Etichettare l'Impresa di Fiume come fascista rifiutando a priori qualsiasi altra interpretazione, e schernire la maggiore opera esistente sull'argomento come fosse uno scherzo vuol dire studiare e spiegare la storia attraverso preconcetti. L'Impresa di Fiume era frutto del clima rivoluzionario del biennio 1919-1920 che ha dato vita a numerose insurrezioni e vicende simili, era una commistione di numerose correnti e ideologie che si modificarono poi nel corso dell'esperienza. Il fascismo riprese molti dei motivi fiumani come ad esempio il discorso dal balcone, la spettacolarizzazione della politica, etc. ma è anche vero che da molti di essi si allontanò parecchio. Ho riassunto alcuni dei motivi principali che a mio parere possono confermare questa mia visione dell'impresa fiumana come un'esperienza che non può essere ristretta nel termine "fascista": 1. La rivendicazione di Fiume non era sostenuta solamente dai nazionalisti ma anche da interventisti democratici e di sinistra, Salvemini ad esempio sosteneva la sua costituzione in città libera osteggiando il nazionalismo yugoslavo allo stesso modo di quello italiano, gli stessi cittadini fiumani e il consiglio nazionale eletto da loro avevano votato per l’annessione all’Italia. Il principio di autodeterminazione dei popoli di Wilson se applicato avrebbe dovuto concedere Fiume all’Italia in quando a maggioranza italiana, gli slavi erano soprattutto nella frazione di Sussak. Come sostiene lo storico Mario Isnenghi “D'altra parte, chi come Wilson non accetta la diplomazia segreta e dichiara di volere l'autodeterminazione dei popoli dovrebbe allora riconoscere l'italianità di Fiume, che il Patto attribuiva ai croati, ma che il voto dei cittadini fiumani, già nel dicembre del 1918, ha annesso idealmente all'Italia”. Pertanto la richiesta di Fiume nella conferenza di pace non era unicamente nazionalista che al contrario desiderava molto di più. 2. D’Annunzio non promosse od organizzò alcuna violenza nei confronti delle popolazioni slave né scrisse leggi discriminatorie, come disse Giuriati “Il Comandante pensa essere interesse di tutti il fondere e pacificare Italiani e Croati. […] Non è certamente intenzione del suo Governo di iniziare persecuzioni” d’Annunzio è convinto, aggiunge, “che sia utilissimo stabilire fra croati ed italiani le più cordiali relazioni, sia oggi come domani nel prossimo assestamento politico ed economico”. Gli unici incidenti si verificarono dopo che nel luglio 1920 a Spalato vennero uccisi due marinai italiani dagli yugoslavi e a Fiume come rappresaglia spontanea vennero distrutti alcuni negozi slavi e altri edifici, ma incidenti che D'Annunzio cercò di arginare e parzialmente ci riuscì al contrario della rappresaglia a Trieste da parte degli squadristi fascisti di Francesco Giunta che guidò l'azione. 3. I “nazionalisti” (che erano soprattutto militari fedeli al re e non certo iscritti all’ANI di Corradini) furono una delle due fazioni presenti a Fiume insieme alla rivoluzionaria, fino al dicembre 1919 dopo il referendum sul modus vivendi quando i “nazionalisti” abbandonarono Fiume portando al totale controllo della fazione rivoluzionaria. Sostenere dunque che l’Impresa di Fiume sia stata controllata da nazionalisti è falso. 4. D’Annunzio a Fiume si circondò di uomini che avevano idee profondamente diverse dal fascismo e molti di questi confluirono nell’antifascismo: Leon Kochnitzky ( socialista, internazionalista e pacifista), Henry Furst (simpatizzante del socialismo e dell’anarchia), Guido Keller (primitivista, libertino, teorizza la libera sessualità anche omosessuale), Mario Magri (antifascista, amico di Pertini, ucciso alle Fosse Ardeatine), Luigi Battisti (antifascista in Giustizia e Libertà) per citarne alcuni. Allo stesso modo molti legionari parteciparono ai movimenti antifascisti anche prima della Marcia su Roma. 5. Nella città di Fiume fu consentito alle donne di votare e di essere elette, alcune diventarono legionarie. 