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Il libro è "Studio dunque sono" formula cartesiana usata dall'autore Francesco Muzzarelli per spiegare l'importanza di studiare.
Lettura veloce e molte interessante, da qui 3 idee:
1) lo studio è il passaporto per il futuro
2) l'era dello squalo: come imparare a muoversi nelle acque profonde dell'attualità
3) il pensiero teorico-scientifico come gli episodi delle serie tv
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#psicologia #leggere #studiare #mente
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"Studio dunque sono" è il libro di Francesco Muzzarelli che ci fornisce riflessioni e strumenti per studiare, per dirla con le parole di Don Milani: "ogni parola che non impari oggi è un calcio in culo che prenderai domani", partendo da alcune riflessioni sul contesto socio economico attuale l'autore arriva alla riflessione che per emanciparsi e quindi vincere nel contesto odierno: dobbiamo entrare nell'ottica di formarci e auto formarci da qui al termine dei nostri giorni.
Le 3 idee che mi porto dietro dalla lettura di questo volume:
1) Il passaporto per il futuro:
è composto da ciò che sai e da ciò che sai fare, è un po' come giocare al lego però con disposizione soltanto tre mattoncini, le combinazioni possibili sono limitate e lo stesso modo è giocare la partita del tuo futuro con poca conoscenze e poche emozioni in testa. Ecco perché dovrai studiare: per capire e migliorare noi stessi e l'ambiente che ci circonda, per creare comprendere, ma anche per costruire e diffondere i valori, ma anche per evitare di commettere gli stessi errori o per evitare di essere manipolato e perché no, anche per divertirci e godere della gioia che nuovi concetti e nuove idee ci danno.
2) L'era dello squalo:
dobbiamo imparare a muoverci all'interno di acque profonde popolate da un sacco di predatori e se non sei un provetto nuotatore e se non sai le basi dell'apnea rischi di lasciarci le penne. Prima di noi, dal secondo dopoguerra agli anni 90 c'era l'era della trota, cioè le acque erano più calme, non c'erano i predatori comunque non erano sempre lì in agguato per saltarti addosso: il tutto per dirti che se una volta era sufficiente sapere galleggiare, adesso serve qualcosa di più. Non è sufficiente sapere quanto basta per vivere dignitosamente, perché alle volte molto spesso il quanto basta è veramente poco.
Per fare questo dobbiamo passare da un pensiero empirico, approssimativo e diffuso, diciamo generico nelle sue finalità a un pensiero più teorico, scientifico, ovvero più preciso e consapevole, in questo modo noi potremmo studiare efficacemente non tanto solo i testi, ma anche noi stessi, la realtà che ci circonda, ciò di cui ha bisogno il nostro interlocutore. In fin dei conti i paesi prima di diventare poveri diventano poveri nella cultura, nei valori, diventano miseri, bassi nel loro livello di etica, di rispetto reciproco.
3) La differenza tra episodi e puntate:
secondo l'autore, sono due le modalità attraverso le quali ci avviciniamo all'apprendimento per poterlo poi costruire: c'è chi apprende, memorizza le informazioni in vista di uno scopo pratico, come se fosse una ricetta di cucina di "cotto e mangiato", e in opposizione a questa prima modalità c'è invece un approccio diverso un po' meno quantitativo e un po' più qualitativo: quest'approccio rimanda all'apprendimento partendo dalla conoscenza di ciò che c'è a disposizione e da questo astrae dei principi utili ad affrontare anche altre tipologie di problematiche.
L'analogia efficace, secondo me proposta a questo proposito, è quella che c'è a episodio e puntata: l'episodio è quello della Signora in Giallo, dove fondamentalmente ogni episodio è autonomo, a sé stante. La puntata invece è più simile a Un posto al Sole, dove il singolo filmato di per sé non ha senso se non è contestualizzato in un prima e dopo, ecco l'apprendere dovrebbe essere qualcosa di più simile a una cultura a puntate, che valorizza il passato ma che diventa anche responsabile del futuro.
È in questa struttura che vengono favoriti legamenti interdisciplinari e tutto assume un senso diverso; eccoci entrati nel mondo dell'apprendimento teorico-scientifico. È importante preservare, difendere e promuovere questa modalità di apprendimento perché la cultura attuale rema abbastanza contro, cioè tende a spingere un approccio a un apprendimento decisamente più episodico.
La cultura dell'episodio va a premiare l'efficienza e la rapidità e velocità a discapito della riflessione e in un mondo in cui tutto va sempre più veloce, le tecnologie ci stanno sovrastando noi dobbiamo invece difendere il nostro momento riflessivo."