dacchè sento il flusso di domande, per chi di voi segua questo strano ciclo, non chimico. a proposito di tarski a è consigliabile che vengano letti elementare ed introduttivo, carlotta pavese (lo vedete on line in classici della filosofia) più attenti agli aspetti direttamente filosofici due italiani testi ben fatti Volpe G, LA VERITA' Florio, C LA FORMA DELLA VERITA' chi ha difficoltà a reperire puo' chiedere direttamente a me buona domenica e buona serata
@danielegalasso81642 жыл бұрын
Il ciclo ricorsivo della filosofia come entretien infini.
@SamueleCastiglioni Жыл бұрын
Volpe è stato mio prof!!!
@italianbobsleigh2 жыл бұрын
Palma Boldrin sempre al top (commento tanto vero, quando tecnico pro KZbin) Viva
@francescodarin81002 жыл бұрын
Propongo un paradosso della percezione della giustizia, ma poi mica tanto: Sembrerebbe che avere fortuna, vincere al lotto ecc sia considerato giusto da molti, e comunque senza molte riserve. Meno che per l'imprenditore che si arricchisca attraverso le proprie capacità. Su questo ci sarebbe da fare un'analisi antropologica. Io l'ho trovata nel giocatore che vince in Indian Tales di Jaime de Angulo anche nella sua Appendice. L'ho ritrovata nel testo di Rainer Zitelmann che aveva commentato tempo fa Michele : “Ricchi! Borghesi! Ancora pochi mesi! Come e perché condanniamo chi ha i soldi” , comprensivo addirittura di statistiche. C'è dentro la predestinazione ma in modo direi diretto. Il colpo di fortuna. Il culo. Se questo fosse vero allora la politica più "giusta" sarebbe quella raccontata da Borges in La lotería de babilonia?
@francescodarin81002 жыл бұрын
Che sarebbe il massimo velo d'ignoranza possibile: il getto dei dadi.
@aledero2 жыл бұрын
Adriano è sempre una goduria ascoltarla, ma si faccia una cam a definizione più alta♥️🙂
@luca.platti2 жыл бұрын
Sono convinto che le critiche di molti lettori alla scarsa concretezza della proposta di Rawls non colgano pienamente nel segno, dal momento che non sembra essere tra gli obiettivi di Rawls formulare un programma d'azione fattuale, quanto piuttosto un quadro teorico generale: si tratta di una formula controfattuale diretta a delineare un modello "puro" di giustizia politica (alla maniera della Repubblica di Platone) verso cui tendere. A mio avviso, perciò, una critica può vertere solo sulle caratteristiche del modello di giustizia proposto da Rawls e su alcuni suoi esiti deducibili. Quello che mi stupisce riguardo alle proposte del velo di ignoranza e del principio del maximin è l'ingenuità antropologica di fondo: siamo davvero sicuri che mettere tutti gli esseri umani di una determinata società in una condizione di pressoché uguaglianza (da quanto ho capito, i principi di Rawls non conducono ad una forma di uguaglianza piatta e definitiva in senso comunista, ma a differenze non così influenti da pregiudicare la possibilità per ciascun membro della società di esplicare le proprie possibilità di sviluppo...direi: uguali condizioni di partenza e strumenti di fioritura personale per tutti)...dicevo: siamo sicuri che questa forma di giustizia, che mi sembra concettualmente potente perché capace di salvaguardare anche un ampio grado di libertà, sia percepita dai membri della società, che suppongo umani, come giusta? Mi spiego: nelle "società ingiuste" è sempre possibile trovare qualche capro espiatorio a cui attribuire gli insuccessi individuali (gli aristocratici, i borghesi, le camorre e camarille varie, il trovarsi fuori dai giri giusti del generone, la povertà, la periferia, la famiglia disastrata ecc.), e quindi razionalizzare i propri fallimenti come esito della cattiveria umana e sociale (forse non per tutti, certamente ci sarà chi preferirà lottare, ma molti