Salve professore, dopo due (inutili e insulsi) anni di latino al liceo linguistico, ora che ho finito il mio percorso di laurea magistrale in Germanistica mi sono imbattuto nel suo canale KZbin e ho cominciato a studiare seriamente la lingua latina da capo: è stato amore a prima vista. Devo dire che partendo da una mente impostata sul tedesco molte cose mi risultano molto facili (a partire dalla ricerca dei diversi complementi e dall'individuazione delle diverse parti del discorso), altre, invece, richiedono comunque studio e fatica. Ad ogni modo, la contatto per chiederle una delucidazione sui complementi di tempo: nell'esercizio 76, nella frase 5, il complemento di tempo "nelle ore notturne" è stato tradotto con "in nocturnis horis", mentre nella frase successiva "in autunno" è stato reso con un ablativo semplice senza preposizione. Mi potrebbe spiegare come mai nel primo caso è necessario ricorrere alla preposizione "in" (+ ablativo), mentre nel secondo caso la preposizione è superflua o, addirittura, sbagliata? La ringrazio per il suo egregio lavoro e per il suo tempo!
@vincenzopanzeca8711 Жыл бұрын
Le confermo che il programma di latino nel linguistico (anche se oggi non si può più parlare di programmi perché ogni insegnante può fare quello che vuole) è inutile e senza senso. Se poi si aggiunge un insegnante incapace, i risultati sono "insulsi" come li ha definiti esattamente lei. Non si faccia particolari problemi sulle due traduzioni proposte: a volte il latino traduce il c di tempo determinato come uno stato in luogo figurato. Buon lavoro.
@alessandroniero3575 Жыл бұрын
Grazie!
@venerinamarano13082 жыл бұрын
Complimenti è un professore meraviglioso,riesce a far capire tutte le regole, finalmente riesco a tradurre,grazie.
@vincenzopanzeca87112 жыл бұрын
Buon lavoro allora e, mi raccomando, anche... buon diverimento! Lo prenda come un gioco proposto dalla settimana enigmistica.
@susannavallorani5333 Жыл бұрын
avercelo avuto un professore di latino così!!!
@vincenzopanzeca8711 Жыл бұрын
Grazie, ma non esageri: i colleghi e i presidi mi ritenevano troppo severo ed ero una presenza scomoda... Li ho liberati...
@istruttorevincenzo18847 ай бұрын
Esrcizio 75 frase 5 minuto 3:10 gentilmente DIU da dove lo si ricava. Grazie.
@vincenzopanzeca87117 ай бұрын
DIU è un avverbio e si trova così invariabile sul diozionario = A LUNGO.
@lucianobonadei362 Жыл бұрын
Grazie come sempre
@Gripo01934 ай бұрын
Salve professore Una piccola domanda se me lo permetti Frase 12 esercizio 80 Ventorum vi naves in magno discrimine erant. Sarebbe Anche Valida Questa composizione? Propter ventorum vim cum magno discrimine naves erant. ?
@vincenzopanzeca87114 ай бұрын
propter vim >> sì; cum magno discrimine >> no (in compagnia di un grande pericolo?..). In magno discrimine è un c. stato in luogo figurato.
@Gripo01934 ай бұрын
@@vincenzopanzeca8711 grazie per la correzione maestro
@mauriziolazzarini30183 жыл бұрын
Buongiorno Professore, nella frase 14, "molti animali mangiano solo carne...", Lei ha tradotto il complemento oggetto carne con il nominativo caro.
@vincenzopanzeca87113 жыл бұрын
La ringrazio. Ho inserito l'errata corrige con la sua correzione.