6. Il primo programma di Marcia su Roma da parte di D’Annunzio lo pianificò insieme al socialista Nicola Bombacci e all’anarchico Errico Malatesta, sostenendo che il partito socialista italiano e i legionari fiumani dovessero costituire l’avanguardia della rivoluzione. 7. Kochnitzky segretario dell’Ufficio Relazioni Esteriori promuove l’idea della Lega di Fiume contrapposta alla Lega delle Nazioni, con l’intento di riunire tutti i popoli oppressi del mondo in un’unica alleanza, si prendono contatti con i ribelli irlandesi ed egiziani che esprimono il loro appoggio a Fiume, e con i bolscevichi, ma la lista dei popoli a cui Kochnitzky vorrebbe rivolgersi è molto più lunga (comprende tra le altre cose, anche i neri d’America). Fiume sarà il primo stato a riconoscere ufficialmente l’Unione Sovietica. 8. I legionari fiumani non erano composti unicamente da arditi, erano presenti bersaglieri, alpini, fanti, ufficiali anche provenienti da strati sociali bassi. Gli arditi fiumani agivano in maniera profondamente diversa da quelli che a Milano appoggiavano il fascismo e anche da coloro che diventeranno poi squadristi, inoltre il rapporto tra D’Annunzio e le sue truppe non era di estremo rigore e gerarchia ma spesso confidenziale e indulgente. La leva obbligatoria venne introdotta solo molto dopo l’occupazione e i reati di diserzione spesso venivano amnistiati. 9. D’Annunzio appoggiò le richieste dei sindacati fiumani contro gli imprenditori locali, spingendo per migliori condizioni economiche e facendosi interprete degli operai nelle riunioni con gli industriali. 10. La Carta del Carnaro fu elaborata da Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario che divenne antifascista e trascorse il ventennio in esilio. La Carta del Carnaro prevedeva numerosi temi di sinistra che saranno in netta contrapposizione col fascismo e presenta motivi che saranno ripresi dalla Costituzione Italiana: la repubblica fondata sul lavoro, l’uguaglianza senza divario di sesso, di stirpe, di lingua, di classe, di religione, libertà di pensiero, di stampa, di riunione, di associazione, di culto, diritto all’istruzione primaria, all’educazione fisica, al salario minimo, all’assistenza sanitaria, alla pensione, all’inviolabilità del domicilio, all’habeas corpus, al risarcimento in caso di errore giudiziario, la popolazione può, raggiunto un determinato numero legale: proporre leggi, richiedere referendum per modificare la Costituzione, indire petizioni e chiedere la destituzione dei propri rappresentanti. Il governo è eletto da assemblee di sindacati, il Comandante è solo un ruolo temporaneo come il dictator romano. 11. Mussolini rifiutò la Carta del Carnaro “Può il Fascismo trovare le sue tavole negli statuti della reggenza del Carnaro? A mio avviso no. D’Annunzio è un uomo di genio. È l’uomo delle ore eccezionali, non è l’uomo della pratica quotidiana”. Stessa cosa fece il futuro Ministro fascista Giovanni Giuriati secondo cui la Carta “non ha saputo affrancarsi dai feticci allora in voga: la sovranità popolare, la libertà, l’elettoralismo, la laicità della scuola e dello Stato”. La Carta del Carnaro venne utilzzata da alcuni movimenti antifascisti tra cui “Giustizia e Libertà” come manifesto ed esempio di antifascismo 12. Il rapporto tra Mussolini e D’Annunzio durante l’impresa di Fiume fu a volte conflittuale, D’Annunzio indirizzò una lettera di dura critica nei confronti di Mussolini che quest’ultimo pubblicò sul Popolo D’Italia censurandone numerose parti e facendone perdere completamente il significato iniziale. Negli ultimi giorni dell’impresa Mussolini si allontanò da D’Annunzio appoggiando Giolitti nel Natale di Sangue, in particolare la sua adesione al Trattato di Rapallo suscitò parecchi malcontenti a Fiume. Dopo la morte di D'Annunzio molti documenti sul carteggio Mussolini-D'Annunzio durante l'Impresa di Fiume furono sequestrati, per cui ancora oggi non sappiamo fino in fondo cosa si dissero.
