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Il 22 settembre 1914, la marina da guerra tedesca ottiene una spettacolare vittoria, affondando nel giro di un'ora ben tre vascelli inglesi, tutti colati a picco dall'U-9 del Kapitänleutnant Otto Weddigen. Si trattava di 3 dei 6 vecchi incrociatori della classe Cressy. Oltre alla nave omonima, vengono colpite anche l'Aboukir e lo Hogue. Erano unità ormai obsolete il cui gruppo di combattimento era stato battezzato dai marinai col nomignolo di Live Bait Squadron ovvero lo ''squadrone delle esche vive'', quasi fossero vittime sacrificali destinate ad attirare l'attenzione dei predatori. Nondimeno la loro perdita ebbe vasta eco sulla stampa. Le tre navi britanniche fanno parte del 7° Squadrone Incrociatori della Royal Navy, e sono di pattuglia nel mare del Nord quando vengono intercettate dall'U-9 che ha a bordo 6 siluri. Il compito dell'Aboukir, dello Hogue e del Cressy è quello di dare supporto a cacciatorpediniere e sommergibili della Harwich Force, la squadra navale che fa base nel porto omonimo e che è impegnata nella lotta contro le navi germaniche lungo il canale della Manica. Una quarta unità parte dello squadrone, la Euryalus - sulla quale è imbarcato il comandante della formazione, - il contrammiraglio Arthur Christian, ha fatto ritorno in porto per rifornirsi di combustibile. Le tre navi hanno l'ordine di procedere a zig-zag e di non scendere sotto i 12-13 nodi di velocità. Le vecchie macchine dei tre incrociatori non sono però in grado di mantenere una simile andatura ed inoltre, in quel braccio di mare, fino ad allora non è mai stato segnalato alcun U-Boot. Per queste ragioni l'ordine viene ignorato. I vascelli navigano in linea retta e a bassa velocità. L'U-9 ha lasciato l'arcipelago di Helgoland, il 20 settembre e si è diretto a sud, verso le acque fiamminghe. Il tempo però non è buono e il battello à obbligato a rimanere in immersione, ad una profondità di circa 18 metri, per l'intera notte del primo giorno di navigazione. Incrocia nell'area delle Broad Fourteens, con l'obiettivo di attaccare
il traffico commerciale alleato di fronte a Ostenda. Il mattino del 22 settembre l'U-9 naviga a circa 25 miglia a sud-ovest del porto olandese di Scheveningen ed è in rotta verso la base. La sua sembra non essere stata una caccia fortunata ma verso le
6 del mattino ecco che all'orizzonte appaiono gli alberi di tre navi da battaglia. Weddigen ordina subito l’immersione e porta il battello a quota periscopica avvinandosi furtivo ai vascelli britannici. All'inizio gli paiono tre incrociatori leggeri della classe Town. Nella luce del mattino, le vedette inglesi non riescono a scorgere il periscopio del sommergibile tedesco che lancia contro di loro il primo siluro alle 6 e 20 da una distanza di 500 metri. Al termine della sua corsa, l'arma centra in pieno l'Aboukir: la sala macchine si allaga in pochi minuti e l'incrociatore deve fermarsi. Il comandante John Drummond crede di avere urtato una mina e - purtroppo per loro - chiede alle altre due unità di fermarsi per prestargli soccorso. Nessuno a bordo delle navi inglesi ha scorto l'U-9 che continua furtivo a scivolare nell'acqua a poche centinaia di metri dai due incrociatori superstiti. Lo Houge il Cressy si avvicinano al punto in cui l'Aboukir sta colando a picco e iniziano a soccorrere i naufraghi. L'Houge cala le sue scialuppe in mare. Il comandante Otto Weddigen a quel punto fa emergere l'U-9. Lentamente, ha manovrato per girare intorno all'Aboukir che sta affondando allo scopo di portarsi sull'altro lato. Si trova a soli 270 metri dalla fiancata dello Houge quando lancia una coppia di siluri. Il comandante inglese Wilmot Nickolson, si crede al sicuro perché l'Houge è fermo oltre l'Aboukir, sulla fiancata opposta rispetto a quella dove si è verificata la prima esplosionbe che ha condannato l'incrociatore gemello.
Purtroppo per lui si tratta di una sicurezza illusoria. L'equipaggio della nave inglese avvista infine l'U-Boot e Nickolson, da l'ordine di aprire il fuoco. Ormai però è troppo tardi: qualche istante dopo i due siluri squarciarono la fiancata dell'incrociatore e il suo comandante è costretto a dare l'ordine di abbandonare la nave. Nemmeno cinque minuti più tardi, anche lo Houge è inghiottito dall'oceano dopo essersi capovolto. Sono le 7 e 15 del mattino. Alle 7 e 20 Weddigen va all'attacco dell'ultimo vascello inglese rimasto sul campo. Weddigen si è servito dei lanciasiluri poppieri per scagliare altre due torpedini contro la nave avversaria. Le armi entrano in acqua quando la poppa del sommergibile tedesco si trova ad oltre 900 metri dall'incrociatore britannico. Uno dei due siluri va perduto ma il secondo raggiunse la nave. Il danno non sarebbe grave ma l'U-9 vira è punta contro il Cressy. Weddigen riduce la distanza sino a 500 metri ed infine lancia l'ultimo siluro che gli rimane.
Un altro colpo a bersaglio. Quindici minuti più tardi anche il Cressy cola a picco.