troveranno un appagamento illusorio nell'immaginarsi come individui di successo, se solo non non ci fosse stato questo o quell'ostacolo malvagio). Al contrario, in una società "giusta" come quella delineata da John Rawls, tutti si collocherebbero su blocchi di partenza tali da permettere a ciascuno un ipotetico esito di uguale successo nel campo ad esso congeniale: a questo punto, come uniche spiegazioni per il fallimento individuale resterebbero la scarsa dotazione di intelligenza o il carattere inadeguato. E sono convinto che questa "giustizia" meritocratica, senza più scappatoie, sarebbe vissuta come insopportabile per i meno dotati, che non avrebbero più scuse per giustificare il proprio fallimento. Non ci sarebbe più spazio per rassicuranti e oppiacee teorie del complotto. La giustizia rawlsiana, nonostante gli innegabili aspetti positivi del maximin (ad esempio la tutela sociale e la garanzia di sopravvivenza), sarebbe vissuta, deduco, come una forma di "summum ius, summa iniuria", come cioè un orizzonte dominato dagli scherzi (o dai doni) della pura intelligenza ancora più duramente che dalla cattiveria degli uomini/irrazionalità generale della reale società ingiusta. L'invidia e il risentimento nella società giusta non sparirebbero, ma diventerebbero anzi passioni ancora più dure da tollerare che nelle concrete "società ingiuste", dove anche chi detiene posizioni dominanti o ha successo può sempre essere ridescritto dai dominati o dai falliti come un "raccomandato", un privilegiato del magna magna, perciò privato di meriti reali e quindi avvicinato, almeno illusoriamente, a chi rimane confinato ai piani bassi, e da questi considerato con più indulgenza e minore risentimento. Gli scherzi del destino cinico e baro rimarrebbero ugualmente (non più nell'ambito della collocazione socioeconomica bensì in quello delle dotazioni naturali), ma verrebbe meno la comoda possibilità di interpretarli come esito delle ingiustizie sociali: l'ingiustizia perderebbe i suoi capri espiatori umani, ovvero ciò che la rende sopportabile anche quando arriva dal fato. Le passioni tristi riscontrate da Tocqueville nelle sue analisi delle società democratico-egualitarie sono, a mio avviso, l'esito più probabile di un modello come quello di Rawls, e il suo punto debole teorico, se non in senso strettamente analitico, quantomeno dal punto di vista dell'implicito retroterra antropologico di un simile modello.
@gabrielesalini21132 жыл бұрын
Non pensate che sia impossibile una teoria della giustizia senza una teleologia? Il giusto per andare in paradiso, il giusto per far sopravvivere la specie piuttosto che una nazione, etc. Avete fatto l'esempio se sia giusto o meno lasciare alle generazioni future qualcosa piuttosto che godersi tutto ora. Senza un fine la domanda non ha risposta.
@paoloandreoni47272 жыл бұрын
Bel video
@danielegalasso81642 жыл бұрын
Non so, intanto penso alla lezione di Kafka che dovrebbe trattenerci dalla leggerezza di confondere la giustizia con la legge. La giustizia sembra uno di quegli ideali che a rigore non ammettono condizionalità, per cui ogni tentativo di darle forma concreta attrverso la legge (che sia di ordine giuridico, politico o morale non importa), comporta una riduzione prospettica e quindi una perdita di universalità. Ci possono essere solo approssimiazioni "asintotiche" più o meno buone, ma non più o meno "vere", perché ci muoviamo in un contesto di vaghezza (nessuno sa veramente cosa sia la giustizia in generale) che richiede sempre nuovi "affinamenti accettabili" (prendo in prestito l'espressione da Dummett). Per dirla con il filosofo Crispin Wright sulla giustizia può esserci - in linea di massima - anche "disaccordo senza errore."
