Università: la grande fuga?

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Matteo Saudino - BarbaSophia

Matteo Saudino - BarbaSophia

Күн бұрын

Пікірлер: 123
@giorgiuz5319
@giorgiuz5319 Жыл бұрын
Matteo, sono una ragazza universitaria che frequenta da due anni l’università. Ho iniziato un percorso che non faceva per me, non mi invogliava allo studio e non mi trovavo nell’ambiente. Ho deciso di cambiare facoltà e ateneo, ma le cose non sono cambiate. Adesso frequento il corso in Lingue e letterature straniere ma il mio interesse verso i corsi che tratta é calato drasticamente. Al liceo ero motivata quotidianamente, studiavo con passione ed interesse, spinta da questa sete di sapere continua ero convinta al 100% che l’università fosse la mia strada ma adesso non riesco a ritrovarmi in questo meccanismo universitario composto da abusi, soprusi, quantità di studio non conforme ai cfu, professori sempre più di parte, incapaci alla spiegazione con il solo obbiettivo di mettere in difficoltà gli studenti, organizzazione delle sessioni universitarie pessima, insieme di nozioni da imparare a memoria senza saperne il senso vero, e potrei continuare all’infinito. É sempre più difficile continuare a trovare la concentrazione per studiare e sopratutto la motivazione. Mi ripeto quotidianamente: perché lo sto facendo se mi fa stare così male e mi aliena dalla realtà e dalla vita?
@leonardonotte6303
@leonardonotte6303 Жыл бұрын
In che atenei hai studiato?
@davidemartinelli2963
@davidemartinelli2963 Жыл бұрын
Perché l'università odierna porta non all'emancipazione della persona e alla sua formazione bensì ad un'iper competitività malata, dove il "più bravo" ne esce vincitore, che sia come modello da seguire ed imitare, che sia colui/colei che dopo la laurea tornerà in università come ricercatore, che lui/lei troverà una strada redditizia nel mondo lavorativo perché "ha studiato e si è impegnato" (presumendo che gli altri invece non lo facciano senza investigare più profondamente quali sono le dinamiche), lasciando tutti gli altri studenti con l'idea che per essere come lui o lei devi impegnarti di più per prendere un voto alto, devi dedicare tutto il tempo che hai allo studio e all'eccellenza e se questo non succede l'ambiente universitario generale ti aliena da esso. Ogni anno devi conseguire tot CFU per rimanere in pari e non rischiare, a fine dei 3 anni (triennale) /2 anni (magistrale) /5 anni (ciclo unico), di ritrovarti fuori corso e dover pagare fior fior di tasse, non avere più accesso a borsa di studio o alloggi studenteschi o, se l'accesso a questi c'è ancora, è comunque molto difficile ricevere una somma in denaro o un affitto che sia coniugabile alla figura dello studente, tutt'al più se è fuorisede. Ciò che provoca l'iper competitività tra studenti all'interno delle università è l'organizzazione "ad azienda" degli atenei, che ormai puntano solo a ricevere soldi in base agli immatricolati e ai laureati a discapito di una formazione reale dello studente e alla sua formazione come persona. Essere immerso in un ambiente del genere prepara le persone ad abituarsi presto, in realtà già dalle superiori, ad una vita ancora più iper competitiva e precaria a favore dell'economia e non degli studenti, che ogni anno si ritrovano, dato tutto quello che ho detto, in situazioni simili alla tua, spesso hanno bisogno di un supporto psicologico che, ancora oggi in Italia, non esiste in forme adeguate. La strada tracciata dall'università oggi è duplice: dedicarti allo studio, rimanere nei parametri imposti dall'iper competitività e dalla società, non goderti l'università per quello che dovrebbe essere, non godere dell'ambiente universitario che dovrebbe esserci oppure, pur di non fallire, pur di non dover impazzire tra un esame e l'altro, pur di non spendere troppi soldi con tasse ecc, di lasciare gli studi vedendo in questo un fallimento immenso e provocando sempre più un divario tra "persone che ce l'hanno fatta" e "persone che non ce l'hanno fatto", con discorsi annessi e connessi ("finire l'università è solo per chi ce la può fare", "non tutti sono portati a fare gli studi universitari", "guarda lui/lei, ha voti altissimi, ha un futuro assicurato")
@michelasartini1134
@michelasartini1134 Жыл бұрын
@@davidemartinelli2963 come avrebbe detto Andrea Pazienza ho il 'sicuro affuturato'
@maniste9828
@maniste9828 Жыл бұрын
Mi trovo nella tua stessa situazione. Ho cambiato 4 facoltà e ancora non riesco a trovarla mia strada. Ho 22 anni e sono depresso e faccio fatica anche ad alzarmi dal letto. Alle superiori ero bravo nelle materie umanistiche e adesso non so neanche se ho delle passioni. Mi sembra tutto noioso e ogni cosa che faccio mi sembra inutile e dispersivo. Ho avuto dei sogni e obiettivi ma non erano realistici. Spero che ci sarà una svolta reale e drastica bella mia vita ma la vedo dura
@filippotonon9036
@filippotonon9036 Жыл бұрын
Sono nella stessa tua situazione. Frequento ingegneria chimica a padova da 2 anni con gli esami sono nella media. Rispetto a qualche anno fa ho sviluppato qualche hobby: moto, palestra... e mischiando questo a esami e modi di spiegare insulsi voglia e concentrazione si sono abbassate sensibilmente. Non credo che abbandonerò, ma sono consapevole che quello che faccio lo faccio principalmente per lavorare in un ambiente che mi piace e sperare di avere uno stipendio decente, non per passione.
@michelasartini1134
@michelasartini1134 Жыл бұрын
Mi sono laureata oramai quasi 10 anni fa. Ricordo un livello abbastanza buono dell'offerta didattica e ancora un piccolo barlume di ricerca anche in campo socio-politico, quale era quello in cui mi stavo laureando.Tuttavia... mi ricordo un corso di laurea davvero slegato dalla realtà lavorativa, come se lo studio e il mondo del lavoro fossero due mondi incompatibili, per non parlare poi dell'accesso al dottorato con professori più interessati al loro tornaconto di carriera piuttosto che fare da talent scout di persone promettenti su cui investire nella ricerca accademica. Ho lavorato anche come tutor di tesisti per vari anni dal 2016 ad oggi e in alcuni casi ho trovato di fronte studentesse e studenti estremamente impauriti dall'affrontare un percorso di scrittura e riflessione come la compilazione della tesi di laurea, con grandi difficoltà anche nel pianificare il lavoro. Ci credo che non si investa più in cultura perché veniamo da anni di retorica per cui se studi 'sei un* sfigat*'.
@giuseppevallauri6420
@giuseppevallauri6420 Жыл бұрын
Caro Professore, a me è successo di abbandonare gli studi universitari 30 anni fa, per motivi personali e di salute. Nonostante ciò, non ho mai smesso di studiare: ogni giorno dedico parte del mio tempo alla lettura dei classici greci e latini, ho ripreso lo studio del sanscrito e di altre lingue antiche. Lo faccio per tenere allenata la mente e invecchiare bene (ho 58 anni). Complimenti per le Sue riflessioni!
