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Rupubblichiamo il video dedidato ai «segreti» del piano d'attacco austro-tedesco a Caporetto. Si tratta anche in questo caso di una versione censurata da cui abbiamo eliminato la parte relativa all'uso dei gas nella conca di Plezzo con la descrizione fatta da Peter Fiala. Conteneva una serie di immagini «esplicite» che ne ne hanno causato il blocco ai minori di anni 18. Risolto il problema ci auguriano che torni fruibile
Com'era strutturato il piano di attacco austro-ungarico e tedesco a Caporetto? Quali segreti si nascondono dietro una vittoria così netta e così facile? Il video esamina le tattiche di combattimento utilizzate dai nostri avversari durante la battaglia: l'impiego delle armi chimiche a Plezzo (con risultati terribili per noi) e a Tolmino dove - sul sovrastante Kolovrat - i nostri artiglieri vengono uccisi dai gas, la rinuncia all'attacco frontale a ondate in favore di quello attuato con squadre d'assalto che si infiltrano fra le linee, l'avanzata fulminea lungo il fondovalle dell'Isonzo senza attaccare sui fianchi delle montagne che lo sovrastano, il diverso impiego dell'artiglieria ispirato ai primcipi del «Feuerwalze» elaborati dal colonnello Georg Bruchmüller. L'insieme di queste tattiche di combattimento, che hanno dimostrato tutta la loro efficacia durante la battaglia di Riga, unito alla «sorpresa strategica» della quale restiamo vittime, rendono possibile il successo degli Imperi Centrali. Il piano d’attacco austro-tedesco prevede due attacchi coordinati e simultanei che devono scattare da Plezzo e Tolmino. Una sorta di manovra a tenaglia che ha per obiettivo il villaggio di Caporetto. A fondere in uno i due attacchi trovando la giusta sintesi fra tutte le proposte in discussione, è stato il generale tedesco Konrad Krafft von Dellmensingen il quale sostiene anche che l’operazione non dovrebbe tendere solamente a migliorare le posizioni austro-ungariche ma portare le truppe degli imperi centrali almeno fino al fiume Tagliamento. I tedeschi portano in dote ai cugini austriaci un ampio bagaglio di nuove tecniche di combattimento basate sulla tattica dell'infiltrazione con squadre d'assalto - che ottima prova di se ha dato da poco nella battaglia di Riga - e su un diverso uso del fuoco di Artiglieria, non più protratto per giorni ed esteso su tutto il fronte ma improvviso, breve, violento e concentrato prima sulle seconde linee e sui centri di comando e controllo e poi sui punti da attaccare secondo gli schemi del cosiddetto Feuerwalze di Georg Bruchmüller. L’artiglieria tedesca inoltre, grazie alle tecniche elaborate dal capitano Erich Pulkowski - non ha più nemmeno bisogno di fare eseguire di aggiustamento per prendere bene la mira ma può entrare in azione senza preavviso con tiri meno accurati ma comunque efficaci. Il colpo d'ala che dà un contributo fondamentale al successo è però del generale Alfred Krauss e consiste nel rinunciare alla lotta per il controllo delle alture dominanti - predicata dai manuali bellici dell'epoca - per avanzare invece lungo le valle. Non si deve attaccare su nessuna delle due catene montuose che fiancheggiano la conca [di Plezzo] - dice Krauss - perché l’attacco non potrebbe essere sufficientemente rapido da risultare decisivo.
Stefano Gambarotto