@azagarelz1083 Жыл бұрын
Molto interessante
@GaetanoBonaparte26 күн бұрын
ok campione, torna a copare, non ho letto manco le prime 4 parole
@Manuel-ks9qo Жыл бұрын
Prof, essendo fresco di visione, consiglio il trittico Anni difficili (1948), Anni facili (1953) e L' arte di arrangiarsi (1954): Tre film che raccontano benissimo il trasformismo nel passaggio dal fascismo al dopoguerra in chiave satirica.
@massimogiuseppesfondrini Жыл бұрын
Solo una precisazione: le cosiddette leggi per la difesa della razza sono del 1938 (Regio decreto-legge 17 novembre 1938-XVII, n. 1728, sulla difesa della razza italiana). Modello culturale giudaico: cosa sarebbe (se posso chiedere)? Per quel che riguarda Gabriele D'Annunzio (e la vicenda di Fiume) mi permetto di consigliare la lettura di "D'Annunzio Politico 1918-1938" di Renzo De Felice: il volume fu edito da Laterza nell'ormai lontano 1978, se non lo si ritiene troppo datato (non lo e'). Questo per ridurre un poco "la grande confusione sotto il cielo".
@Ace180389 Жыл бұрын
Ugo Ojetti disse al giovane Montanelli : “Tu non hai ancora capito, noi siamo un paese di contemporanei, senza antenati, né posteri, perché senza memoria”.
@gianlucamarinsalda7980 Жыл бұрын
Ciao Michele. Per caso hai letto qualcosa di Piero Gobetti? Le tue idee sul fascismo son molto simile ad alcune che egli scrisse su diversi articoli e saggi.
@Mast3rHand989 Жыл бұрын
Ripropongo anche qui il commento fatto sul canale di rick. 1ª premessa: Seguo ormai da anni entrambi (nel caso di rick addirittura dalla trilogia sul cavaliere oscuro, nel caso del professore invece dai tempi della prima chiacchierata con Rick) e che condivido la maggior parte delle idee economiche e politiche dei due interlocutori. 2ª premessa: Conoscendo le idee del professore sull’anonimato online ci tengo a precisare il mio nome e cosa faccio nella vita: mi chiamo Guido Saracco e sono uno studente di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano. 3ª premessa: Come si può evincere dalla mia attività di studio non sono un esperto né di letteratura italiana, né della figura specifica di D’Annunzio; ogni nozione appresa sull’argomento proviene dallo studio scolastico e da personali approfondimenti. 4ª premessa: Non nutro particolare ammirazione per il D’Annunzio romanziere(con l’unica eccezione del notturno), né per il D’Annunzio personaggio politico e pubblico, trovo poi la visione che aveva dell’Italia e degli italiani, a confronto col resto del mondo, come fantasiosa, e irreale, al limite del mitologico. Al contempo però, lo trovo un buon poeta, un complesso e sfaccettato individuo e di certo non lo definirei un fascista da caricatura. Non indugiando oltre in premesse ci tengo a dire che a parer mio sarebbe incredibilmente utile una discussione tra il professore, rick e Giordano Bruno Guerri sulla figura di D’Annunzio, perché a mio modestissimo parere vi è una cattiva interpretazione del pensiero del personaggio da parte di entrambi. Ridurre il poeta ad un esteta cocainomane e decadente, dispregiatore del pensiero anglosassone