@flavioezio30736 жыл бұрын
Salve Professore, è da tempo che sto cercando di approfondire il discorso sulla pronuncia effettiva degli antichi Romani durante il periodo Classico: sono sempre stato interessato al modo in cui Cicerone e Cesare pronunciassero i propri nomi, se in modo simile alla pronuncia Scolastica, Cicero, Caesar, con la C dolce, oppure Kikero, Kaesar con la C dura. Su un libro "The Accent of the latin words" di James A. Colligan (1919) ho trovato indicato che "Quintilian says: C has the same sound before all vowels", sembrerebbe quindi che, perlomeno secondo Quintiliano, la C avesse lo stesso suono davanti ad ogni vocale. Non riesco però a trovare il relativo passo originale in latino nell'opera di Quintiliano: lei ha qualche informazione a riguardo ? Qual'è il suo pensiero in merito ? Grazie
@vincenzopanzeca87116 жыл бұрын
Sono ignorante, totalmente ignorante su questo argomento e penso che, a meno di poter tornare indietro nel tempo, non si troverà mai una soluzione definitiva perché le posizioni sono entrambe ipotetiche e ragionevoli allo stesso tempo. Mi dispiace di non poterle essere d'aiuto
@flavioezio30736 жыл бұрын
Penso di aver trovato il passo in questione di Quintiliano nell' Institutio Oratoria: Libro 1 Capitolo 7 Sezione 10: "Nam "k" quidem in nullis verbis utendum puto nisi quae significat etiam ut sola ponatur. Hoc eo non omisi quod quidam eam quotiens "a" sequatur necessariam credunt, cum sit "c" littera, quae ad omnis vocalis vim suam perferat" ; come si potrebbe tradurre secondo lei ? Il "vim suam" potrebbe riferirsi a "vocalis" (dato che vocalis è femminile) e non a "c littera" ?
@vincenzopanzeca87116 жыл бұрын
La citazione riportata penso che voglia intendere altro. Quintiliano ci dice che la lettera K non viene più usata. I suoni gutturali dell'antico latino furono infatti sostituiti da suoni più dolci e K rimase solo per alcuni vocaboli quali Kalendae, Kaput. Là dove è presente solo K, equivale a KA. Così Kput o Klendae. Sostituita da C, la nuova consonante porta la sua dizione (vim) su ogni lettera. Ma quale dizione? La gutturale o la dolce? E si ricomincia da capo. Questa è materia di una tesi universitaria, ma non pensa che non ne sia stata sfornata più di una (di tesi su questo argomento)? Si rimane sulle ipotesi che ci dicono solo che la lingua latina ha conosciuto uno sviluppo: da gutturale a dolce. In età cristiana il suono dolce ha avuto totalmente il sopravvento. Dai popoli tedeschi arriveranno poi i suoni gutturali.
@flavioezio30736 жыл бұрын
Molte grazie per la spiegazione. È un argomento a mio avviso affascinante,
@flavioezio30736 жыл бұрын
Da diverse parti ho letto inoltre che la gran parte delle parole (sostantivi e aggettivi) italiane deriverebbe dall'accusativo latino. A me pare però che , perlomeno per il singolare, sia l'ablativo il caso da cui sarebbero scaturiti i termini italiani. Lo stesso Quintiliano nel Libro 1, capitolo 10 nell' Institutio Oratoria scrive, riferendosi ai Greci "cum sit apud nos casus ablativus, quem illi non habent, parum conveniat uno casu nostro quinque Graecis uti": sembrerebbe forse che i Latini impiegassero solo l'ablativo nel parlato, e avessero introdotto le declinazioni solo per comodità e necessità per lo scritto ?
@margemmatube Жыл бұрын
Ma il secondo gruppo della terza non ha l’ablativo in i
@vincenzopanzeca8711 Жыл бұрын
Dipende da come la grammatica preesnta le declinazioni. Tantucci e Annaratone classificano tra i parisillabi del II gruppo l'eccezione con im e i (acc e abl) amussis, buris, ravis, sitis, vis... e i nomi di città e di fiume in is (Neapolis, Tiberis)
@margemmatube Жыл бұрын
Come mai è scritto in homeris poematis e non poemata?