@mrstefano11
@mrstefano11 Жыл бұрын
Sarebbe interessante indagare se vi è una correlazione tra l'abbandono universitario e il crollo della soglia di attenzione di questi ultimi anni per via della diffusione dei social. Perché se ti abitui a fruire di contenuti lunghi in media 30 secondi, studiare poi un libro potrebbe diventare assai difficile.
@93eq
@93eq Жыл бұрын
Io credo che negli ultimi 10 anni ci siamo abituati ad usufruire di informazioni efficaci e che non richiedono studio e discernimento di libroni, ma che ci possano servire subito. Le università non si stanno evolvendo abbastanza velocemente e, al momento, non ti danno strumenti che ti permettano di essere appetibile sul mercato del lavoro più di un non laureato.
@Andrearuch97
@Andrearuch97 Жыл бұрын
​@@93eq no
@davidedemartino679
@davidedemartino679 Жыл бұрын
Quando si capirà che nella società che ci attende, avere studiato su di un libro di carta sarà stato completamente inutile ? Se le università non si rinnoveranno l'Italia non uscirà dalla palude culturale, ma anche economica in cui si è cacciata. Mentre prima valeva la pena studiare in Italia e poi andarsene all'estero adesso è meglio studiare direttamente all'estero. La contrapposizione privato pubblico è solo la solita litania vetero comunista. L'Università o serve a trovare lavoro o non serve, sia essa pubblica o privata. Allo stato siamo nella seconda situazione. Credo che la soluzione dovrebbe trovarla l'università stessa, ripeto se capace di rinnovarsi. Sennò è bene che fallisca. Il discorso sui saperi è anch'esso stucchevole. L'Italia orami è in ritardo in tutti i campi di sviluppo culturale ed economico. Un paese impoverito economicamente (il Paese non i suoi abitanti) e culturalmente, al traino di altre culture ed altre economie, che gira con il cappello in mano alla ricerca di finanziamenti che non è nemmeno in grado di spendere.
@dartnight365
@dartnight365 Жыл бұрын
​@@93eq se proprio vogliamo trovare una correlazione con la tecnologia che abbia davvero una qualche influenza... È stato proprio il fatto che in Italia ci si ostini a non inglobare la tecnologia nel mondo della scuola. Quanti usano ancora lo zaino per spaccarsi la schiena con libri cartacei quando basterebbe un tablet con i PDF, ad esempio? Oppure quante lezioni vengono obbligatoriamente fatte in presenza anche quando non necessario?
@vincenzopollaci7428
@vincenzopollaci7428 Жыл бұрын
Parole sante proff ❤
@giudymorale
@giudymorale Жыл бұрын
Secondo me c'è anche una struttura nelle università italiane che non incentiva chi le frequenta. Sempre e solo mattoni di libri da studiare, spiegazioni dei professori che c'entrano poi poco con quello che si trova nel libro, programmi d'esame infiniti e in cui si trovano libri scritti dal docente che tiene il corso e di cui bisogna sapere anche la nota a piè di pagina perché "la chiede all'esame". Noto proprio che c'è un tipo di studio mirato al superamento dell'esame, non a una formazione professionale, una curiosità personale e un apprendimento che sia duraturo e non fatto solo perché "devo laurearmi, i miei genitori mi pagano l'affitto devo farlo per loro". Con l'avvento del digitale e dei social, sarebbe anche utile digitalizzare la didattica per renderla più accattivante a mio parere. L'attenzione che si ha davanti a uno schermo e con un video che magari puoi guardare e ascoltare più volte è maggiore rispetto a un libro di cui devi studiare obbligatoriamente 30 pagine al giorno in vista dell'esame da superare. Non parliamo poi delle sessioni d'esame distribuite in modo totalmente insensato e di quanto siano poche nel corso dell'anno. Ho inoltre sempre pensato che si potessero avere delle valutazioni intermedie affinché lo studio fosse più costante e diluito nel corso del semestre invece che seguire il corso e poi poter dare l'esame alla fine del semestre, dell'anno o anche dei tre anni successivi. E potrei evidenziare criticità dell'università per ore (e non sarei l'unica)
@duracell211
@duracell211 Жыл бұрын
ti assumerei per ribaltare il tutto. cacciando questi baroni cariatidi, tronfi nel credersi arrivati... l'insegnamento è un arte, l'arte di trasferire ciò che si è appreso ad altri... bisogna avere carisma, buona dizione, e saper davvero la materia... con concetti e parole semplici ma efficaci... e poi la scuola deve essere divertente, non pallosa.... inoltre, bisogna tener conto del cervello di ognuno che può apprendere tramite uditivi, cinestetici e visivi... la scuola attuale è fatta solo per rincoglionire ed indottrinare... sicuramente voluto apposta per renderci ignoranti, ma oggi è proprio la scuola che insegna ignoranza e falsità, che si piega a 90° ai capricci del potere... come tanti temi che oggi vengono imposti come verità dogmatica.
@Abraxas_90
@Abraxas_90 Жыл бұрын
Hai scritto esattamente ciò che penso io. Il problema delle università italiane sono i professori, così come quello delle superiori, medi ed elementari
@mariasilviatesi
@mariasilviatesi Жыл бұрын
Mi sono laureata lavorando e per me università fu un divertente e impegnativo hobby e luogo di socializzazione. Conosco tante persone che non sono laureate, parlano varie lingue straniere, hanno ampia cultura e un mestiere dignitoso. Importa la crescita come persona, non il pezzo di carta.
@holmesita3138
@holmesita3138 10 ай бұрын
Purtroppo oramai conta di più il pezzo di carta che la persona per la società
@leonardonotte6303
@leonardonotte6303 Жыл бұрын
Un dato del 7% di ritirati mi sembra molto, ma molto più basso di quello degli anni '90 quando appunto si arrivò ad iscrivere all'università più del 70% di chi usciva dalle superiori. Io iniziai l'università qualche anno dopo il 1993 e nella mia facoltà (non a numero chiuso) la percentuale dei ritirati al primo anno era di più del 30%. Molti studenti semplicemente cambiavano facoltà, altri si ritiravano del tutto. C'è da dire che andare dall'università proprio negli anni '90 diventò una moda, diversi miei compagni di classe delle superiori, almeno 4-5 che io ricordi, svogliati e somari come pochi, si iscrissero tutti al corso di scienze dell'educazione, probabilmente perché la fama di essere "facile". Inutile dire che si ritirarono tutti entro un anno perché avevano fatto male i conti. Diversi miei compagni di corso del primo anno frequentarono solo per qualche mese, alcuni addirittura per qualche settimana. Comunque l'idea che all'università ci debbano andare tutti, o peggio ancora che tutti debbano laurearsi, è un'idea che ha creato generazioni di analfabeti laureati.
@elllie
@elllie Жыл бұрын
Esatto!
