Il Libro dell'Atleta Tommaso: una breve introduzione a NHC II,7

Care e cari, in questo video parliamo un po' dell'ultimo trattato del codice secondo di Nag Hammadi.
Come sempre vi invito alla lettura di questo breve testo (in lingua inglese):
gnosis.org/naghamm/bookt.html
Inoltre vi lascio qualche consiglio di lettura per approfondire:
- J. D. Turner, "The Book of Thomas and the Platonizing Jesus", in L. Painchaud P.-H Poirier. L'évangile selon Thomas et la Bibliothèque de Nag Hammadi, traditions et convergences: Actes du colloque tenu à Quebec du 29 mai au 1 juin 2003, Les presses de l'Université Laval - Peeters, Quebec-Louvain 2007, pp. 599-633.
- J. D. Turner M. Meyer, The Book of Thomas, in M. Meyer (ed), the Nah Hammadi Scriptures, HarperOne, New York 2007, pp. 235-245.
- R. Kuntzmann, Le livre de Thomas (NH II,7), Texte établi et présenté (BCNH 16), Les presses de l'Université Laval - Peeters, Quebec Louvain 1986.
Anche per questa settimana è tutto. Come sempre resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
L'immagine di copertina è generata tramite Midjurney.
Un caro saluto,
Vittorio Secco
#naghammadi #gnosis #tommaso

[@robertoventurin139]

Veramente un immenso grazie.....

[@vittoriosecco]

Grazie a te Roberto! 😊

[@1948mori]

Grazie, Vittorio, per farci conoscere questo testo all’apparenza un po’ strano ma molto interessante alla luce della distinzione che hai fatto tra testo apocalittico Cristiano e testo che da “il senso di disciplinamento dei costumi”. Con tutti i richiami a Platone e ai miti del passato. Qui l’apocalittica non è segno di speranza finale ma condanna dei costumi e severo richiamo alle regole di vita da seguire. Ciò che colpisce, come in altri testi, è la condanna della carne, la stessa condanna di Paolo. Chissà perché mai tra tutte le nefandezze e gli errori che gli uomini possono commettere quelli della sessualità hanno sempre la preminenza nella condanna. Forse antropologicamente si potrebbe trovare una spiegazione in quanto la sessualità è alla base dello sviluppo del genere umano e quindi la più importante delle attività umane. Ma per quale motivo la sua importanza e la sua “delicatezza” unita anche al”piacere” collegato dovrebbero diventare anche motivo di reprimenda così profonda quando esonda dal suo argine? Perché non si combatte allo stesso modo l’omicidio, l’odio, la guerra, l’egoismo, l’indifferenza…

[@vittoriosecco]

Grazie Giuseppe per questo commento! Ci tengo a sottolineare come in questi testi non ci sia affatto una condanna della corporeità "come in Paolo", anzi in Paolo siamo completamente in un altro contesto, e la "carne" di Paolo non è riferito alla sessualità. Qui, e in generale nella maggior parte dei testi sessuofobici cristiani successivi, emerge una tendenza antropologica già ben radicata nel pensiero classico greco, e in particolare in alcune forme di platonismo. Questo orrore non nasce dalle conseguenze della sessualità ma piuttosto dall'idea secondo cui la sessualità rappresenta il tratto di unione dell'umano con gli animali. Rigettare l'elemento animale, e quindi sottrarsi all'attuazione fisica e alla riproduzione, era visto in alcuni ambienti ascetici come il modo migliore per avvicinarsi al divino.

[@1948mori]

Interessante, Vittorio, questa idea del rifiuto della sessualità come elemento legato alla riproduzione che ci accomuna agli animali e pertanto sembra non favorire l’ascesi al divino. C’è da chiedersi da dove nasce e come si sviluppa un’idea del genere quando la procreazione da sempre è stata considerata come elemento non solo principiante da Dio ma anche emblema della sua potenza e del suo infinito amore.

[@ionutrosu2129]

Grazie mille Vittorio per il video!!Questo microfono è più buono dell'altro, și sente benissimo anche quando ti allontani!aUn abbraccio!

[@vittoriosecco]

Grazie Ionut! È curioso perché mi pare di aver fatto come al solito, però allora posso alzare un poco il volume in fase di montaggio!

[@ariellaaquili269]

Grazie Vittorio

[@vittoriosecco]

Grazie a te cara Ariella

[@AnnaAmbrosi]

Thanks

[@vittoriosecco]

Grazie di cuore a te!

[@monica-3699]

🙏🏻🤗

[@vittoriosecco]

Grazie!