è una visione se non del tutto macchiettistica, alquanto parziale dello stesso, il cui pensiero soprattutto nella seconda metà della sua vita virerà effettivamente verso posizioni alquanto anarchiche come testimoniato dalla carta del carnaro e dalle sue ultime esternazioni pubbliche (spesso in aperto contrasto con quelle Mussoliniane), nonché da parte dei suoi ultimi scritti, e soprattutto in alcuni passi degli ultimi due volumi delle laudi, dove arriva addirittura ad aperti elogi poetici della tecnica e della grande industria, in aperto contrasto con l’effettivo precedente disprezzo verso la modernità. Inoltre permettetemi di dire che la visione di un autore-poeta/soldato, innamorato della guerra e del superomismo guerresco fine a se stesso, denota una mancata lettura del Notturno, vera e propria opera spartiacque del pensiero e della vita dell’autore, dove il tono passa dall’ esaltato delle precedenti opere al meditativo e dove la rielaborazione delle tematiche superomiste si alterna alle riflessioni sulla tragicità della guerra e della perdita di amici e cari. Interessante poi citare anche il ruolo giocato dall’autore nella nascita del mercato della pubblicità sia in Italia che in Francia, da cui traspare la figura di un personaggio poliedrico in grado di beneficiare abilmente degli strumenti che la modernità e i fenomeni di massa come quelli del divismo, che si va generando proprio nei primi decenni del 900, possono offrire. Interessante citare poi il fatto che D’Annunzio sia uno dei pochi autori italiani studiati all’estero e soprattutto in Francia, sua seconda patria per un breve periodo. Personalmente condivido la visione moderna degli studiosi di D’Annunzio, secondo i quali i contatti col fascismo andrebbero bollati come quelli di una reciproca utilità, per il fascismo della sua presa sulle folle e del suo pensiero(più che altro sulle sue esternazioni estetiche e macchiettistiche più che sulle sue reali visioni politiche, ricordo infatti che i contatti intrattenuti dall’autore erano spiati dall’Ovra), dalla parte di D’Annunzio invece di un interesse economico, non va dimenticato infatti che il poeta non fece mai segreto del suo amore verso il denaro e i lussi e che il ventennio coincide con un periodo di particolare indebitamento da parte dell’autore. Per concludere, vista l’alta considerazione che nutro per entrambi mi fa sinceramente storcere il naso il fatto che possiate fermarvi ad una visione parziale sull’autore come quella che potrei attribuire ormai soltanto ai testi scolastici di qualche anno fa e che, come già detto, gioverebbe non poco al dibattito una conversazione con uno specialista del tema come Guerri.
@oneliovidio9562 Жыл бұрын
@@babbo9881 nomen omen
@mariorossi2950 Жыл бұрын
Perdonate l'ignoranza, ma quando si parla di valori identitari,a cosa si fa riferimento nello specifico? Nel caso in questione,quali sarebbero quelli anglosassoni? E quelli mediterranei? Grazie
@TheDiegoman78 Жыл бұрын
Come italiani possiamo riassumerci nel detto "Franza o Spagna, l'importante è che se magna!"