@helpyourmind9941
@helpyourmind9941 Жыл бұрын
Kkkkkkmkkkkkkkkkkkkmkkkkkkkkkkkkkkkkkmkkmkmkkk
@93eq
@93eq Жыл бұрын
Ho lasciato l'uni al primo anno perchè, dopo 3 anni, sarei arrivato a guadagnare forse 1400 euro. Se avessi voluto andare in magistrale avrei forse guadagnato 1600 a fine carriera. L'università è un investimento in tempo e denaro che per molti come me non paga. Da quanto ho lasciato l'uni a 1400 euro ci sono arrivato lo stesso, ho visitato 2 paesi e mi sto prendendo la green card negli stati uniti, avendo esperienza in IT (ho fatto un corso di 3 mesi e poi lavoro trovato subito) trovo lavoro facilmente e la paga è buona. E' facile vedere come la formazione universitaria non sia abbastanza incentivante per noi giovani da intraprendere se poi quello che troviamo sono 200 euro in più in busta paga rispetto ad un non laureato. Il metodo universitario di "studia libri e dai esame" non è efficace e non ti da reali skill che le aziende cercano.
@EhM-xt7pl
@EhM-xt7pl Жыл бұрын
Il tuo superiore è laureato?
@93eq
@93eq Жыл бұрын
@@EhM-xt7pl No :)
@metalpera
@metalpera Жыл бұрын
Forse sarò elitario e forse ho mal interpretato il senso della ricerca, ma io credo che valutare lo stato di salute dell'università attraverso il numero di iscrizioni e abbandoni sia un metodo piuttosto sbagliato. In base a quale principio un'Università con pochi iscritti dovrebbe essere peggiore? Se si tratta di un indice per fare un discorso più ampio ok, ma tanto per intenderci dubito che l'obiettivo principale delle università storiche come quella di Bologna fosse quello di avere più laureati possibili. Io credo piuttosto che con la rincorsa all'università per tutti si sia notevolmente abbassato il livello di qualità dell'insegnamento. Oggi non tanto, ma 20 anni fa sembrava obbligatorio andare all'università se si voleva "essere qualcuno"; al contrario, chi non ci andava non aveva la pretesa di essere nessuno ma, quella si, una voglia di rivalsa che spesso si è tradotta in una realizzazione personale e professionale persino più desiderabile rispetto a quella di coloro che si sono ritrovati con una Laurea inutilizzabile. Ci è stata venduta un'idea di università fasulla basata su un modello che non esiste più da almeno 50 anni. E lo scopo di questo inganno non era certamente quello di ampliare la cultura media della popolazione, ma quello di fare in modo che milioni di giovani rimanessero per più anni possibile ciò che alla "società" serve di più: consumatori. Perché gli universitari, nelle neo-città universitarie, sono un business: affitti, locali per la movida, corsi nuovi, cattedre, edilizia studentesca (di scarsissima qualità ma dai desiderabilissimi appalti). Io vorrei che si tornasse a parlare di cosa sia, oggi, l'Università, più che di quanti iscritti ci sono. Perché condivido moltissimo il discorso sulla fatica che porta alla bellezza, ma questo implica anche che questo percorso non sia per tutti, perché non tutti sono portati a questo tipo di sforzo, non tutti lo desiderano e, più importante, chi non lo desidera deve poter avere altre strade per vivere una vita dignitosa. L'università è stata utilizzata come paravento dai governi di tutti i colori: sei povero? Avresti dovuto studiare o avere un marito/moglie che ha studiato. Hai studiato ma non trovi lavoro? Eh, avresti dovuto impegnarti di più. Ma la verità è che un ragionamento sul lavoro non è mai stato fatto, né per chi si laurea né tantomeno per tutti gli altri, e l'equazione più studi più lavori è sempre stata una stupidaggine. Ma su questa stupidaggine si sono ottenuti i record di iscrizione. Quindi sì all'Università per chi vuole davvero fare ricerca e fare la fatica del nano che sale sulle spalle di qualche gigante; no all'Università di chi cerca scorciatoie salendo sulle spalle di altri nani per far finta di essere ciò che non è e raggiungere una posizione che non c'è. E sì anche a corsi professionalizzanti seri che forniscano una strada altrettanto valida per chi, oltre al cervello, vuole usare principalmente le mani.
@kaioken939
@kaioken939 Жыл бұрын
Bravo sono d' accordo con te . Personalmente ho trovato addirittura troppo facile la mia laurea (non ho preso grandi voti ma ho finito senza praticamente fare fatica , e non sono assolutamente un genio) . Ora mi iscriverò ad ingegneria matematica come seconda laurea (ora sono laureato in matematica) . Ma effettivamente vedo molto che si sta andando verso un' "università di massa"
@nicolavitali2936
@nicolavitali2936 Жыл бұрын
La verità è che in Italia la laurea non è valorizzata…. Perche intraprendere un percorso di 5 anni per poi guadagnare meno di uno con la terza media? Ci sono professori che prendono 1400€ Chi inizia a lavorare a 18 anni quando ne ha 25 ha gia decine e decine di migliaia di euro in banca, mentre uno che si è laureato sta appena iniziando con gli stage da 600 euro al mese…. Per quanto riguarda i dati degli altri paesi è anche vero che le università all’ estero sono molto più facili e veloci da finire, non si studia come nelle nostre. ho frequentato per 6 mesi un Università in Spagna e come livello mi sembrava di essere in seconda superiore…. Altro che università
@deepblue188
@deepblue188 Жыл бұрын
Certo, solo che poi uno con la terza media, potrebbe farsi ingannare più facilmente in stupidi affari e perdere tutto per superficialità, analfabetismo funzionale molto marcato e ingenuità. Non voglio naturalmente dire che tutto ciò si verifichi puntualmente in tutti i casi di coloro che hanno conseguito il minimo sindacale dal punto di vista scolastico ma c'è una buona probabilità che almeno nel 50% dei licenziati medi, la mancanza di conoscenza possa far combinare stupidaggini col proprio pecunio. Lo dico perché ho avuto la metà degli amici che, con solo la terza media, ha guadagnato bene nei primi cinque o sei anni ma poi si sono fatti convincere a sperperare i loro guadagni in affari illeciti. Con questo non voglio dire che ciò sia la norma e che chi studia fino alla laurea sia per forza di cose incorruttibile e imbattibile sotto tutti i punti di vista, ci mancherebbe ma la conoscenza conta e se un individuo con la terza media riesce nel breve-medio termine a accaparrarsi un buon stipendio con un mestiere, a lungo termine, potrebbe impantanarsi nel percorso lavorativo per mancanza di studi superiori. Forse è meglio 1.400 € al mese svolgendo una professione intellettuale (non necessariamente il professore) ma duratura nel tempo, poi riqualificandosi nella vita o avere un mestiere in mano subito da giovanissimi e poi fallire dopo? Sull'università in Spagna e nel resto dei paesi della UE, ti dò ragione in pieno. Ho avuto altre persone che me l'hanno confermato, per non parlare dei blog, dei podcast e dei video su KZbin che confermano puntualmente la maggior "facilità" di determinati atenei spagnoli rispetto ai nostrani.