@apgspalmaapgspalma17682 жыл бұрын
Grazie del commento e dei due suggerimenti. Kafka era molto meglio di vari filosofastri, penso Lei abbia due idee giuste. La legge non è da confondersi con la giustizia; la giustizia, suggerirei, è più e non meno vaga di confuse nozioni quali nuvola e coscienza. Verrebbe interessante vedere perchè i deficienti non hanno etiche, hanno religioni, o perchè -a giudizio di chi scrive- sia possibile difendere una politica e non un'etica.
@apgspalmaapgspalma17682 жыл бұрын
@@vincenzopacile4851 Ilic Ulianov in un pamphlet dei suoi scrisse che l'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli. Negli annali meno che gloriosi dei disprezzatori del leninismo attuali, la figura del "Pacilè" risalta nelle tre categorie, il socialismo, l'imbecillità, e l'antisemitismo. Lenin copio' l'espressione de A Bebel, a cui la prese in prestito pure Labriola. Ma questi son educati … da youtubbe…..
@danielegalasso81642 жыл бұрын
@@apgspalmaapgspalma1768 La vaghezza è delle e nelle cose, per cui gli affinamenti con cui cerchiamo di circoscriverle in definizioni certe e rassicuranti in realtà non produrranno mai una Aufhebung finale dove la cosa stessa si manifesta nella pienezza della autoevidenza. E' possibile che questo assioma di finitezza risulti indigesto ai più e induca quindi all'opposta hybris di onnipotenza dell'uomo sul mondo e sull'altro uomo. Se Puntin si rassegnasse ad avere un'idea vaga della Russia la pianterebbe di piantar grane con l'Ucraina.
@vittoriobeghelli35612 жыл бұрын
Attendo con interesse il video su Tarski
@danielegalasso81642 жыл бұрын
Anche io. Tra l'altro Tarski ha un senso dell'ironia che ben si accorda con quello di Palma @apgspalma apgspalma. Un esempio dal saggio del 1944, che è una specie di esposizione divulgativa della sua definizione semantica di verità: "Vale forse la pena dire che la semantica così com'è concepita in questo lavoro (e in lavori precedenti dell'autore) è una disciplina equilibrata e umile che non ha pretese di essere una panacea universale per tutti i mali e le malattie dell'umanità, immaginarie o reali che siano. Non troverete nella semantica alcun rimedio per la carie ai denti o le manie di grandezza o i conflitti di classe. Né la semantica è un espediente per stabilire che tutti, tranne l'oratore e i suoi amici, stanno dicendo cose prive di senso." Alfred Tarski (1944)
@riccardocorona62552 жыл бұрын
Complimenti; Oltre la legge dei Popoli importante di Rawls è anche Liberalismo politico che è meno astratto di teoria della giustizia e più centrato sulla realtà statunitense
@lelouchvibritannia81722 жыл бұрын
Sul tema etico si potrebbe dedicare una puntata al Principio responsabilità di Hans Jonas?
@alessandrobotto50374 ай бұрын
Molto interessante che l'universalità si applica solo per "società ragionevoli"
@GasoneCallOfDuty2 жыл бұрын
Commento tattico per l'algoritmo
@luigixu32512 жыл бұрын
Secondo commento tattico per l'algoritmo.
@menopimezzo2 жыл бұрын
❤️
@michelemaimone11222 жыл бұрын
Sono sufficientemente convinto che la giustizia è in realtà un giudizio su un caso concreto. Non esiste il giusto in astratto, né la norma assolutamente e perennemente giusta. Il giudizio sul caso concreto, invece, puo giudicarsi più o meno giusto. A sua volta si può pervenire ad un giudizio giusto solo attraverso una procedura o un procedimento che abbia rispetto di criteri di acquisizione di cognizioni, di passione e osservanza di principi etici condivisi. È errato pensare alla norma giusta se non la si materializza nel concreto e nel giudizio che ne scaturisce dopo un processo di cognizione. Saluti