@alessandrolacorte404 Жыл бұрын
Mi colpisce sia stato totalmente tralasciato il rapporto italiani- Chiesa Cattolica. Come mai questa scelta? E quali le riflessioni al riguardo? Grazie
@PiergiorgioMarchi Жыл бұрын
min.40 io ridefinirei ancor più 😅 non è nemmeno disposto ad "essere" qualsiasi cosa, al contrario vuole restare sempre uguale, ma, proprio per questo, è disposto a rappresentare, a recitare di essere qualsiasi cosa. Però, permettetemi, secondo me in questo video dite anche tante cose condivisiibili, e tante cose vere o perlomeno verosimili su certi tratti caratteristici degli italiani, ma c'è il rischio di una grande confusione nel senso che se tutto è fascismo niente è fascismo; c'è il rischio cioè di una specie di versione opposta e simmetrica dell'errore crociano del fascismo "incidente" e "accidente" nella storia italiana. Si rischia una specie di identificazione a priori di fascismo e "italianità", quasi metastorica o a-storica, per cui non si capisce più niente, non c'è un prima ed un poi, una causa ed un effetto, una situazione storica ed un altra..e sarà senz'altro vero che certi "simpatizzanti" inconsapevoli di oggi non sanno nemmeno di preciso cosa apprezzano, ma questo dimostra solo la loro scarsa consapevolezza, per l'appunto, la loro confusione, non che il fascismo non abbia avuto caratteri definibili. Io sarei per una impostazione metodologica proprio del tutto diversa:il fascismo ha una storia, precisa, e va collocato lì, nella sua storia, Che indubbiamente non è stata "estranea" all' Italia ed agli italiani, non è piombata sull'italia come un meteorite da chissà dove, ma questo è banale: se c'è stato qui, ed è arrivato a dominare l'Italia per vent'anni, evidentemente ha a che fare con noi. Però nemmeno si può ridurre la storia d'Italia o la cultura italiana (o le culturE italianE) al fascismo. Può essere stato, soprattutto all'inizio, ambiguo quanto si vuole, e starà appunto all'interprete metterne in luce anche le ambiguità e le aporie ideologiche, però attraverso quella sua storia precisa, ha fatto delle cose, ha detto delle cose, ecc. ecc. ha espresso la sua forma:è la sua storia che lo definisce. Dopodichè uno puà prendere determinate caratteristiche, così ricostruite, del fascismo storico, e ravvisarne analogie e differenze con tratti culturali, idee, atteggiamenti, forme mentali, sociali ecc. precedenti e successive e vedere i nessi.
@andreavanni70 Жыл бұрын
Ragazzi G.B. Guerri (presidente del Vittoriale) non è l'ultimo arrivato; sarebbe bella una chiacchierata con il prof. Boldrin, credo che potrebbero incontrarsi su molti più argomenti di quanto non crediate.
@marcoamodio8720 Жыл бұрын
Sarebbe interessante dedicare una puntata sul rapporto di Benedetto Croce con il fascismo. Grazie comunque per i contenuti.
@paologiroldi90 Жыл бұрын
Michele ma invece come consideri il ruolo del futurismo di Marinetti all’interno del filone culturale ideologico che definisce il fascismo?
@cilugen Жыл бұрын
senza fonti sono solo chiacchiere
@taniamoretti1636 Жыл бұрын
La mia carta a debito è stata rifatta nuova oggi,ma l'emittente delle carta ha rifiutato la richiesta e mi rimanda a contattare la mia banca.Non posso abbonarmi almeno fino a lunedì!
@alessandrobotto5037 Жыл бұрын
Giordano Bruni Guerri ha scritto anche " D'Annunzio. L'amante guerriero" hahahahahahahaha
@lorenzomodena805 Жыл бұрын
Bel video già visto su dailycogito Mi sento di consigliare una rilettura di scritti corsari di Pasolini a riguardo Professore Che era avanti di 60 anni sulla tematica a mio avviso
@francescodarin8100 Жыл бұрын
Veramente per Pasolini il vero fascismo era l'economia di mercato. Indietro di 60 sulla sua stessa storia.
@lorenzomodena805 Жыл бұрын
@@francescodarin8100 mi sembra un po’ confuso a riguardo Per pasolini non era l’economia di mercato a uniformare la classe media e a trasformarla in una apatica e servile creatura. Era la mitizzazione, la feticizzazione del consumo, indotta dai mezzi di comunicazione di massa, come unico valore che fagocitava gli altri valori come libertà, giustizia e senso civico. I pacifinti di oggi sono in fondo quei pavidi piccolo-borghesi (attenzione sull’aggettivo piccolo) che, istruiti dall’istrionica televisione di massa, hanno perso qualsiasi senso del dovere e abbandonano volentieri gli ucraini a loro stessi pur di conservare quel poco di tranquillità economica che si sono conquistati, tra l’altro, i loro padri. I pacifinti di oggi sono i qualunquisti che ieri Pasolini individuava nelle folle di consumatori che avevano perso ormai un qualsiasi orizzonte politico e culturale. I qualunquisti che votano il meno peggio, o il politico che gli da la mancetta elettorale perchè non sanno guardare al lungo termine. Sanno solo guardare al loro minuscolo orticello fatto dell’oggettino idiota che devono comprare, anche se questo significa sacrificare tutti i loro valori e le loro ideologie. Approcciarsi a Pasolini come a un comunista sinistrorso porta a distorsioni. Ricordo che fu cacciato dal partito comunista in quanto omosessuale e che lui stesso si definiva in tal senso dissidente. Pasolini era talmente liberale, nell’animo, da essere disposto a scrivere sul corriere della sera pur di aver la possibilità di convincere persone nell’altro campo.