@MicAndre6
@MicAndre6 Жыл бұрын
Prima di ascotlare le motivazioni fornite dal video, propongo la mia visione sul motivo di questo problema, da giovane che frequenta attualmente un liceo. 1) Motivazione minore, la cultura è sempre più svalutata. Non c'è più la "cultura della cultura", in una società sempre più adagiata su opinioni (sulla doxa, avrebbe detto qualche pensatore greco...), sul parlare a vanvera, dove ognuno può sentirsi esperto di un campo dopo una mezz'oretta di ricerche su internet. Moltissimi giovani non vedono nella persona di cultura un obiettivo, una figura positiva. Vedono invece un noioso, un sechione o comunque una persona che ha buttato via anni ad imparare cose inutili. Sembra quasi che l'ignoranza, pian piano, stia diventando cool. 2) discorso diverso e forse il più importante: l'Italia non valorizza per nulla le eccellenze. Un giovane sa già che frequentare un'università porterà, oltre alle moltissime spese (tasse universitarie altissime, alloggi, treni per chi fa il pendolare...), che dovrà coprire lavorando (se è "fortunato" e riesce a trivare un lavoretto part time) in condizioni vergognose, distruggendosi per guadagnare 400-500 euro al mese. Come se tutto ciò non bastasse, sa già che una volta laureato per torvare un lavoro decente dovrà andarsene all'estero, oppure rassegnarsi a guadagnare 1300 euro al mese quando va bene e se si ha la fortuna di essere assunti. Tutto ciò ci scoraggia, io parlo per me ma ritengo che tantissimi miei coetanei la pensino così: studiare in Italia è uno sforzo, non è per nulla un qualcosa di piacevole e mon ripaga minimamente.
@derprofessor5100
@derprofessor5100 Жыл бұрын
prof, da collega sono pienamente d'accordo nel dire che andrebbero potenziati i nostri attuali percorsi professionali, trasformarli da contenitori sociali per i poco studiosi, gli indecisi e quelli senza famiglia alle spalle, in corsi altamente qualificanti. La frammentazione attuale universitaria, tutti i nuovi corsi sono risposta ad un'esigenza di risposta immediata al mercato del lavoro (sarà poi funzionale davvero?) la ricerca paga male o non paga e se ne fa poca. Aggiungiamo il fatto che il livello di preparazione dei ragazzi in uscita negli ultimi 3 anni è sensibilmente calato, c'è anche timore ad affrontare un percorso di studio complesso
@FrancescoVeroneseItaly
@FrancescoVeroneseItaly Жыл бұрын
Bellissima la fine !
@pompeomatta2189
@pompeomatta2189 Жыл бұрын
sono un insegnante di scuola dell' infanzia laureato in scienze dell'educazione e a 47 anni ho intenzione di iscrivermi in filosofia a Torino, non mi piaceva studiare, ma la filosofia e l'antropologia oltre ecologia erano le materie che mi interessavano, e tuttora mi interessano
@faberbettarini2441
@faberbettarini2441 Жыл бұрын
Insegnante scuola infanzia... Super... io sostengo infanzia precario ....la figura di genere maschile in quel grado è importante
@sammartinol
@sammartinol Жыл бұрын
La aziende private italiane hanno poca necessità di competenze costruite nell'università. Hanno bisogno di competenze ovviamente, ma si tratta di competenza professionali, o di esperienza concreta. Anche le cosiddette lauree STEM non hanno poi tutto questo assorbimento. Matematici e Fisici non se la passano bene ma persino per gli ingegneri va tutto male. Se parliamo degli ingegneri civili, lasciamo stare. Ma persino gli Ingegneri bio-medici, che sono il futuro della ingegneria dei prossimi 50 anni: anche per questi in Italia ci sono solo posti di ripiego (ad esempio i consulenti informatici). Non sono soddisfatti nemmeno gli ingegneri informatici medesimi, quelli più richiesti dal mercato del lavoro, che vengono assorbiti per fare però lavoretti che anche un normale perito può fare. E ovviamente le paghe sono ridicole. Non c'è niente da fare: chi decide di investire nel suo cervello deve mettersi in testa di imparare bene inglese e tedesco e andare via appena terminati gli studi. L'Italia ha rinunciato ad essere una nazione produttrice di tecnologia. Ci sono solo piccole e medie-imprese. Dei laureati il sistema produttivo italiano non sa cosa farsene.
@valentinagiusti8684
@valentinagiusti8684 Жыл бұрын
Anche perche'ingegneria in Italia e'solo un ammasso di teoremi e di dimostrazioni completamente avulsi dalla realta'. Impossibile da applicare a situazioni pratiche.
@tlorn7548
@tlorn7548 Жыл бұрын
io da giovane e frequentante del corso di ingegneria informatica trovo il vero problema nello "sbilanciamento" nella visione e rapporto tra studente e professore di turno, su una decina di professori incontrati da me solo uno cercava in qualche modo di andare a parlarci direttamente a noi come ragazzi che si approcciavano la prima volta a una materia e settimanalmente cercava di incuriosirci con ritrovi in loco di posti in cui si lavorava con quello che noi studiavamo, oppure invitava persone che avevano già seguito gli studi in quella stessa università e del percorso possibile futuro dopo gli studi utilizzando sempre quelle conoscenze, ci lasciava la libertà di farci fare le domande più strambe riguardo a quell argomento mai sminuendoci ma facendoci capire come effettivamente quella materia si interfacciava con la realtà del quotidiano. Inizialmente era una delle materie che meno mi ispirava e invece eccomi qua ora a guardarmi attorno in maniera diversa grazie a quella goccia di curiosità in più che mi è stata data a differenza degli altri miei docenti presenti nel corso di studi. Addirittura ho trovato gente intorno a me che ripudiavano questo comportamento del prof proprio perchè inusuale e unico nel suo genere, quindi la resistenza nel cambiamento di questa situazione stantia purtroppo non si trova solo nei professori ma anche da parte dei miei colleghi stessi, che vedendo questo modo di approcciarsi inusuale si sono chiusi di più a riccio schifando il modo in cui insegnava. Io spero nel ricambio generazionale che come tutti i problemi presenti in italia secondo me porterà a lungo termine delle migliorie al paese, ma questo è un mio punto di vista fondato solo su esperienze personali
@Mr995pippo
@Mr995pippo Жыл бұрын
Bellissima analisi e bellissima maglietta ❤
@marcopolesine1584
@marcopolesine1584 Жыл бұрын
le cause sono che portate alla disperazione gli studenti, non dormono di notte, non è sicuro che allo studio corrisponda il lavoro, è l'età della giovinezza, l'unica giovinezza della vita in cui decidi se sposarti o no, cerchi il o la partner della vita perchè poi è troppo tardi, la competizione che doveva essere una faccenda del lavoro capitalista è entrata nelle scuole e università trasformandole da luoghi di cultura sociale a una sorta di circhi a gare in cui i discenti fanno a gara tra individui mentre i docenti eseguono protocolli, procedure, dunque il voto va a chi vince la gara della memoria e magari non ha capito il ragionamento. Non più luoghi in cui tutti i saperi puntano a unirsi (università) ma a divergersi in settori specializzati ( in diversità), la colpa viene sempre data alle famiglie che non centrano con l'università... vi pare che possano esserci ancora in futuro Pasolini, Marconi?... ma non è colpa di nessuno. Tutto questo correre perchè? A che scopo? Per rinunciare di avere figli? Paese finito.
