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25 minuti di attesa. Tanto bisogna aspettare per entrare dentro lo stand Xaomi dov’è esposta la SU7, la super berlina lanciata quattro settimane fa che ha già raggiunto 75 mila ordini. Per vederla c’è chi supera, chi spintona e non è neanche una giornata di apertura al pubblico.
L’aria che tira fra giornalisti, influencer, manager, commercianti e quanti altri affollano i padiglioni di questo Salone di Pechino, è incredibilmente frizzante. Tutti sono impazienti di vedere dal vivo la prossima anteprima mondiale, perché ce ne sono tantissime (117 per la precisione), una dietro l’altra, come in un paese dei balocchi dove le sorprese non finiscono mai. Compresa un’auto volante, stile quadricottero con 8 eliche in carbonio sul tetto. “Per lei prevediamo la commercializzazione fra 2 anni” - mi spiega con un sorriso una responsabile del brand Xpeng, che un attimo dopo mi chiede il contatto WeChat per mandarmi la brochure in inglese - “guardi le faccio vedere quest’altro modello che vogliamo lanciare l’anno prossimo e può far volare due persone!”.
Il suo ottimismo è contagioso, come lo è quello di chi espone le auto cinesi terrene, ma comunque avveniristiche, iperdigitali, rigorosamente elettriche e che vogliono provare a guidare da sole.
E’ difficile non farsi trasportare dall’euforia, ma c’è chi partecipa alla festa stando un po’ in disparte: i costruttori di auto tradizionali. In primis quelli europei.
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