@vincenzopanzeca8711 Жыл бұрын
Perché è un c di stato in luogo figurato
@margemmatube Жыл бұрын
Ma poematis non è genitivo singolare?
@margemmatube Жыл бұрын
Dovrebbe essere poematibus
@vincenzopanzeca8711 Жыл бұрын
@@margemmatube Cerchi sul vocabolario "poema" e poi legga tutto: al dat e abl pl fa poematis
@margemmatube Жыл бұрын
@@vincenzopanzeca8711 grazie!
@jim84356 жыл бұрын
Salve professore, vorrei porle una domanda su un argomento che non mi è molto chiaro. Come fa lei a distinguere, ad esempio il verbo legere, della prima persona plurale del presente (legimus) dalla prima persona plurale del perfetto (legimus)? Certe volte dal contesto non riesco a capirlo.
@vincenzopanzeca87116 жыл бұрын
... come "legit": è la condizione di tutti i verbi che hanno la radice del presente e del perfetto uguale "leg". Solo dal contesto; altrimenti sono valide tutte e due le traduzioni: Leggiamo e abbiamo letto o leggemmo o avemmo letto
@francescoalessandromattia758 ай бұрын
Un chiarimento sia in italiano sia in latino. "In litore magna mulierum multitudo magnopere metuebant DE NAUTARUM SALUTE" Tradotto "per la salute dei marinai " ... che tipo di complemento è in italiano ma soprattutto non riesco a trovare questo complemento nella costruzione DE + ablativo. Vedendo il suo schema non riesco a trovare il complemento sotto a "de + ablativo"... Forse di argomento?! Grazie per il chiarimento.
@vincenzopanzeca87118 ай бұрын
Infatti. Ha centrato in pieno.
@cafone6617 жыл бұрын
Gentile professore, non trovo la traduzione della frase 13 dell'esercizio 76, (italiano-latino) potrebbe inserire la correzione, grazie in anticipo
@vincenzopanzeca87117 жыл бұрын
In iecinore, ut veteres dicebant, hominis sensus sedem habent.
@francescoalessandromattia758 ай бұрын
Buonasera Professore. Una precisazione sulla pronuncia. Traducendo, ahimè erroneamente in latino il nome della dea Venere, invece che Venus l'ho tradotta come Venerius senza controllare. Mi sono accorto però che questa parola ha tutti accenti brevi: Vĕnĕrĭus Prescindendo dall'uscita in -ius che non è iato ma dittongo dunque si pronuncia come filius ho due domande: 1. Siccome di pronuncia come filius e NON come Darius (non ha la vocale i lunga) il genitivo e il vocativo singolare dovrebbero essere contratti con una sola -i (fili, Veneri), ma il dizionario non lo riporta (ho il Carboni) 2. Se la parola Vĕnĕrĭus ha tutti accenti brevi dove cade dunque l'accento? Solitamente l'accento dovrebbe cadere sulla vocale (anzi sulla sillaba) precedente ma non ne vedo nessuna... Addendum: un ulteriore esempio è la parola Vĕnĕtĭa (Venezia). Come dovrebbe pronunciarsi se sono tutti accenti brevi?! Vĕnĕrĭus potrebbe avere l'accento sulla "u" per logica come vocale rimasta ma con Vĕnĕtĭa non saprei proprio... Grazie mille
@vincenzopanzeca87118 ай бұрын
Penso che sia evidente che Veverius=venereo non può sostituire Venus. D'accordo sull'uscita i del vocativo, ma il genitivo può uscire sia in i che in ii. Gli accenti che lei trova sul dizionario servono per la metrica, non per la pronuncia e non mi chieda di più perché la metrica è un argomento che conosco molto, molto poco anche perché non m'interessa, innanzitutto perché non si può fare di tutto e poi perché non si ha la certezza della lettura in metrica presso i latini.