@cosimocosimocos
@cosimocosimocos Жыл бұрын
Confrontando la mia esperienza e quella di tanti ragazzi come me posso constatare che l'interesse verso il mondo accademico è calato perché : 1) Università ≠ Cultura. Docenti, dirigenti, componenti del personale e soprattutto studenti sono spesso persone ottuse e incapaci (per intenderci gente con due mani sinistre e scarsissimo senso pratico) che si ritrovano a esprimere e/o memorizzare preconcetti senza senso critico. 2) Aspettative malate delle famiglie, disorganizzazione, impreparazione degli istituti e l'induzione a un "obbligo morale del pezzo di carta" sono tra le cause principali dei problemi psicologici di questa generazione. 3) Studiare è un lusso che, guarda caso, spesso si può permettere chi è meno capace e meritevole. Inutile parlare di merito, le università sono praticamente dei diplomifici e gli studenti sono numeri di matricola per tirare su bilanci. Se poi si tratta di istituti privati non ne parliamo... 4) I programmi si basano su metodi ed esempi di 40 anni fa, nei casi più fortunati. Inoltre i percorsi sono di fatto una rincorsa ai crediti. L'ambiente accademico è fuorviante dalla realtà. 5) Università ≠ Possibilità di lavoro. Non serve che elenchi la trafila necessaria per trovare un lavoro precario e sottopagato. Sempre per chi ci riesce, negli agli altri casi si è costretti a fare tutt'altro. In tutto ciò non credo che un calo di iscritti sia un male, anzi credo possa valorizzare di più le università (salvo che contestualmente vengano riformate). Inoltre penso sia più importante insegnare ai ragazzi ad avere una cultura personale, dei valori, delle ambizioni e ad essere autonomi piuttosto che infondere l'idea di inseguire un pezzo di carta straccia per diventare schiavi del sistema.
@diegomargari587
@diegomargari587 Жыл бұрын
Ritengo che nell'articolo non sia stato trattato abbastanza il motivo secondo me principale della mancanza di laureati. Fare l'università in Italia è un investimento che NON PAGA abbastanza. Non paga abbastanza l'investimento di anni e soldi. L'Italia è uno dei paesi in Italia con più basso gap retributivo medio tra laureati e non laureati. Senza prenderci in giro, nonostante tutti gli altri siano sicuramente motivi validissimi e reali, questo è un attrito troppo grande sopratutto considerando che le università italiane sono abbastanza difficili e spesso si va oltre i 3 o 5 anni canonici.
@stefaniabencini7054
@stefaniabencini7054 Жыл бұрын
ma continuano on line, si trasferiscono all'estero o smettono del tutto?
@stefanofrancescoali1819
@stefanofrancescoali1819 Жыл бұрын
Ormai anche essere laureati non ti garantisce più un lavoro ben retribuito, paragonato agli sforzi enormi e alle ore di studio che uno deve utilizzare…parliamoci chiaro, un tempo probabilmente essere laureati era il modo per migliorare la tua situazione economica e famigliare adesso non è più cosi
@carmelopasquale
@carmelopasquale Жыл бұрын
Buona sera Prof...... Triste situazione da cui deduco che l, Italia.... é morta definitivamente..... la cosa piú inquietante che non c'è alternativa.. ma la ancora piú inquietante é l'ottimismo del governo.!!!
@tuffileoni8188
@tuffileoni8188 Жыл бұрын
Sono insegnate di primaria e credo che il punto vada cercato ANCHE nelle modalità didattiche imposte, sottolineo imposte nella scuola primaria e nella secondaria. Purtroppo in un commento non è possibile esporre un problema così complesso e risulterà parziale e incompleto. La sperimentazione della valutazione in livelli è stata un inutile fallimento burocratico ma l'errore non viene ammesso. La vergogna dello sbaglio è forte anche in noi adulti. La continua giustificazione della pigrizia sempre e comunque, perché nella realtà concreta è questo, la distruzione del concetto di merito in nome dell'adeguare sempre tutto a tutti, sempre. Lo sviluppo prossimale non esiste, è scambiato per pretesa. La mancanza di fiducia nelle modalità tradizionali sta creando un vuoto formativo. Il punto è che si sta imponendo troppo velocemente un metodo di insegnamento tipico di altre realtà e questo crea caos, mancanza di contenuti e di disciplina.
@jennifercastricini7111
@jennifercastricini7111 Жыл бұрын
Modalità didattiche imposte, ovvero di cosa parla?
@francesco2305
@francesco2305 Жыл бұрын
secondo me le proposte di tante università non sono aggiornate coi tempi. Non parlo per i settori scientifici, medicina o legge, ma parlo soprattutto per quanto riguarda le scienze umane. Non si possono affrontare determinati corsi di stampo storico o filologico, senza tener conto della contemporaneità. Così formiamo persone che non hanno idea dei fenomeni culturali che muovono il mondo contemporaneo, ad esempio i media digitali e non sapranno mai muoversi nei contesti lavorativi attuali.
@shurikowaipogeoboreba6270
@shurikowaipogeoboreba6270 Жыл бұрын
Potreste passare il link all'articolo? Grazie.
@lorenzopanerai8249
@lorenzopanerai8249 Жыл бұрын
Sono d accordo c è un grande vuoto culturale preferiscono in molti tentare le carte dei talent show o comunque dell apparire più che dell essere. Lei bisogna riconoscere fa molto per cercare di cambiare rotta. Detto questo le università hanno messo vergognose barriere di selezione all ingresso con posti limitati per corsi di laurea che non siano quelli della fuffa e paradossalmente per professioni in cui c è carenza di personale ed il tutto per poter creare centri di potere (possono decidere chi entra e chi no) e grossi interessi economici per i corsi di preparazione mentre lanpreparazione per entrare all Università la dovrebbe dare il liceo o la scuola superiore in genere. Anche le pubbliche sono diventate care a meno che uno non abbia un isee sotto zero, sono, almeno per quelle che conosco, mediamente disorganizzate ed i docenti spesso poco disponibili insomma .....appeal pari a zero.