[@ivanrestelli6772]

Ciao Vittorio, grazie mille per il tuo video come sempre molto interessante. Una domanda: tu sostieni che questi testi afferenti a Tommaso non si possano catalogare nella biblioteca dello gnosticismo, però allo stesso tempo in essi emergono sia l'encratismo che il platonismo, elementi molto forti in ambiente gnostico. Ti chiedo quindi, cosa differenzia a tuo modo di vedere questi testi da quelli che tu consideri più prettamente gnostici? Solo la cosmogonia che qui evidentemente non viene citata o anche altro? Grazie ancora ciao

[@vittoriosecco]

Caro Ivan, naturalmente ci sono anche studiosi che non mancano di sottolineare come queste caratteristiche siano da considerarsi gnostiche; io però sono molto cauto nell'uso di questa categoria, in primo luogo perché tende ad appiattire le complessità spesso per necessità polemistiche. Senza dubbio encratismo e influenza platonica si riscontrano anche in testi che non esiterei a definire gnostici, tuttavia occorre anche notare che queste caratteristiche sono comuni a molta letteratura cristiana "ortodossa". È vero che il genere letterario del dialogo di rivelazione è comune ad ambiti gnostici, ma a mio avviso questo non può essere l'unico indicatore valido e univoco per chiamare gnostica un'opera. A mio avviso, un primo punto importante dovrebbe riguardare le autodefinizioni dei gruppi antichi, e poi da lì cercare di comprenderne le complessità. Detto questo, non ti nascondo che anche se qui non emergono letture alternative di Genesi, questo genere di testi mi è molto più indigesto rispetto a opere con marcati caratteri di alterità di ambienti sethiani o valentiniani. Ma questa è una valutazione estetica personale. Spero di averti risposto!

[@salvatoredam6229]

Ciao Vittorio grazie per tutto quello che ci fai conoscere di nuovo. Solo un piccolo appunto, la teoria secondo la quale Tommaso sia Giuda il fratello di Gesù è un po' più articolata. Il problema di fondo lo pongono i vangeli canonici in particolare Giovanni 11:16 dove si legge: Tommaso chiamato Didimo. Tommaso non è un nome proprio, vuol dire gemello, ma anche Didimo vuol dire gemello, quindi in italiano suonerebbe così: Allora Gemello detto Gemello, sembra un po' assurda la cosa, fortunatamente ci vengono in soccorso gli apocrifi, che ci fanno sapere il nome Giuda detto Didimo o Giuda detto Tommaso che poi è lo stesso. Adesso c'è una prima domanda a cui rispondere, perché Giovanni nasconde il nome di Giuda? Perché come si è capito poteva essere il fratello di Gesù un po' scomodo. Ancora più scomodo rispondere alla domanda gemello di chi? Facendo un ragionamento deduttivo siccome bisognava nascondere la parentela come fa Il vangelo di Giovanni, doveva essere gemello di uno che non può avere un gemello cioè l'unigenito figlio di Dio. Ovviamente è una teoria che però risponde a una grave imprecisione degli evangelisti.

[@vittoriosecco]

Grazie caro Salvatore! La tesi è interessante però non sono così sicuro che "Tommaso" non venisse considerato un nome proprio. Chiaramente "detto didimo" è una glossa che traduce il nome aramaico, ma di per sé non è così strano, specie per l'antichità, che una persona fosse nota in primo luogo tramite un soprannome. Penso al commediografo Plauto o allo stesso Platone, e in tempi e contesti più recenti, anche nei paesi italiani nel 900 le persone erano con nomi molto diversi da quello anagrafico. Quindi sinceramente non saprei, ma confesso che dovrei approfondire. Grazie per la suggestione!

[@salvatoredam6229]

Grazie Vittorio, se scopri qualcosa mi farebbe piacere saperlo.

[@vittoriosecco]

@@salvatoredam6229 assolutamente! Un abbraccio grande

[@giuseppedallabarba2592]

Domanda forse un pò OT: ma il futuro catarismo del medioevo aveva delle influenze, dei legami, con questo tipo di testi? :)

[@vittoriosecco]

Caro Giuseppe, non direttamente: i catari ereditano elementi lontanamente riconducibili a forme tardive di manicheismo, mediate dai bogomili, ma stiamo parlando comunque di tempi e contesti molto differenti. Alcuni contatti tra i gruppi cristiani encratiti e i futuri manichei sono comunque ben probabili, tanto che il vescovo Cirillo di Alessandria sosteneva che il Tommaso di questi scritti fosse discepolo di Mani. Ovviamente si tratta di una teoria senza fondamento storico, ma che parla della percezione da parte ortodossa di fenomeni religiosi considerati almeno affini.

[@giuseppedallabarba2592]

@@vittoriosecco grazie 😃

[@vittoriosecco]

@@giuseppedallabarba2592 è un piacere, grazie a te per seguire il canale!