di 100x100cm (Portrait of the Society al Met)
28:25 I film dagli anni '60 (mettono il pubblico a dura prova)
29:43 Produttore musicale (Velvet Underground & Nico, 1967)
30:49 Sticky Fingers (Rolling Stones)
31:13 Interview (1969)
31:40 Il mondo della moda (Vogue, Harper's Bazaar)
32:13 I suoi figli spirituali (Haring, Basquiat) - Drella
33:56 Le immagini (mercificate) tratte dall'arte
35:23 L'ultima mostra (The Last Supper) (Alexander Iolas)
37:45 Il Dio denaro (icona per eccellenza)

[@elisabettaprivitera6351]

Grazie mille per questa dettagliata ed interessante lezione! In quanto alla domanda "si va in alto o si va in basso?" è veramente difficile rispondere. A mio modesto parere si va in entrambe le direzioni: in alto perché Warhol è un genio dei mass media e ne scopre in anticipo gli aspetti pericolosi come la perdita della pregnanza dell'immagine ma si va anche in basso perché in Warhol rimane sempre un fondo di ambiguità :critica veramente il consumismo o se ne serve per arricchirsi? Mah....Comunque grazie ancora per la bella spiegazione!

[@RaffaellaArpiani]

@Elisabetta Privitera, grazie mille di aver condiviso la tua visione, che mi trova abbastanza allineata. Andy Warhol ha saputo davvero incarnare lo spirito dei suoi e dei nostri tempi, nel bene e nel male. Grazie anche dei tuoi complimenti!

[@romualdoroggeri1758]

Buongiorno Raffaella Arpiani, Warhol è l'artista "moderno" per eccellenza, ha compreso qual era la strada da percorrere e ci si è infilato senza pensarci due volte (o magari lo avrà fatto, era infatti meno sicuro di sé di quanto volesse far credere, ma ci ha creduto fino in fondo). E' un artista a tutto tondo perché ha tutte le caratteristiche per esserlo, sa dipingere, la tecnica è ottima nonostante abbandoni i pennelli per dedicarsi ad altre forme espressive (l'auto dipinta mi sembra un inizio ideale nel percorso espositivo) ha quella visione proiettata nel tempo che è appannaggio solo degli artisti, sa cogliere il suo contemporaneo e riproporlo dando vita ad opere immortali, indipendentemente dalle nostre considerazioni (può piacere o no ma la storia dell'arte passa anche da lui). Il mio pensiero è sì una mia interpretazione riguardo a Warhol ma chiedo a lei, che ha una competenza nettamente superiore alla mia, se è campato in aria, e se lo è in cosa sono fuori strada, imparare, conoscere, scoprire ciò che ignoro è il vero scopo, le idee altrui, soprattutto se "alte" sono fondamentali. Grazie infinite.

[@RaffaellaArpiani]

@Romualdo Roggeri, le tue riflessioni sono tutt’altro che scontate. Il personaggio Warhol è molto complesso e probabilmente ha inventato una strategia per superare tutte le sue profonde insicurezze tramite l’arte, finendo per apparire quindi trasformarsi esattamente nel contrario: un uomo di successo, che aveva il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Non è un caso che molti dei personaggi che hanno frequentato la factory provenissero dai bassifondi (ho in mente un libro interessante scritto da una drag queen “pupilla” di Warhol, Holly Woodlawn, “A tacchi alti nei bassifondi”…). Un’unica precisazione: Warhol fa parte della schiera degli artisti contemporanei. È moderno nell’atteggiamento, ma per la storia dell’arte l’epoca moderna comincia con Giotto e si conclude con l’impressionismo - per quanto so che possa sembrare strano, è così! Grazie del tuo commento.

[@romualdoroggeri1758]

@@RaffaellaArpiani So che l'arte moderna ha la sua genesi con il pittore di Vicchio, ho usato il termine "moderno" perché intendo "contemporanea" l'arte di oggi (o quantomeno post 2000). Tra la modernità dell'impressionismo e la contemporaneità dei giorni nostri penso che vada dato un "nome" all'arte del novecento (sempre che si riesca e soprattutto che abbia un senso). Grazie, della pazienza.

[@emanuelecanepa6312]

Secondo me, guardando le sue opere dalla nostra parte del cannocchiale temporale (difficile guardarle dall altra parte) direi che sacralizzava i suoi soggetti, e, forse, ogni cosa che toccava. Certo, partiva con buon vantaggio ritraendo personaggi molto noti, ma lui ha contribuito definitivamente alla loro "eternità" (anche per Jagger, che sgambetta ancora divinamente, come solo lui sa fare). Ottimo video 👏👏👏

[@RaffaellaArpiani]

@Emanuele Canepa, forse valgono entrambe le possibilità: ricordiamoci il suo nomignolo “Drella - Dracula e Cinderella”! Grazie, come sempre ❤️

[@valentinovecchi848]

Bellissima lezione, Grazie!

[@RaffaellaArpiani]

@valentinovecchi848, grazie, sono contenta ti sia piaciuta!

[@hushhush999]

Grazie 🙏 Video meraviglioso come tutti del resto ❤ quanti sanno che A.W ha creato una cover per Loredana Berte ‘ ?

[@RaffaellaArpiani]

@hushhush999 grazie a te! ❤️

[@hushhush999]

@@RaffaellaArpiani 🥰

[@gennarom4946]

Grazie Raffaella!!!!

[@RaffaellaArpiani]

Grazie a te, @Gennaro M!

[@LauraMaranzana]

Buonasera prof.ssa, potrebbe spiegarmi per piacere brevemente perché è complesso che la Pop art ci abbia insegnato che l'art deve essere compresa da tutti? La ringrazio in anticipo.

[@RaffaellaArpiani]

@LauraMaranzana la Pop Art non ci ha insegnato che l’arte debba essere compresa da tutti, ma ha scelto di impiegare un repertorio di immagini facilmente riconoscibili da tutti, come ti dicevo già su Instagram. La vera arte comprensibile da tutto il suo pubblico è molto più antica: penso a quella paleocristiana, ad esempio, che ha formulato un repertorio iconografico che doveva raggiungere tutti i fedeli in modo chiaro e immediato.

[@LauraMaranzana]

Ah okay, grazie mille quindi sapevo una cavolata.