@dilettabiggi75
@dilettabiggi75 Жыл бұрын
Ho deciso di iscrivermi alla magistrale (letterature comparate) dell’Università di Bologna sperando in approfondimenti e specializzazione nell’ambito delle letterature comparate. Nulla, ho trovato solo i soliti esami a memoria su argomenti generici. Ore e ore a studiare per 6cfu, tre appelli mai garantiti (di solito due o solo uno) perché tanto se finisci fuori corso son soldi. Un ateneo sovraffollato che vive di una fama ormai immeritata. Finirò il corso per il pezzo di carta e poi prego che qualcuno mi assuma da qualche parte sopra al Brennero. È realmente inutile.
@marioserraghini2119
@marioserraghini2119 Жыл бұрын
In Italia si dovrebbero investire 2 miliardi su due o tre atenei, in modo da sviluppare dei centri di grande eccellenza come all'estero, al posto di avere tante università con budget minimi. Unimi ha appena 400 milioni, a fronte di un ETH con quasi 1, 9 miliardi di euro. E ciò punisce molto la ricerca di base che è molto difficile. Il mio relatore di tesi ha appena 1300 euro per le tutte le tesi che segue: nulla. E la televisione dove spadronano i talkshow politici e programmi riempitivi non aiutano nella formazione personale.
@valentinagiusti8684
@valentinagiusti8684 Жыл бұрын
L'estero e'molto mitizzato ...
@sakhos9700
@sakhos9700 Жыл бұрын
È un investimento - in termini di tempo, ma anche di denaro - che non paga
@cesarenobile1995
@cesarenobile1995 Жыл бұрын
Sarebbe interessante vedere anche quali sono i dati riguardanti nello specifico le facoltà che vengono maggiormente lasciate. Oggi giorno solo le facoltà scientifiche offrono ancora sufficienti sbocchi lavorativi ma non sono alla portata di tutti. Piuttosto che laurearsi in filosofia, lettere o scienze della comunicazione, facoltà che garantiscono lo stato di disoccupazione a vita molti ragazzi preferiscono imparare un mestiere ed entrare immediatamente nel mondo del lavoro.
@danielepitzalis6071
@danielepitzalis6071 Жыл бұрын
Purtroppo, è la realtà, a livello culturale offre davvero poco, i programmi sono stati semplificati moltissimo da quando è stato fatto il passaggio ai nuovi ordinamenti, per adeguarsi agli standard europei, ovvero il 3+2; all'epoca di questa riforma, un noto professore disse: 3+2=0, ed è la realtà, non solo, non è servita ad innalzare il tasso dei laureati, ma ha anche distrutto il livello culturale.
@Abraxas_90
@Abraxas_90 Жыл бұрын
Io non penso che la gente abbandoni perché c’è poca offerta culturale
@elllie
@elllie Жыл бұрын
La scuola da noi è ancora tosta, licei e università, sebbene non siano più "quelli di una volta" super severi, sono ancora molto impegnativi. Chi è uscito da tecnici e professionali, cioè la maggioranza degli studenti, non va all'uni perché non ha voglia di studiare. Se poi ci metti calo demografico e la moltiplicazione degli atenei il gioco è fatto
@Jojez02
@Jojez02 Жыл бұрын
Chi frequenta i tecnici-professionali non continua gli studi anche perché spesso e volentieri trova facilmente e subito opportunità di lavoro ben pagate (parlo almeno delle zone industriali del nord dove abito).
@elllie
@elllie Жыл бұрын
@@Jojez02 abito al nord ovest in una zona di provincia con molte aziende ben avviate, confermo che il lavoro c'è per i diplomati, ma la ragione per la quale solo una minoranza dei miei allievi del tecnico (ragioneria e tecnico turistico) proseguono gli studi nei loro campi di indirizzo (economia, marketing, lingue, turismo) è perché non sono in grado di studiare all'uni, anche se ne avrebbero le capacità intellettive. Chi prosegue di solito frequenta economia o lingue e almeno la triennale la prende
@deepblue188
@deepblue188 Жыл бұрын
Dipende. Non è sempre così. Diciamo che hai ragione in complesso. Nel mio caso, quando ero giovane, ho visto parecchi miei compagni di scuola del tecnico turistico iscriversi all'università. (eravamo proprio nel 1990). Io non mi ero iscritto per paura di fallire e avevo già presentito i tempi "bui" di oggi. In compenso, ho conseguito qualifiche linguistiche all'estero e ho lavorato in diversi settori dell'assistenza clienti. Avrei preferito sicuramente avere un lavoro più soddisfacente e remunerativo ma purtroppo, è andata così. Ho sempre considerato il fallimento e l'errore come una piaga e non mi sarei potuto permettere di sbagliare. Sono sempre stato molto ansioso.
@Abraxas_90
@Abraxas_90 Жыл бұрын
Io penso perché essendo tanto inflazionata, gli stipendi dei laureati negli anni si sono abbassati, e quindi conviene ancora?
@francescos7361
@francescos7361 Жыл бұрын
Vero condivido
@alessandrobon2550
@alessandrobon2550 Жыл бұрын
(*Lungo ma vale la pena di leggerlo*) Le università stanno diventando sempre più nozionistiche e tendono a far apprendere decine di contenuti manualistici a memoria. Questo è il problema centrale. Non insegnano a pensare né tantomeno a sviluppare il pensiero critico. Gli studenti che in genere prendono 30 e 30L sono quelli che riescono a memorizzare con maggiore efficacia ed efficienza il maggior numero di informazioni rispetto ai compagni e (non "o") capiscono idealmente in anticipo gli argomenti sul quale il professore si soffermerà. E' ovvio che questo non significa apprendere. Se noi valutassimo l'idea di creare una scuola con valori chiari e condivisi da veicolare, tutto ciò non accadrebbe, perché la nostra finalità sarebbe quella di raggiungere una "metamorfosi antropologica" e non più quella di acquisire le competenze, obiettivo piuttosto gretto e inutile. Se la scuola non si fa portavoce dei valori da veicolare, allora sarà la società e la cultura a farlo, e ad oggi la cultura veicola esclusivamente valori del capitalismo (l'autorealizzazione, il soddisfacimento dei singoli bisogni individuali, la massimalizzazione dei profitti, la gerarchia militare come strumento di ordine di massa, ecc). Ne consegue che un giovane diplomato di 18 anni che si ritrova perfettamente in questi valori, ha la possibilità, non troppo remota, che tuffandosi nel _mare magnum_ del (non mi piace il termine ma lo uso per semplificare) "mondo del lavoro" possa diventare ricco, raggiungere il benessere economico, poter soddisfare le proprie esigenze e le proprie necessità. Dunque, chi gli fa fare di andare all'università ad affrontare una fatica di Sisifo per trovarsi poi senza un posto di lavoro, ma anche senza aver maturato un'abilità di tipo logico, intellettuale, sociale, essersi inserito in un contesto di apprendimento collettivo così da aver potuto godere dello star assieme in un contesto comunitario e sviluppare abilità di dialogo, confronto, ecc? Perché iscriversi a, faccio un esempio, Scienze Infermieristiche se poi mi aspetta una vita pagato poco con zero riconoscimento sociale e turni di lavoro massacranti? Le Indicazioni Nazionali sono stati un ottimo strumento di passaggio per cercare di fuggire alla vecchia logica della tradizione gentiliana, ma ormai, come una qualsiasi legge del taglione, è superata. Occorre rimettere in discussione l'intero sistema, adoperarsi per un sistema valoriale condiviso (come hanno fatto i nostri padri costituenti) e da lì ripartire. L'antifascimo è un valore? Se sì gli insegnanti sapranno adattare perfettamente da soli le loro lezioni agli alunni, ne sono certo. Valori come questo che ho appena detto non possono rimanere nell'aria, con una parte di popolazione che ci crede e una parte no, devono essere esplicitati. Dove vogliamo arrivare da qui ai prossimi 200 anni? Ad una società impostata sull'ordine militare per mantenere la sicurezza o ad una società in cui non c'è nemmeno bisogno di dirti che il tuo vicino, tua moglie, tuo figlio non li devi picchiare, in quanto questo è un valore talmente radicato, incancrenito e cristallizzato dentro di te, dentro le tue sinapsi fino al midollo, che non c'è neppure bisogno di esplicitartelo? Seguiamo queste piccole regole e tra 10-15 anni noi avremo il boom di iscritti all'università.
