Il pensiero osceno: Dante, le neuroscienze e la pretesa delle lingue geniali

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Centro Culturale di Milano

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Күн бұрын

Пікірлер: 10
@telperion3
@telperion3 Жыл бұрын
1:06:06 Con tutto il profondissimo rispetto e stima che nutro verso il prof. Moro mi permetto di fare delle osservazioni in merito al punto 1 e 3 relativamente all'esperanto * Personalmente non capisco cosa intenda quando dice che se "parlasse in esperanto ad una persona di Tokyo non capirebbe". L'esperanto non nasce come esperimento di lingua universale o intelligibile da chiunque nel mondo. Se parlassi in esperanto ad una persona di Tokyo come ad una di Bombay, ma anche di Trezzano, i quali non hanno studiato l'esperanto, questi _ovviamente_ non capirebbero. Risulta ovvio che Zamenhof quando ha gettato le basi per l'esperanto, lo ha fatto partendo da una base linguistica più o meno indoeuropea (ammesso che era anche ebreo quindi probabilmente sarà stato influenzato anche da componenti semitiche) e questo è soprattutto visibile nel lessico. Ciononostante la struttura profondamente agglutinativa la rende molto più facile da imparare per chiunque nel mondo, in quanto le parole sono semplicemente più facili da ricordare (esempio in italiano si dice "fegato" ma l'aggettivo è "epatico", in inglese si dice "moon" ma l'aggettivo collegato è "lunar". In esperanto "fegato" si dice "hepato" -> aggettivo "hepata", "Luna" si dice "luno" -> aggettivo "luna": non c'è bisogno di imaparare a memoria così tanti lemmi). In aggiunta L'ordine delle parole non è così fondamentale come in altre lingue, il complemento oggetto è indicato dalla finale -n quindi in italiano si dice "io non voglio quel libro" mentre invece in giapponese si dice (traslitterato) "Sono Moto wa iranai", lett. "quel libro non volere". In esperanto si può dire indifferentemente 1-"mi tiun libron ne volas", 2-"mi ne volas tiun libron", 3-"tiun libron mi ne volas". Io sono strutturalmente propenso a dire la seconda ma se un giapponese esperantista parlando mi dicesse la terza sarebbe completamente intelligibile. Questa facilità è comprovata dagli esperantisti di tutto il mondo, anche asiatici, i quali affermano che, nonostante sia comunque necessario impegno per imparare questa lingua, essa sia _incredibilmente più facile_ dell'inglese, ad esempio (in Cina, sebbene morente, c'è stata una delle più fervide comunità esperantiste del mondo, con pubblicazioni cartacee, radiofoniche e web, in esperanto). * Non è nemmeno vero che in Esperanto manca letteratura. Probabilmente ha molta più letteratura l'esperanto (anche nativa e non tradotta) di molte lingue naturali che purtroppo stanno sparendo, per non parlare delle nostre preziose lingue regionali. Facciamo un esempio tra tutti, Julio Baghy, fervido scrittore ungherese che scriveva in esperanto all'inizio del '900, oppure tanto per prenderne uno proprio giapponese, Masao Miyamoto. Esiste, ancora a titolo esemplificativo, una fervida raccolta di _proverbi_ in lingua esperanto, che Zamenhof sentiva fosse necessaria per rendere una lingua _viva,_ oltre la mera grammatica, e non un banale esercizio stilistico. Esistono un gran quantitativo di artisti che compongono _canzoni_ in esperanto (un esempio, Martin Wiese o l'italiana Kjara). Va da se che altre lingue naturali hanno avuto la fortuna di avere esponenti del calibro di Alighieri e Shakespeare, ma non è forse questo anche questo per una questione statistica? Lingue con più parlanti avranno maggior probabilità di far cicciare fuori autori lodevoli ed opere memorabili per cui non c'è da stupirsi che ancora non esista un Alighieri esperantista e le opere possano apparire mediocri. Come ultima nota _"ludica"_ c'è da notare che paradossalmente sono solo le _opere_ di Tolkien ad essere ricordate, e non le sue lingue (la maggior parte delle persone che conosce Tolkien per i film, non ha idea che fosse un linguista e che avesse inventato le lingue parlate nei suoi libri). E questo ironicamente per lo stesso motivo per cui nessuno parla la lingua Loglan, ovvero per un banalissimo problema di diritti d'autore, oggi detenuti dalla Società tolkeniana, che ne limita l'utilizzo. Ovviamente oltre queste che non vanno intese come critiche, è stata una emozionante (e necessaria) esposizione di cui ringrazio di cuore l'ospite.
@marcorotondo39
@marcorotondo39 Жыл бұрын
Grazie. Importante
@bonettol
@bonettol Жыл бұрын
Estremamente interessante nel contenuto ed esposto con la solita chiarezza del prof. Moro. Queste conferenze dovrebbero sostituire i banali ed inguardabili talk show televisivi
@19melograno
@19melograno Жыл бұрын
Sui bambini selvaggi allevati dalle fiere non è vero che sono leggenda, ci sono svariate testimonianze in merito. Io stessa feci esperienza di un caso in una scuola media del milanese, un bambino cresciuto i primi anni di vita abbandonato in una stalla, adottato a circa quarto anni, non riprese più l'uso del linguaggio corrente, stenta a proferire parole e camminava preferibilmente a quattro zampe.
@paolapaola-ny8vl
@paolapaola-ny8vl Жыл бұрын
Aaah, ecco! Le macchine sono libere, per noi non è possibile seguirne l'esempio,,,😁🤔😫
@marcorotondo39
@marcorotondo39 Жыл бұрын
Qui si dimostra che Dante sapeva vedere ed esperire. Oltre che creatore anche esploratore e scienziato. (Vero)
@salvatoresiddi1062
@salvatoresiddi1062 18 күн бұрын
Dante era cristianio, ma non cattolico: era un cataro!
@paolapaola-ny8vl
@paolapaola-ny8vl Жыл бұрын
Ahahah😂😂😂, giusto, Adamo non aveva l'ombelico, però aveva il pomo e pure qualche foglia (di fico?di vite?d'acanto?),,,😳!?ma Adamo era un albero dell'eden!?il terzo albero 😁🙄😆
@marcorotondo39
@marcorotondo39 Жыл бұрын
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