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@lorenzomodena805 Ma Pasolini non era comunista. Era per la rivoluzione conservatrice. Un teologo che voleva dettare la legge. Medioevo perenne. Certo lui era contro il consumismo - io l'ho innalzato ad economia di mercato - che però non sapeva bene spiegare: come quella differenza tra progresso e sviluppo su cui si attorciglia. Gli ismi sono sempre cattivi ma poi anche in questo caso tra consumismo e mercato lascio a lei la parola. Troverà il punto mediano in cui il girino non è ancora rana ma non più girino? Quanto basta consumare per non essere consumatori pasoliniani? Poi mica che lo rigetto tutto - solo la sua utopia/distopia sociale - qualche film è buono e qualche scritto divertente.
@lorenzomodena805 Жыл бұрын
@@francescodarin8100 eventuali limiti di comprensione dei fenomeni sono secondo me da ascrivere al periodo storico dove tali fenomeni erano appena emergenti e in pieno sviluppo. La sua grandezza fu quella di riconoscerli e intuirli ben prima di altri. Poi certo non è da prendere come oracolo, come nessuno d’altronde. Secondo me resta un autore utile per approfondire certi aspetti di evoluzione antropologica e culturale che, volenti o nolenti, hanno effettivamente investito la popolazione italiana in seguito al diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa. Il fascismo per Pasolini coincideva con l’omologazione di pensiero indotta da una informazione manipolata o per fini politici o per fini di rendita economica. Non centra nulla ancora una volta il libero mercato classicamente inteso. Il confine di cui lei parla secondo me va posto e risiede sempre nella consapevolezza. Il consumo consapevole è legittimo e tutti ne fruiamo per cui sarebbe ipocrita condannarlo; quello inconsapevole che porta alla omologazione e alla cancellazione delle individualità e delle volontà (e dunque della libertà individuale su cui si fonda il liberismo stesso) invece è da limitare. Ma questo è un processo culturale di maturazione di consapevolezza che ognuno deve compiere con se stesso anzitutto riconoscendo cosa lo renda schiavo di un sistema e cosa invece sia un prodotto che effettivamente migliora la propria qualità di vita, incrementando il proprio spazio di libertà. Lavorare per consumare cose inutili è stupido e controproducente allo stesso modo che ripetere le cose sentite dire alla tv senza riflettere per il gusto di sentirsi parte di un gruppo (o gregge) In questo Pasolini riconosceva un fascismo emergente molto più potente, del fascismo reale, nel catalizzare e unificare l’opinione pubblica attorno ad un pensiero dominante ed escludente il dissenso.
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@lorenzomodena805 Noterà pur che Pasolini non sia l'interprete analista del suo periodo. Non deduca ma induca. Lui produce ideologia che modifica la percezione del reale. Buona parte dell'arretratezza ideologica del paese poggia sulle sue spalle. Chiamare fascismo quella che è democrazia è un bel salto - troverà che ora sia uno come Agamben che le spiega che invece sia nazismo - Agamben fece la sua comparsa nel Vangelo secondo Pasolini. Non citi neppure il termine pensiero dominante visto che in Italia domina un riflesso cognitivo quasi animale che è la causa dell'arretratezza della nazione. Il populismo anche di tipo giudiziario comincia con la famosa frase: “Io so, sono i nomi dei responsabili, ma non ho le prove…” Capirà che così si può dire tutto di tutti. Senza prove. Immagino che a lei piaccia. E' l'esatto contrario dello stato di diritto. Poi se approfondisce di cosa parlasse valuterà le enormi cazzate. Un velo pietoso sul suo rapporto con "la plebe" che frequentava. Erano così autenticamente ignoranti che lì dovevano restare.
