Complimenti professore, la ringrazio, molto interessanti le sue lezioni
@carpetcrawlers666 ай бұрын
Grazie Prof. Cortella
@lucamaggiore3071Ай бұрын
Grazie professore per la bellissima lezione. Una domanda: ma 'la gettatezza" della libertà, il fatto che l'uomo non sceglie di essere libero, non è in fondo una sorta di determinismo e quindi un ritorno ad Heidegger?
@luciocortella6131Ай бұрын
C'è sicuramente un elemento di continuità fra la "gettatezza" heideggeriana e la "condanna alla libertà" sartriana. Tuttavia, in entrambi i casi, mi sentirei di escludere una concezione deterministica. Per lo Heidegger di "Essere e tempo", l'esser gettati (ovvero il non aver scelto il nostro "donde" e il non sapere il nostro "dove") non impedisce l'esercizio della libertà (l'esserci è infatti progetto, cioè possibilità di essere). Noi siamo in un "qui" (che non abbiamo scelto) ma da questo "qui" possiamo progettarci in molteplici modi, non predeterminati (ovviamente questo è "Essere e tempo", altra è invece la prospettiva dello Heidegger successivo). Per quanto riguarda Sartre, il discorso è analogo: la nostra non è una libertà assoluta ma è una libertà "in contesto". Ovvero: non abbiamo scelto noi il contesto in cui siamo stati collocati (o gettati) ma da questo contesto non siamo totalmente predeterminati. Possiamo cioè "sfruttare" le capacità che ci sono state date (e fra queste c'è anche la libertà) per progettare il nostro essere in modi tutti diversi. In altri termini: il nostro futuro è aperto. Per concludere: entrambe le concezioni costituiscono una profonda revisione rispetto al modo in cui la libertà era stata pensata dall'idealismo tedesco (Fichte e Hegel in particolare), cioè come libertà assoluta, autoposizione del soggetto e autofondazione. Siamo dipendenti da "altro" ma al tempo stesso siamo anche liberi (in un modo diverso e profondamente storico).
@lucamaggiore3071Ай бұрын
@@luciocortella6131 Grazie professore. Chiarissimo!
@DanieleMalaponte3 ай бұрын
Bellissimo
@mminlovewithflo Жыл бұрын
Jaspers è l'unico che riesce veramente a mostrare la via alla intersoggettività non obiettivante
@luciocortella6131 Жыл бұрын
il riferimento a Jaspers è prezioso, ma non direi sia l'unica via non obiettivante all'intersoggettività. La quinta meditazione cartesiana di Husserl è un altro modo certamente non obiettivante di descrizione fenomenologica dell'esperienza dell'altro (ovviamente anche qui emergono dei problemi ma di altra natura). E poi c'è il § 26 di Essere e Tempo, dove il "con-essere" si apre non a partire dallo sguardo ma dal rapporto pratico-esistenziale (la "cura"). Certo, poi ci imbattiamo nella "catastrofe" dell'intersoggettività al paragrafo successivo (e Heidegger chiuderà per sempre quelle aperture nella sua opera tarda). Insomma per una vera apertura all'intersoggettività bisognerà affiancare allo "sguardo" altre dimensioni: l'esistenza pratica, il linguaggio, la comunicazione (la lezione di Apel sull'intersoggettività e sul co-soggetto concludono in un certo senso il tragitto della filosofia tedesca su questi temi). Ma si potrebbe anche tornare indietro, in particolare alla lezione hegeliana nella Fenomenologia dello spirito (non solo il capitolo IV ma anche la conclusione del VI), senza tuttavia nascondere i problemi che vi stanno sotto. Bisognerebbe dedicarvi un video ...
@vincenzodelrio25832 ай бұрын
Ora ho capito bene perche carmelo bene diceva liberiamoci sopratutto dalla liberta che è la cosa piu vincolante che esista ...