@ElToro97x
@ElToro97x Жыл бұрын
Semplicemente in Italia non conviene, gli stipendi sono livellati e la differenza tra laureato o meno è ridicola. (in tanti casi il non laureato guadagna pure di più 🤣)
@dellebandeneregiovanni3996
@dellebandeneregiovanni3996 Жыл бұрын
Non è più attrattiva perché non si guadagna una mazza, meglio imparare un buon mestiere
@MusicAle-rk9dv
@MusicAle-rk9dv Жыл бұрын
"Le cose belle richiedono fatica"
@marcopolesine1584
@marcopolesine1584 Жыл бұрын
il calo demografico del Paese è il sintomo che l'istruzione delle masse non ha funzionato, si dice che sia normale che un popolo istruito abbia meno nascite... allora l'aumento della scolarizzazione non ha migliorato l'intelligenza di massa. Il primo requisito che un popolo dovrebbe capire è il miglioramento del tessuto sociale con la cultura e non la memorizzazione fine a se stessa. Rinuncio a fare figli perchè mi interesso di speculazione finanziaria illimitata, perchè devo imparare a memoria per il titolo studiando giorno e notte oppure la poesia che leggo mi dovrebbe aiutare nella vita sentimentale ? Dante sciveva per esprimere e coltivare il suo amore per Beatrice non per obbligo. Si è sbagliata totalmente mentalità, insegnando a leggere, scrivere e far di conto a figli di operai e contadini nel giro di tre generazioni la nostra società non sta migliorando ma peggiorando anzi declinandoI figli hanno usato le capacità gli uni contro gli altri: Dallo scrivere è nata una burocrazia pubblica assurda incompresibile che rende la persone o irresponsabili o frustrate, dal far di conto è nato un sistema finanziario kafkiano illimitato che anzichè favorire lo sviluppo aumenta le tensioni e l'angoscia del vivere.Prima di qualsiasi azione del normale vivere si contrappone sempre un contratto di qualcuno che viene da qualche parte.
@duracell211
@duracell211 Жыл бұрын
mi sembri uno che dopo 50ani si sveglia dal coma... noi non siamo un paese libero, ma servo e schiavo... del potere occulto satanico che si paleserà se ancora non lo vedete... la gente scappa all'estero proprio in quei paesi che hanno distrutto il loro... sindrome di stoccolma all'ennesima potenza... questo fa capire un paio di cose: -la gente della democrazia non sa cosa farsene, sono capre e le capre vengono messe nel recinto prima del macellamento. -alla gente non interessa dei problemi della patria, loro vogliono solo risolvere i loro... e spendere soldi per comprasi cose... futili. quindi fuggono... e questi sarebbero persone? dai su non scherziamo... le persone oggi sono una ammasso putrido di carne e sangue infarcito di egoismi, avidità e bramosia... orgogliosi,arroganti e amanti dell'ipocrisia, del narcisismo più spinto per sentirsi realizzati... aridi di valori, ma avvelenati di falsità, competono nella gabbia a chi gira la ruota più velocemente... costoro non si accorgono di girare a vuoto, di rimanere sempre nella gabbia... l'istruzione da istruire, cioè indottrinare non è certamente quello che abbiamo bisogno... la scuola indottrina, non alleva cervelli pensanti... la scuola è succube e serva del potere, quest'ultimo esercita il diktat pensiero, se sconfini o infastidisci sei licenziato... ed hanno il coraggio di chiamarla democrazia, questa fogna della quale si eccitano come razza suprema, non capendo di essere i più sfigati servi della terra... non c'è peggior schiavo di colui che lo è nella mente.
@xkainblackraven2883
@xkainblackraven2883 Жыл бұрын
Si stava meglio quando si stava peggio
@DianaNemorensis86
@DianaNemorensis86 Жыл бұрын
L'offerta didattica delle università italiane è ormai molto scadente e a prescindere da ciò sempre più spesso i ragazzi hanno difficoltà affrontare un ritmo di studio come quello universitario.
@andreagiardina6366
@andreagiardina6366 Жыл бұрын
Nel 2023, l'Università dovrebbe porsi anche nell'ottica dell'inserimento lavorativo. A me non sembra molto normale che con una laurea magistrale in giurisprudenza io debba acquisire ulteriori CFU nelle materie per cui ho studiato cinque anni per accedere all'insegnamento, o debba frequentare un tirocinio obbligatorio di 18 mesi gratuiti per poter accedere all'esame abilitativo della professione forense. Nell'arco di cinque anni abbiamo visto il Tribunale solo una volta, accompagnati dal professore di diritto penale. Studenti di giurisprudenza che non hanno mai visto il Tribunale, che possibilità di effettiva formazione hanno? Certo, l'importante è aprire il codice a caso e chiedere a memoria il testo di legge, questo sì che è una metodologia culturalmente in linea con la forma mentis italiana. Non ho remore a dire di aver sprecato cinque anni di vita, sprecati per un sistema che ha prosciugato le energie fisiche e mentali, e soprattutto, la passione che mi aveva portato ad intraprendere il percorso.
@giulianofrontini223
@giulianofrontini223 Жыл бұрын
Io ho studiato scienze dell'educazione e della formazione. Potrò insegnare? No, non basta. Serve la magistrale (sto facendo in linguistica moderna). Potrò insegnare? Non ancora! Dovrò conseguire 60cfu (non si sa in che modo). C'entra che abbia fatto l'educatore per 15 anni? Non vale niente. E quest'anno ho fatto il maestro con la mad? Non conta nulla! Sempre 60 cfu devo prendere. Una volta presi i crediti potrò insegnare alle elementari? No! dalle medie in su perchè per le elementari prendono solo con la LM85/bis (e infatti sono sempre a corto di personale e accettano mad). In bocca al lupo.