@fastiziocossu81 Жыл бұрын
Già visto sul canale di Rick, visualizzo un po', faccio un commento tattico e pollice in su per diffondere
@riccardobonaldo1282 Жыл бұрын
Confermo il “megio” (sono di madre veneziana )
@cosimostrippoli5779 Жыл бұрын
I veneziani/mestrini dicono megio. I campagnoli mejo.
@PiergiorgioMarchi Жыл бұрын
bè momento, in realtà è vero che il governo Mussolini fece una legge per un limitato diritto di voto a certe donne a livello comunale, ma di fatto non fece nemmeno in temp ad essere applicato manco una volta poiché, dopo pochi mesi, con la "riforma" podestarile, quel diritto di voto venne tolto proprio a tutti, donne e pure uomini 🤷♀ quindi di fatto non ci fu assolutamente nessuna maggior "inclusione" di questa parte delle "masse", ossia quella femminile, nel gioco politico; direi anzi che poi, quando il regime si stabilizza e la sua ideologia - come sottolinea Boldrin - raggiunge forma compiuta, un suo tratto caratteristico è proprio la rigida segregarazione dei ruoli di genere, e dunque l'esclusione delle donne dal potere politico: la donna è figlia, moglie, madre, deve dare figli alla patria punto. (prima, il Mussolini giovane socialista coi rapporti con la Sarfatti ecc. è un'altra cosa, e aveva espresso anche idee pro suffragio femminile, ma appunto questo rientra nel quadro fluido e camaleontico , di abile furbizia e trasformismo politico, dI Mussolini personalmente)
@orfeopezzotti Жыл бұрын
Mio commento tattico
@giorgiobertoldi7718 Жыл бұрын
Ecco ti darei un consiglio visto che questi sono podcast. Mentre l'ospite vedi che tiene un volume di voce costante (grazie al microfono vicino) fai degli alti e dei bassi troppo distanti. Ogni volta devo toccare il volume ogni 5 secondi
@Salvatore...23 Жыл бұрын
MA SEI OSSESSIONATO?
@lucianopontiroli9016 Жыл бұрын
Ma esiste un'etnia italiana?
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@barbass9782 e tu per chi stai?
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@barbass9782 Mi pare che ti manchi un elemento importante: cos'è una razza. Puoi procedere da tutti quei risultati che provengono dall'eugenetica arcaica. L'addomesticamento degli animali selvaggi. Dal cane al cavallo al bue. Quando dici che sia "di razza" hai tracciato il concetto. Noi ibridiamo costantemente. Odifreddi non ci arriva. Per un logico dovrebbe essere semplice. Passi da un sistema digitale a uno analogico in cui sfumiamo costantemente. La razza sarebbe una presunta "purezza" che ottieni solo artificialmente e per gli animali lo si fa per raggiungere uno scopo di specializzazione: il cavallo da corsa o quello da tiro.
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@barbass9782 C'è stato un tentativo di produrre medicinali diversi a seconda di differenze che sembravano strutturali. Sarebbe un gran business poterlo fare. Non ha mai prodotto nulla di così importante. Le differenze erano troppo piccole e insignificanti. Valuti la questione covid. Che è una buona carina al tornasole visto che ha riguardato l'intero mondo.
@francescodarin8100 Жыл бұрын
@@barbass9782 veramente la questione l'hai sollevata tu comunque qui io scrivo quello che mi pare e piace piscio fuori del vaso faccio casino rompo le scatole fermami se ci riesci o censore
@Bebe0876 Жыл бұрын
È stato fatto anche un film ultimamente su D'Annunzio! kzbin.info/www/bejne/qam2layAZqp2gtU