@sophiasal5501
@sophiasal5501 Жыл бұрын
Ma lei non dice mai una notizia buona?? Sarà colpa anche di professori che alle superiori non trasmettono più l'amore per il sapere
@heavymachinegun11
@heavymachinegun11 Жыл бұрын
Tutte ca**ate. Ve lo dico da docente universitario. Lo sapete perché la qualità della didattica è in calo e resterà in calo anche nei prossimi anni? Noi docenti non abbiamo nessun incentivo a fare della didattica di qualità. I giudizi degli studenti vengono raccolti (almeno nella mia università) ma poi non influiscono minimamente sugli scatti di carriera, né costituiscono titolo per l'abilitazione scientifica nazionale. In altre parole, per diventare professote non devi saper fare il professore. Anzi meno ti ci impegni e meglio è: piu tempo per scrivere pubblicazioni scientifiche. Quelle sì che servono. Si dà per scontato che se uno è un bravo ricercatore allora è anche un bravo insegnante. Ma spesso è vero esattamente il contrario. Un premio Nobel spiega malissimo. Sono competenze molto diverse.
@stefanofedele4820
@stefanofedele4820 Жыл бұрын
La politica dell'inclusione che, secondo alcuni, avrebbe dei fini sociali ben precisi, ha diversi effetti collaterali. Il primo, che dovrebbe far insospettire più di quanto invece non accade, è una ottimizzazione delle spese contributive dei cittadini in favore della pubblica istruzione Il secondo è un importante impoverimento culturale dei diplomati di oggi rispetto a quelli di ieri. Questo impoverimento potrebbe essere una delle cause per cui gli studenti non vanno all'università: semplicemente non sono abbastanza formati e maturi per poter affrontare un corso di studi impegnativo in autonomia. Tutto questo è stato voluto, e non perchè c'è qualcuno che vuole una società ignorante, come sento dire in giro. Ma, a mio avviso, perchè il Ministero dell'Istruzione è un'azienda e, come tale, il suo obiettivo principale è il FATTURATO. Il ministero fattura con le iscrizioni degli studenti nelle scuole superiori. Fattura ancora meglio, se pochi professori lavorano per tanti studenti. Ed ecco spiegate anche le classi pollaio. Inoltre mette a disposizione dei propri "clienti", i genitori, l'opportunità di entrare nel merito della didattica. In questo modo li mette di fronte a un enorme CONFLITTO D'INTERESSE: porsi in difesa di una buona istruzione a basso costo, come è lecito aspettarsi dal "cliente", oppure semplicemente porsi in difesa del proprio figlio, che ha bisogno di un diploma per poi, ad esempio, fare il concorso all'arma? Ecco che è molto meglio difendere il proprio figlio. Ecco che la macchina diabolica del Ministero ha concepito un meccanismo perverso: è lo stesso "cliente" che si batte affinchè il servizio che lui stesso deve pagare sia, al tempo stesso, il meno efficiente e il più costoso possibile. La scuola NON serve per lavorare, l'hanno capito in tanti. Meglio andare dallo zio che gestisce una pizzeria, meglio andare a far esperienza all'estero, meglio tante altre cose. Alla fine dei conti è giusto così...
@PioPao77
@PioPao77 Жыл бұрын
che credibilità può avere un istituto che ti chiede il greenpass e relativi professori che lo appoggiano?
@francescos7361
@francescos7361 Жыл бұрын
Io mi sono iscritto all Università per le altre lauree in ingegneria civile e meccanica
@susanc.4714
@susanc.4714 Жыл бұрын
O forse le nuove generazioni sono sempre più insofferenti di fronte a queste grandi istituzioni piene di baroni e spesso prive di persone realmente competenti, verso le quali hanno sviluppato ostilità e repulsione. La ricerca, quella vera/concreta/innovativa, si fa fuori dagli ambienti accademici e a noi sta più che bene.
@elenamaier1337
@elenamaier1337 Жыл бұрын
Non si leggono i quotidiani italiani perché il loro livello è pessimo.
@VittorioImbrogno
@VittorioImbrogno Жыл бұрын
Non ho stima di chi parla di ciampi
@kaioken939
@kaioken939 Жыл бұрын
In Spagna molti escono da its o simili
@lorenabonioni7222
@lorenabonioni7222 Жыл бұрын
In Spagna è anche molto più facile passare gli esami e le verifiche alle superiori. Con un 5 si passano le verifiche! Non con un 6 come da noi e altre parti.
@dartnight365
@dartnight365 Жыл бұрын
... Come già dicevo, l'istruzione privata e la ricerca del profitto(economico, sociale o politico che sia) e la ricerca di università per competenze anziché per conoscenze... Avrebbe rovinato l'istruzione. E la cosa mi spiace molto, perché speravo di poterla iniziare in futuro... Ma d'altronde lo sappiamo tutti che per le destre la vera scuola è quella agraria no?(per chi non lo coglie, l'ultima domanda è una forma di mesto sarcasmo)
@clack2564
@clack2564 Жыл бұрын
Alle radici di queste problematiche vige l'alienazione dell'essere umano contemporaneo, ancora una volta si cade a nelle grinfie del sistema, semplicemente come pecore smarrite si segue la linea di minor resistenza per non confrontarsi con difficoltà e frustrazioni ma semplicemente viene assorbito il dogma dell'utile immediato... Si preferisce cedere al modello mediatico reganiano importato negli anni 90 da Berlusconi, che oggi ritroviamo con le sue versioni adatte alle nuove generazioni nei social... Dall'alto viene promosso il tutto e il subito, dal basso si assorbe la merda scambiandola per cioccolata, si pompa a manetta la matrice del successo,autoaffermazione,emancipazione, mediante un'ipertrofizzazione dell'ego creando una dimensione di generazioni alienate egoriferite... Il fatto di non essere in grado di essere comunità questo è il problema, sono questioni che una collettività coesa potrebbe quanto meno mettere in discussione... Invece al pari dei bambini si preferisce la ricerca continua di piacere e di evasione nelle cose effimere, si vuole pensare positivo a tutti i costi facendosi andar bene la qualsiasi... L'Homo Homini Lupus di Hobbes è più reale che mai, il vedere gli altri come un fine e non con un mezzo di Kant è bello lontano, e il Kaliyuga dei Veda sembra una profezia avverrante... Generazioni future di asserviti, quando si rifiuta di rimettere in discussione l'ordine delle cose... Arriviamo a questo. Ps- denigrare e scoraggiare l'istruzione è uno dei primi passi fondamentali per una società orwelliana.
@lucagrande5033
@lucagrande5033 Жыл бұрын
Io restringerei l'uso dei social In nome anche della sicurezza pubblica. Personalmente ritengo non sia sbagliato limitare uno spazio di libertà se la gestione di quella libertà rischia di essere nociva per altri oltre che per te stesso.
@RadagastilBruno666
@RadagastilBruno666 Жыл бұрын
Tutte buone notizie per la retorica di nazionalismo e patriottismo di questo governo.
@aldosperti9440
@aldosperti9440 Жыл бұрын
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